Irisbus ultimo atto – Il grido dei sindacati: “Nuova svolta o tutti a casa”

tavolo irisbus sindacatiAvellino – “Non abbiamo più tempo c’è bisogno di imprimere una vera e propria svolta fatta di concretezza al fine di accelerare la conclusione della vertenza altrimenti dovremmo assumerci le nostre responsabilità ed andare tutti a casa“. Questo il grido d’allarme lanciato questa mattina dai sindacati all’incontro con i lavoratori Irisbus.

“La vera questione dietro l’idea di far nascere il polo unico nazionale, sposata da tutti, è che bisogna ancora capire se tutto il sindacato nazionale e regionale delle due province, Bologna ed Avellino, siano d’accordo a seguire la stessa linea per arrivare alla conclusione della vertenza – spiega Giuseppe Zaolino segretario generale della Fismic - E’ opportuno che a livello sindacale noi e Bologna parliamo direttamente perchè se facciamo asse può darsi che sia sul Mise che sul Governo possiamo imprimere una diversa azione. Attualmente i fatti ci dicono che noi siamo l’anello debole della catena perchè l’Irisbus ha un capannone completamente vuoto, senza attrezzature e 300 ex lavoratori che stanno per diventare disoccupati e chi pensa che resteremo fermi in attesa o non capisce di politica industriale o pensa di far politica sulla testa di 300 persone mantenendoli buoni ma ha sbagliato indirizzo”.

“Abbiamo perso 3 anni inconcludenti – rimarca il segretario - abbiamo fatto tante cose ma il nostro dovere adesso è quello di dare una svolta e di imprimere una diversa velocità di azione. La svolta doveva iniziare già lo scorso gennaio ma dopo 7 mesi siamo ancora qui a leccarci le ferite. In questa vicenda non basta più stabilire i colpevoli e le questioni generali è ora di concretizzare la nostra posizione ed uscire dall’ambiguità che serve solo a chi sta tentando una mediazione infruttuosa e se non arriviamo ad una soluzione – conclude – è bene che la gente ci cacci fuori con i forconi”.

“Evitiamo di far nascere due vertenze – sottolinea Sergio Scarpa segretario generale della FiomCgil – in questa vertenza è inutile negarlo bisogna spingere il Governo affinchè concluda questa vertenza. Abbiamo bisogno di un incontro vero presso il ministero con la presidenza del consiglio perchè gli incontri bilaterali non ci portano da nessuna parte. Bisogna premere affinchè si ottenga un incontro che permetta di chiarire la situazione. Entro e non oltre il 20 settembre la vertenza deve essere chiusa perchè la situazione si farà davvero critica ed ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità”.

” In questa fase della vertenza c’è bisogno più che mai dell’aiuto di tutti – evidenzia Clorindo Sullo per la Fim Cisl - Bisogna stringere i tempi e seguire un’unica strada maestra che ci porti alla conclusione positiva di questa vertenza che attualmente si trova in una fase di impasse da cui dobbiamo uscirne al più presto”.

Due mesi fa – interviene Gaetano Altieri segretario generale della Uilm – eravamo vicinissimi ad un accordo ma oggi non sappiamo quali siano state le difficoltà che non hanno portato alla chiusura dell’intesa. Tante sono state le voci ufficiose ma ufficialmente non sappiamo nulla. L’allungamento tempi per l’Irisbus ci complica la vita perchè c’è bisogno di un incontro che faccia capire una volta che la vertenza sarà conclusa quali saranno i nuovi ammortizzatori che il nuovo soggetto imprenditoriale volti ad occupare tutta la forza lavoro. C’è la necessità di arrivare alla chiusura dell’accordo”.

Presenti all’incontro anche i deputati irpini Paris e Giordano che hanno chiesto ed ottenuto per la prossima settimana un incontro con i viceministro De Vincenti. “L’incontro della prossima settimana – dichiara la Paris – è stato chiesto affinchè potessimo capire come questa vertenza possa trovare un approdo migliore sapendo che si è scelto un percorso non semplice dato che si sta decidendo di mettere insieme pubblico e privato ma noi siamo convinti di questa strada”.
“Questo incontro non risolve la questione – precisa Giordano - ma noi abbiamo deciso di vedere  il Governo da soli come parlamentari perchè dobbiamo arrivare ad una discussione risolutiva e libera da pressioni capendo fin dove vuole arrivare il Governo dopodichè riprenderemo la vertenza tra le mani e ne ridaremo senso ridando fiato al progetto nazionale del polo unico. Noi abbiamo sempre affrontato questa vicenda con coesione ed inviteremo tutti i parlamentari a venire con noi all’incontro con il Governo per dare nuovamente un segnale di coesione perchè le questioni hanno bisogno non di una promessa più in là ma di un fatto più in qua”.

Il Governo non crede nel piano trasporti in Italia altrimenti avrebbe messo più fondi nel sistema trasporti – ci va giù duro Antonio Oliviero, segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici- La verità è che tutti gli attori principali per risolvere la vertenza ci sono ma allao stesso tempo la vertenza non vuole essere chiusa. Se il 15 ottobre si procederà con la mobilità quel giorno sarà il fallimento di tutta la classe sindacale e politica e noi non lo possiamo permettere”.