Contro l’ordinanza “Affama Randagi”

L'avv. Ceriello propone ricorso al Prefetto di Moschiano (AV)

CS_Ricorso_Ordinanza_Affama_Randagiil Partito Animalista Italiano, con l’avv. Cristiano Ceriello, propone ricorso al Prefetto contro l’ordinanza “Affama Randagi” di Moschiano.

Ricorriamo al Prefetto, come in altri casi simili, contro l’ordinanza “affama randagi”, così una nota del Partito Animalista Italiano che annuncia tramite il suo presidente, Avv. Cristiano Ceriello, di aver proposto ricorso al Prefetto di Avellino contro l’ordinanza sindacale n.ro 24/2025 del Comune di Moschiano (AV), che il 24 luglio scorso ha ordinato ai cittadini il “Divieto di Imbrattamento Urbano con Somministrazione di Cibo ad Animali Selvatici e Randagi”, pena una sanzione sino a 500 euro.

Grazie alla segnalazione dei referenti provinciali e dei volontari, siamo venuti a conoscenza della pubblicazione da parte del Comune di Moschiano dell’ordinanza n.ro 24/2025, continua l’avv. Ceriello, che ha disposto il il divieto, su tutto il territorio comunale, di somministrare o abbandonare alimenti, avanzi di cibo o contenitori a tutte le specie di animali selvatici e/o randagi”, precisando “il divieto assoluto di nutrire animali selvatici o randagi, anche con intenti benevoli”.

Per il Partito Animalista Italiano che, sempre con l’avv. Ceriello, ha proposto ricorso al Prefetto avverso ordinanze simili in Italia poi ritirate dai Comuni, ancora una volta siamo in presenza di una vera e propria ordinanza “affama randagi”, che viola non solo la maggiore giurisprudenza amministrativa dei TAR che hanno annullato i divieti posti da precedenti Comuni, per le quali appunto il Partito Animalista è già intervenuto in passato contro ordinanze che disponevano divieti poi dichiarati illegittimi e annullati.

Tra gli altri come sottolinea l’avv. Ceriello, nel nuovo ricorso al Prefetto, come: “la recente Legge 82/2025 che ha introdotto anche modifiche al Codice Penale, facendo seguito anche alle modifiche costituzionali degli articoli 9 e 41, ha riconosciuto gli animali come esseri senzienti ed autonomi portatori di diritti, tale che non può non palesarsi nel divieto a somministrare aiuto agli stessi addirittura una fattispecie di reato ex art. 544 ter e 727 CP, essendo il Comune il primo responsabile alla tutela e salute degli animali randagi sul territorio”.

E’ per questo che, continua l’avv. Cristiano Ceriello, il Partito Animalista Italiano ha deciso di proporre, come prevede il Testo Unico degli Enti Locali, ricorso al Prefetto per l’annullamento dell’ordinanza contestata, anche perché la stessa ordinanza viceversa, “HA COME EFFETTO REALE l’aumento di pericolo alla salute ed incolumità pubblica; ciò in quanto animali randagi affamati e disperati hanno come unica logica soluzione quella di cibarsi di immondizia, soffrire o perire per le strade, se non quale disperata soluzione” quella di attaccare essere umani”. Di conseguenza l’ordinanza va annullata anche perché ritenuta pericolosa nei suoi effetti.

Ci si augura, come in altri casi dopo il ricorso al Prefetto, che il Comune di Moschiano prima della decisione del Prefetto torni sui suoi passi e, di conseguenza, revochi l’ordinanza cosiddetta “affama randagi”.

Source: www.irpinia24.it