Rotondi scrive a Berlusconi e rilancia la sfida a Renzi
L’ex Ministro Gianfranco Rotondi ha scritto una lettera al quotidiano Libero in cui spiega al leader del Pdl, Silvio Berlusconi, la propria sfida al sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Di seguito vi proponiamo il testo della missiva pubblicata stamane dal giornale diretto da Maurizio Belpietro.
Carissimo Presidente,
affrontiamo assieme il momento più difficile della stagione politica che porta il Tuo nome, il berlusconismo. Stiamo reagendo come un sol uomo perché Silvio Berlusconi e’ la nostra storia.
La storia tuttavia la scrivono i vincitori. Per avere ragione siamo condannati a vincere le prossime elezioni politiche.
Hai fatto bene a dire: non mollo, e resto il capo del centrodestra. Adesso devi conquistare la indifferenza suprema rispetto al Tuo destino: sia quel che sia, devi guidarci alla vittoria con la generosità e la passione di sempre. Dal carcere? Dal Senato? Da Arcore? E’ un problema degli avversari, non Tuo ne’ nostro. Saranno loro a dover spiegare che hanno preferito cacciare l’avversario dal Parlamento cavalcando una sentenza.
Sei pronto a ricandidarTi premier? Siamo con Te. Pensi che il Tuo messaggio possa essere testimoniato dalla donna più apprezzata nella vita economica e che porta il Tuo cognome? Noi ci stiamo, consapevoli che le grandi democrazie vivono anche del carisma di certe famiglie come e’ avvenuto in America coi Kennedy, i Bush, i Clinton.
Di certo per ora c’è solo il nostro splendido avversario, Matteo Renzi. Dalle nostre parti invece si sfogliano le pagine gialle cercando l’imprenditore della Provvidenza; si invocano pastai, gelatai, banchieri e via scorrendo il catalogo dei carismi in carta patinata; si parla di una Forza Italia in franchising dove ricchi epuloni possano comprare cariche e responsabilità.
Peccato che il Pd abbia in campo due risorse vincenti: Matteo Renzi ed Enrico Letta. Che sono, diciamolo, due professionisti della politica. Come lo sono Orlando a Palermo, De Luca a Salerno, Bianco a Catania e lo stesso Pisapia a Milano.
Saremo con Te nella nuova Forza Italia, se lo vorrai. Ma le battaglie politiche si
vincono solo con la politica. Mi obietterai che dalle nostre parti nessun politico alza il ditino e domanda il volante.
Eccomi qua. Nel nostro ultimo incontro Ti ho dato la disponibilità a sfidare Matteo Renzi come candidato premier. Quando Te l’ho detto mi hai guardato con l’affetto con cui si osserva un amico la cui salute mentale si e’ aggravata. Sissignori, e’ una follia.
Ci provo perché sono stato il Tuo ministro del programma, dunque il garante
degli impegni assunti da un governo cacciato da un golpe.
Ci provo perché sono stato l’ultimo democristiano, e l’unico che si e’ fidato di Te fino in fondo.
Ci provo perché assieme a Gerardo Bianco ho vegliato la salma di Almirante e Romualdi, in tempi in cui pochi riconoscevano il valore di una destra democratica e costituzionale.
Ci provo perché fui l’ultimo a intervistare Craxi che mi affidò l’auspicio di una riscossa cristiano-popolare in cui potesse riposare anche una nuova dignità dei socialisti.
Ci provo perché nell’ultima riunione dei gruppi Tu ci hai chiesto di pensare qualcosa di rivoluzionario, e dopo venti anni di nuovismi trovo che l’unica rivoluzione sia tornare alla Politica.
Non Ti chiedo di rispondermi. Non ora. Girerò l’Italia incontrando la nostra gente, nel tempo che ci sarà dato e nei modi che saranno possibili a un candidato senza un euro e senza l’appoggio di nessun potere forte o debole che sia.
Alla fine del giro non Ti chiederò le primarie, che sono una classica rappresentazione post comunista. Affido l’utilizzo di questa mia disponibilit à solo alla Tua scelta, al Tuo genio e alla Tua sregolatezza. La mia folle provocazione e’ lo stress test di un centrodestra che deve essere capace di vincere sul nome di chiunque di noi. Non vinciamo infatti perché una forza ci da’ la ragione, ma solo perché una ragione ci da’ la forza.
Con l’affetto di sempre, Gianfranco Rotondi