Sant’Agnello (NA) – Ospedale Unico

Sindaco Coppola: Progetto pensato per un posto sbagliato

pexels-gene-samit-546626702-18772898Lunedì mattina nella sede dell’ASLNA 3 Sud a Torre del Greco si è tenuta la conferenza di servizi in modalità sincrona per l’esame delle osservazioni pervenute da parte di cittadini ed associazioni, dei nuovi elaborati prodotti dal Comune di Sant’Agnello e delle determinazioni pervenute dai vari Enti coinvolti nel progetto di realizzazione dell’Ospedale Unico della Penisola Sorrentina e della Costiera Amalfitana.

Le gravi criticità emerse durante la discussione hanno di fatto bloccato il progetto e sono state richieste ulteriori indagini. Ma andiamo con ordine. Sarà un resoconto molto lungo, ma credo necessario perché il tema riguarda da vicino tutti ed è giusto che i cittadini siano informati in modo corretto e trasparente.

Lo scorso 24 marzo la conferenza di servizi era stata indetta invece in modalità asincrona ed erano stati chiamati ad esprimersi il Ministero della Cultura, la Sovraintendenza Archeologia – Belle Arti e Paesaggio di Napoli, il Ministero Ambiente e Sicurezza Energetica, la Regione Campania, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC), l’ENAV,  l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania (A.R.P.A. Campania), l’Ente Idrico Campania, Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale (AdB DAM), la Città Metropolitana, l’ASL NA3 Sud, il Comune di Sant’Agnello, il Comando Vigili del Fuoco di Napoli, l’E-Distribuzione, la 2IRete Gas, la Telecom, la Gori, l’R.T.P. MATE- GIA Consulting.

Ad aprile abbiamo trasmesso a tutti gli enti coinvolti una dettagliata richiesta di chiarimenti riguardante vari aspetti ed in particolare il rispetto dei criteri minimi ambientali (CAM), la verifica di alternative, gli aspetti relativi all’accessibilità e alla mobilità, le divergenze tra progetti di fattibilità e progetto definitivo (stralcio area destinata ad autorimessa), la valutazione del bacino di utenza, il rischio idraulico, il rispetto della fascia di rispetto fluviale ex art. 96 r.d. n.523/1904, la valutazione dei vincoli culturali e paesaggistici, la conformità del progetto al D.lgs 42/2004 e alla L.R. 35/1987, l’adeguatezza della soluzione progettuale.

Il 16 giugno abbiamo inviato il nostro parere finale. Abbiamo ribadito che non sussistono le condizioni per superare i tanti, troppi elementi ostativi di ordine tecnico e giuridico già evidenziati durante due consigli comunali. Nessuna risposta era arrivata alla nostra richiesta di chiarimenti e nessun elemento nuovo da parte di chi ha proposto il progetto.

Il 17 giugno il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Napoli ha espresso parere definitivo contrario alla realizzazione del progetto antincendio in deroga riguardante l’Ospedale, con archiviazione definitiva della pratica.

 Il 18 giugno l’A.R.P.A. Campania ha espresso parere negativo (poi confermato in data 8 luglio) sugli esiti del Piano di caratterizzazione e del documento di Analisi di Rischio ambientale per l’area oggetto della progettazione dell’Ospedale. Ha richiesto una revisione del documento Analisi del Rischio e ulteriori sondaggi non effettuati nell’area del sito.

Due pareri rilevanti, entrambi negativi, al momento non superabili, che attengono all’incolumità, alla sicurezza e alla salute pubblica.

Il 23 giugno Città Metropolitana ha ribadito quanto già espresso nella precedente conferenza di servizi (conclusasi a marzo 2023) e cioè che “la competenza per gli aspetti edilizi e i per i profili urbanistici, quale la configurazione della proposta di variante allo strumento comunale vigente, è propria dell’amministrazione comunale”. In quella occasione Città Metropolitana aveva dichiarato che “la mancata redazione di uno studio trasportistico sulla sostenibilità dell’intervento previsto, in relazione alle strade del territorio di competenza e l’esclusione dell’autorimessa non siano in linea con quanto già indicato per le fasi successive al progetto di fattibilità tecnico-economica ed in particolare con le misure di mitigazione del traffico necessarie per contenere l’impatto e l’incremento dei flussi di traffico determinati dal nuovo insediamento”.

