Avellino – Al via le audizioni con gli ex sindaci per le modifiche allo Statuto Comunale
Avellino – Lavorare sullo Statuto comunale ascoltando le idee e i consigli che arrivano dai primi cittadini che hanno segnato la storia della nostra città soprattutto in vista del nuovo scenario politico che ha ridisegnato la riforma delle Province vedendo Avellino protagonista come comune capoluogo.
Questo lo scopo dell’incontro di stamane della commissione statuto a Palazzo di città che ha visto la presenza di tutti i sindaci delle passate amministrazioni. Oggi sono partite le audizioni con Antonio Di Nunno, Enzo Venezia e Giuseppe Galasso. Successivamente si avranno le audizioni con Massimo Preziosi Angelo Romano ed Antonio Matarazzo.
Tre sindaci detentori di tre storie diverse di un’unica città: Enzo Venezia il sindaco della ricostruzione, Antonio Di Nunno, il sindaco delle opere pubbliche e Giuseppe Galasso, il sindaco della riqualificazione della città.
“Bisogna puntare principalmente sul sociale e sull’ambiente che non deve essere mai separato dall’urbanistica”. Questi i punti sui quali si è focalizzato l’ex sindaco Antonio Di Nunno nel corso del suo intervento. “Quando ho ricoperto la carica di sindaco ho scoperto che gli stessi problemi che si avevano nel dopo terremoto non erano finiti, anzi, la situazione peggiorava. Le stesse cose che i padri chiedevano all’epoca ( una casa, un lavoro) le venivano a chiedere per i figli. Tutto questo sottolineava che la questione sociale non era stata risolta. Il primo giorno che mi insidiai a Palazzo di città – ricorda – il dott. Andreotti venne da me e mi disse: “dei 10 miliardi per l’autostazione è rimasto poco perché alcuni soldi sono stati utilizzati per un lavoro urgente; questi altri fondi non ci sono più e se passa il decreto Dini tu non potrai accendere più nemmeno la luce nella tua stanza”. Procedemmo a passi lenti ma il passo di un’amministrazione non può essere che questo. La città è come il mare: hai risolto un problema ma ce n’è un altro dietro l’angolo. Servono direttive di ampio respiro. Bisogna prendere il coraggio a due mani ed andare avanti è difficile portare avanti un programma così come pensato. Ci vuole discorso lento, faticoso e poi – conclude – bisogna aspettare”.
“Ho ereditato i problemi del dopo terremoto – commenta Venezia – più di tremila le persone nei prefabbricati leggeri e tante altre accampati presso scuole, alberghi, ecc… c’era il pericolo alla pubblica e privata incolumità ma si doveva dare un segnale forte di fiducia ai cittadini e ricostruire la torre dell’orologio che all’epoca del mio mandato era ancora distrutta era il segno dell’impegno che Avellino ci stava mettendo per guardare al futuro. Poi sono seguiti i lavori per dare luoghi di incontro pensando a strumenti urbanistici per iniziare la ricostruzione. Avevamo necessità da affrontare come unire il centro con i quartieri, che erano lontani dalla vita quotidiana. Abbiamo dovuto lavorare per affidare ad Avellino un suo ruolo: quello di Capitale d’Irpinia”. E sugli interventi da fare nel presente Venezia sottolinea “bisogna individuare le cose da fare per rendere questa città protagonista. Il Consiglio Comunale deve svolgere il suo ruolo di amministrare nell’interesse della città anche se amministrare è difficile significa decidere, assumersi responsabilità ed avere sempre il tormento di sbagliare”.
“Avellino deve restare, anche se virtualmente, città capoluogo guadagnando questo ruolo attraverso i servizi da poter offrire all’area vasta recuperando la vera vocazione di questa città portando avanti una propria dimensione senza emulare nessuno – dichiara l’ex primo cittadino Galasso – Nel 2004 era finita l’ora di progettare ma si dovevano accelerare i tempi di azione affinchè i fondi che eravamo riusciti a farci stanziare non andassero persi. Avellino aveva visto fino a quel momento un solo grande cantiere noi ne aprimmo ben 54 valutando le idee dell’amministrazione Di Nunno e modificandole in base al cambiamento della città. In parte ci siamo riusciti ma abbiamo lasciato idee, soldi e progetti da realizzare che mi auguro vengano realizzati. Una città cantiere viene accettata dai cittadini se i cantieri vengono completati non diamo l’idea che ci sia un atto giustificatorio nei confronti della città per non poter fare. Tu – precisa, infine, Galasso riferendosi a Foti – hai una squadra forte e tutte le potenzialità per portare amministrare al meglio la città”.