Inaugurata la mostra di Pittoni per celebrare Casanova

Viaggio nel '700 tra Venezia e Napoli

ingresso 1In occasione delle celebrazioni per i 300 anni dalla nascita di Giacomo Casanova, è stata inaugurata oggi al Palazzo Reale di Napoli, la mostra “Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanova. Viaggio nel ‘700 tra Venezia e Napoli”, fino al prossimo 15 agosto.

In esposizione nell’Alcova della Regina tre opere del pittore veneziano Giambattista Pittoni (1687-1767), alcune riproduzioni fotografiche dal fondo del casanovista Aldo Ravà conservato presso la Biblioteca del Museo Correr di Venezia e materiali dal Fondo Di Giacomo della sezione Lucchesi Palli della Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli.

I tre dipinti di Pittoni, raffiguranti Venere, Diana e Apollo (quest’ultimo è un inedito), riproducono le atmosfere voluttuose e maliziosamente libertine sul cui sfondo si svolsero le vicende umane e intellettuali di Casanova; le opere provengono dagli eredi Miari Cumani, discendenti di due antiche famiglie venete, e appartengono a una collezione privata americana, la Steven Maksin Family Collection di Las Vegas, Nevada.

Il quadro di Apollo è totalmente inedito, mentre quelli di Venere e Diana sono stati illustrati con due fotografie in bianco e nero da Egidio Martini, La pittura veneziana del Settecento (Venezia, Edizioni Marciane, 1964), ma considerati scomparsi da Franca Zava Boccazzi che ha pubblicato il catalogo ragionato di Pittoni (Pittoni. L’opera completa, Venezia, Alfieri, 1979).

Le opere sono state rinvenute e riconosciute dallo storico dell’arte Andrea Donati nel 2024 che ha offerto il supporto scientifico e tecnico allo staff di Palazzo Reale composto da Elena Carrelli, Antonella Delli Paoli, e Stefano Gei, che si è occupato della curatela e dell’allestimento, in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia.

Gli anni in cui il veneziano Giambattista Pittoni dà vita a questo ciclo pittorico a carattere mitologico sono anche gli anni in cui il suo concittadino Giacomo Casanova si reca per la prima volta a Napoli, nella prima metà del ‘700. Il languore dei protagonisti dei dipinti di Pittoni è pienamente consonante con il gusto rococò dell’epoca, e con le atmosfere che avvolgono nel mito la figura del celebre avventuriero, diventato antonomasia del seduttore.

Giacomo Casanova (Venezia, 2 aprile 1725 – Duchcov, 4 giugno 1798) fu scrittore, diplomatico, scienziato e esoterista, protagonista assoluto di una moltitudine di stagioni erotiche da Venezia a Napoli, dove soggiornò per cinque volte, e dove in seguito fiorirono gli studi casanovisti di intellettuali del calibro di Benedetto Croce e Salvatore Di Giacomo.

Gli altri materiali in mostra sono documenti di due studiosi, il veneziano  Aldo Ravà (1879-1923), collezionista e studioso di arte e letteratura del Settecento e il poeta e saggista napoletano  Salvatore Di Giacomo (1860-1934), diversissimi per provenienza familiare e formazione, per fama e professione, ma entrambi votati, quasi fino all’ossessione, a ricostruire la storia vera delle vicende che portarono il veneziano a viaggiare in mezza Europa, e a restituire alla sua opera letteraria la dignità che ritenevano gli fosse stata ingiustamente sottratta dal moralismo delle epoche successive.

Nell’ammirazione per Casanova dei due studiosi si scorge una nostalgia che rimanda alla visione del loro tempo: il loro modo di guardare, cioè, svela molto più del loro secolo che di quello di Casanova, in un gioco di specchi e rimandi che sembra quasi replicare il gioco di sguardi dei protagonisti delle tre opere di Pittoni citate all’inizio.

L’Alcova della Regina, al piano nobile del Palazzo Reale, è il luogo quanto mai appropriato per mettere in mostra le opere di Pittoni e le ricerche di Di Giacomo e Ravà: questo piccolo ambiente settecentesco, che ricalca l’impianto architettonico del periodo vicereale, faceva parte insieme ai due vani confinanti, la Cappella e il Gabinetto, dell’appartamento privato della regina. Il suo carattere di rifugio intimo è ancora leggibile come tale anche dopo le trasformazioni del XVIII e XIX secolo.

La mostra è visitabile tutti i giorni escluso il mercoledì (ore 9.00 -20.00)

L’accesso è compreso nel biglietto d’ingresso di Palazzo Reale

Source: www.irpinia24.it