Il tema dell’accessibilità e della mobilità restano fondamentali. Le analisi dei flussi veicolari del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) di Città Metropolitana e del PUM (Piano Urbano della Mobilità) di Sant’Agnello evidenziano le condizioni di grave congestione del traffico sulla rete stradale con tempi di percorrenza ampiamente superiori a quelli ipotizzati nello studio di fattibilità. Lo studio trasportistico, presentato, a tempo scaduto, dalla Società TRT, non è un vero studio trasportistico perché è relativo ad un breve tratto di Corso Italia e Via A. Balsamo, è stato effettuato per la durata di sole tre ore (6:30-9:30) ed in un unico giorno dell’agosto 2023 (traffico ridotto, scuole chiuse) e senza alcuna relazione con l’effettivo bacino di utenza del nuovo Ospedale, che andrebbe riferito al territorio di sette Comuni. Inoltre, cosa altrettanto grave, nel progetto si rimanda per le analisi dei flussi allo studio di fattibilità del 2018, che rimanda allo studio di fattibilità del 2015, che a sua volta rimanda alla analisi effettuate nello studio di fattibilità del 2012 basato su dati ancora più vecchi (dal 2009 al 1999). Insomma uno pseudo studio trasportistico che si basa anche su dati perfino di 15, fino a 25 anni fa. Tutto incredibilmente assurdo.

E inoltre sono gli stessi studi trasportistici promossi da ACaMIR (Agenzia Campana per la Mobilità, le Infrastrutture e le Reti) per l’accessibilità della Penisola Sorrentina-Amalfitana a dimostrare la grave condizione di congestione del traffico sulla nostra rete stradale.

Altro aspetto negativo rilevante è che l’autorimessa-parcheggio a servizio dell’Ospedale è stata esclusa dal progetto definitivo, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di flussi di traffico e accessi alle strutture. I parcheggi pubblici rientrano negli standard urbanistici imposti dalla legge per mitigare il carico insediativo di interventi edificatori che hanno impatto sul territorio.

Va considerato inoltre che lo studio trasportistico della Società TRT si basa sull’assunto che venga realizzata una autorimessa/parcheggio, visto che il progetto prevede l’eliminazione di almeno 60 posti auto in favore delle nuove corsie preferenziali riservate ad ambulanze e mezzi di soccorso (che avrebbero in questa maniera la possibilità di accedere e ripartire in velocità dall’ospedale) e al trasporto pubblico locale. È prevista inoltre la realizzazione di un varco nell’aiuola di separazione delle corsie dove attualmente c’è il filare dei pini.

Anche il tema del rischio idraulico resta fondamentale e soprattutto non chiarito. Tante parole a sproposito, soprattutto da parte di chi avrebbe dovuto conoscerlo bene. A luglio dell’anno scorso abbiamo inviato una richiesta di chiarimento all’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale in merito al rischio idraulico del nostro Comune in merito abbiamo chiesto di prendere visione di tutti gli atti/documenti che hanno reso possibile la riperimetrazione avvenuta a febbraio 2015 dell’area P. Matteotti, Via A. Balsamo e Viale dei Pini passata da area a rischio molto elevato (R4) ad aerea priva di qualsiasi rischio.

Alla nostra richiesta del luglio 2024, segue un sollecito e ben due richieste di accesso agli atti. Solo il 4 febbraio 2025, l’AdB DAM ci risponde affermando che “questa AdB non è in possesso di eventuali atti di interesse di Codesto Comune relativamente alla richiesta avanzata”. Risposta non convincente.

Intanto, in maniera inaspettata, giovedì scorso ci è stato comunicato che il giorno successivo l’AdB avrebbe effettuato attività di sopralluogo nell’area interessata dal progetto. Nell’ultimo giorno utile, prima della conferenza di servizi per la discussione di un progetto di tale portata, l’AdB si è fatta viva. Dall’esame della documentazione i tecnici dell’AdB hanno rilevato incongruenze planimetriche tra le cavità presenti nell’area di progetto come rappresentate in una precedente relazione geologica e quelle indicate nella relazione geotecnica del Dipartimento di Ingegneria dell’Università Parthenope di Napoli, relative allo studio di stabilità della cavità sotto l’area del futuro Ospedale.

I tecnici non hanno potuto effettuare l’ispezione interna del pozzo, del cunicolo e delle cavità perché i luoghi per la loro conformazione e caratteristiche avrebbero richiesto competenze ed attrezzature speleologiche. Sono stati comunque visionati anche gli imbocchi dei rivi tombati che confluiscono nell’area oggetto del progetto. I tecnici, pur rilevando che l’area di progetto non ricade in zona perimetrata a pericolosità e rischio idrogeologico, ed emergendo dalla documentazione la presenza di cavità verosimilmente non esplorate, hanno ritenuto opportuno che nell’ambito della progettazione sia effettuata anche un’ispezione delle cavità sotterranee al fine di verificare sia le incongruenze tra i due elaborati sia la condizione di stabilità delle cavità (volta e pareti) nonché l’eventuale presenza di cavità non esplorate. 

