Ex lavoratori della cooperativa “Inopera” senza salari: la protesta alla prefettura per gli arretrati
La cooperativa gestiva l'accoglienza degli immigrati in provincia di Avellino e da mesi non paga gli ex lavoratori a causa della mancata erogazione dei fondi da parte della prefettura
Avellino - Rabbia e apprensione è ciò che provano gli ex lavoratori della cooperativa sociale “Inopera” a seguito del mancato pagamento dei salari. La cooperativa in questione gestiva l’accoglienza degli immigrati in provincia di Avellino e da mesi non paga gli ex lavoratori a causa della mancata erogazione, a detta di questi ultimi, dei fondi da parte della prefettura per permettere i pagamenti. Gli ex dipendenti si sono recati infatti questa mattina presso presso la prefettura di Avellino per protestare e richiedere i pagamenti degli stipendi e la liquidazione per i 59 lavoratori che hanno perso il lavoro, tra dipendenti e fornitori.
Il 22 Febbraio c’è stato il licenziamento della cooperativa e ai lavoratori mancano 3 mesi di stipendi arretrati e oltre 30mila euro di debiti ai fruitori. Le strutture in questione sono 4 e si trovano a Monteforte, Ospedaletto e Pratolaserra. Uno dei dipendenti, in rappresentanza di tutti i lavoratori ha così chiarito la questione: “La situazione è diventata insostenibile, in quanto ci troviamo anche impossibilitati nella ricerca di un nuovo lavoro. “Inopera” per oltre un anno non ha ricevuto quote per oltre un milione e mezzo di euro; la società ci ha sempre trattato benissimo e pagato gli stipendi nonostante le diverse difficoltà. Alla fine si è trovata però costretta a chiudere per la mancanza di fondi.
La società forniva un servizio di 24ore e adesso non so in che condizioni versano le strutture in cui lavoravamo, dato che a seguito del nostro licenziamento queste sono state riaperte. La CGIL ha lottato molto per gli ospiti, ma di noi non ha avuto conto e nessuno di noi è stato riassunto. Riguardo al sequestro delle strutture e alla condizione dei migranti, della quale molto si è speculato, molte cose non sono vere. Noi fornivamo tre pasti al giorno e tutto quello che riguardava il nostro contratto. Anche i NAS hanno riscontrato, nel controllo del cibo tutto a norma. Noi siamo qui per chiedere al Prefetto i nostri soldi visto che non siamo stati riassunti dalle cooperative. Chiediamo lo stesso trattamento dei migranti, che ricevono mensilmente i pocket-money”.
Anche un fornitore del cibo si è espresso sulla questione: “Abbiamo avuto un sopralluogo dei NAS, i quali non hanno riscontrato nulla di anomalo. Gli ospiti si sono lamentati del cibo, ma noi crediamo che riguardi una questione di gusto e non di freschezza e integrità degli alimenti. Abbiamo dei dubbi riguardo alle lamentele dei migranti, mosse a nostro avviso da qualcuno per sabotare il nostro operato”.
Incerta resta dunque la vicenda dei lavoratori, i quali hanno comunque avuto un colloquio privato con il vice prefetto e si spera che al più presto possano ricevere ciò che gli spetta.
di Carmen Vottariello