Apertura stagione teatrale Gesualdo – L’intervista al maestro Uto Ughi
"Mi fa piacere che il Teatro apra alla musica classica. Ha anche una buona acustica e un pubblico molto attento. non c'è nessuna partecipazione delle scuole per l'istruzione musicale di un Paese che ha dato i maggiori geni musicali ed è diventata il fanalino di coda dell'europa. questa è la vergogna d'Italia"
Avellino – Ad aprire la stagione teatrale Uto Ughi , erede della tradizione che ha visto nascere e fiorire in Italia le prime grandi scuole violinistiche. Ha iniziato le sue grandi tournèes europee esibendosi nelle più importanti capitali europee. Da allora la sua carriera non ha conosciuto soste. Ha suonato infatti in tutto il mondo, nei principali Festivals con le più rinomate orchestre sinfoniche. La Presidenza del Consiglio dei Ministri lo ha nominato Presidente della Commissione incaricata di studiare una campagna di comunicazione a favore della diffusione della musica classica presso il pubblico giovanile.Il 4 settembre 1997 il Presidente della Repubblica gli ha conferito l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce per i suoi meriti artistici.Nell’Aprile 2002 gli è stata assegnata la Laurea Honoris Causa in Scienza delle Comunicazioni. L’intervista…
E’ un onore aprire la 14° edizione della stagione teatrale del Gesualdo con uno dei più grandi violinisti italiani, ma anche internazionali…
“Mi fa piacere che il Teatro apra alla musica classica, ma non credo di essere l’unico. Ha anche una buona acustica e un pubblico molto attento“.
Lei ha tenuto il palcoscenico come un attore di teatro oltre come un grande musicista…
“Mi piace indirizzare il pubblico sulla musica che ascolta. Se sono indirizzati un minimo sugli autori sul caratteri dei pezzi lo ascoltano meglio. Questa esperienza l’ho fatta nel mio Festival a Roma dove spiegavo i pezzi e i giovani partecipavano. C’era maggiore trasporto rispetto a un programma di sala freddo e anonimo che non ha lo stesso impatto della parola“.
Notiamo che anche qui ad Avellino la musica classica e lirica è seguita da un vasto pubblico…
“E’ un grandissimo piacere in un momento dove la musica sta attraversando una delle peggiori crisi. Teatri hanno dovuto chiudere, tante orchestre si sono sciolte perché i teatri non sono sempre gestiti in modo intelligente. Mi fa piacere che ad Avellino c’è questo revival”.
Sul palco ha ricordato la sua amicizia con Ettore De Conciliis e il rapporto che ha con alcuni suoi dipinti. Che relazione c’è tra musica e arte figurativa?
“In ogni arte c’è un elemento dell’latra arte. Nella musica ci sono elementi di colore, di architetture, di disegno, di simmetrie e di forme. Esattamente come nell’arte figurative, dove ci sono delle cose di musicalità, di ricerca di colore e di espressione. L’arte è in fondo comunicazione condivisione, condivisione di una bellezza che sia espressa pittoricamente o tramite suoni è sempre una ricerca continua e appassionata verso la bellezza“.
Ci vuole restituire un ricordo del “Murales della pace” che lei ha visitato di persona?
“Ricordo di aver visto un bellissimo murales , in cui ci sono elementi ispirati alla guerra civile spagnola. Molto interessante“.
Oggi ci sarà la lezione al Conservatorio Cimarosa con il maestro De Conciliis, che è uno dei principali conservatori della campania…
“Le giovani generazioni devono essere coltivate e tenute in considerazione perché il pubblico del domani è fatto dai giovani. Quello che fanno le scuole per la musica e per i giovani è veramente insufficiente Abbiamo una miniera ricchissima di capolavori che potrebbero dare gioia a milioni di giovani completamente sconosciuti perché non gliela fanno conoscere. Quello che si conosce è Ligabue, Vasco Rossi, Giannini, non Giuseppe Verdi, Puccini o Vivaldi. Questa è la vergogna d’Italia, non c’è nessuna partecipazione delle scuole per l’istruzione musicale di un Paese che ha dato i maggiori geni musicali ed è diventata il fanalino di coda dell’europa“.