Tutto ciò a maggior ragione perché, come rappresentato dal Comune, agli atti di ufficio non risultano accessi alle cavità e tali accessi non emergono dalla lettura della relazione geotecnica redatta dall’Università Parthenope. Inoltre i tecnici dell’AdB hanno ritenuto opportuno supportare la progettazione con uno specifico studio idraulico che tenga conto anche dei fenomeni di trasporto solido, verificando la capacità idraulica dell’imbocco e del tratto tombato.

Abbiamo chiesto che tale ispezione includesse anche le cavità abbandonate tra il cunicolo (rivolo) e la colmata del vallone, l’area e la consistenza della colmata del Vallone Croce da Piazza Matteotti a Viale dei Pini nonché la sua connessione con strutture previste in progetto. Abbiamo ribadito la necessità di acquisire la documentazione già richiesta a luglio 2024 che ha determinato la declassificazione della precedente zona rossa “R4 di rischio molto elevato” sulla vecchia carta PSAI.

Arriviamo alla conferenza di lunedì mattina. È emerso chiaramente ciò che diciamo da anni. Il progetto dell’Ospedale unico purtroppo è stato impacchettato e imbellettato in maniera frettolosa e approssimativa con numerose criticità non superate e non superabili. Dopo due anni abbiamo, finalmente, iniziato a discutere di alcuni aspetti del progetto. Sono emerse tanti e tali criticità da non consentire di concludere la conferenza di servizi che è stata aggiornata a data da definirsi. L’Autorità di Bacino (AdB), che non si era espressa nella precedente conferenza di servizi, ha fatto pervenire proprio in sede di conferenza il proprio parere. Prendendo atto di quanto già affermato dai propri tecnici, l’AdB ha ritenuto necessari ulteriori accertamenti, in particolare un’ispezione delle cavità sottostanti l’area dell’ospedale per verificarne le condizioni di stabilità e l’eventuale presenza di cavità non censite. Inoltre è necessario uno studio idrologico-idraulico degli imbocchi e dei tratti tombati dei valloni San Giuseppe e San Filippo. Tutto ciò rappresenta un fatto nuovo, soprattutto perché nella precedente conferenza dei servizi l’Autorità di Bacino non aveva espresso il proprio parere ed era valso il silenzio assenso. Problematica, da noi evidenziata in ripetute occasioni, e purtroppo mai presa in considerazione fino ad ora.

Inoltre anche in sede di conferenza sullo pseudo studio trasportistico non ci sono state spiegazioni accettabili. L’assenza di un’autorimessa/parcheggio per dipendenti e visitatori, al momento escluso dal progetto definitivo, è molto grave.

Il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco ha bocciato il progetto anti incendio in deroga dell’ospedale. L’ARPA Campania ha bocciato al momento il piano di caratterizzazione e l’analisi del rischio del sito. Saranno necessari ulteriori approfondimenti su altri argomenti, oggetto della nostra richiesta di chiarimenti.

È emerso anche che dal progetto definitivo è stata eliminata la pista d’atterraggio dell’elisoccorso e che le sale operatorie e il reparto di diagnostica per immagini sono state escluse dall’appalto per quanto riguarda finiture e impianti, in pratica verranno lasciate “al grezzo”. Insomma neanche quasi 100 milioni di euro bastano per avere in un nuovo ospedale sale operatorie e reparto di radiologia pronti all’uso. Al momento non viene specificato con quali altri finanziamenti e modalità si completeranno le opere. A margine è emerso chiaramente anche che l’emodinamica, mai prevista ma annunciata a sorpresa qualche mese fa, non potrà esserci perché il bacino d’utenza di riferimento è inferiore a 300mila abitanti. Nessuna notizia riguardo le sorti del distretto sanitario.

Insomma tante criticità già evidenziate da anni e a cui bisognava pensare prima. La responsabilità di tutto questo tempo perso, dei soldi investiti e degli ulteriori costi per le ulteriori indagini da fare, mentre la sanità nazionale e locale arranca sempre più, è da cercare in chi è andato avanti per anni, ostinatamente, senza valutare soluzioni alternative, in un progetto pensato per il posto sbagliato.

L’Ospedale Unico resta una brutta storia. Ha tenuto in ostaggio i cittadini della Penisola per troppi anni e ha oscurato il tema prioritario: la sanità. La maggior parte dei cittadini ne è consapevole.  La profonda crisi del sistema sanitario nazionale degli ultimi anni non ha risparmiato i nostri Presidi Ospedalieri, già di per sé più vulnerabili e quella crisi era già all’orizzonte dieci anni fa. La nostra non è una battaglia immobilista. Tutt’altro. È la battaglia delle persone che pensano che ci sia ancora un po’ di futuro da difendere. Insieme.

Source: www.irpinia24.it