Bus in scarpata:ingegnere,barriera cede con grandi impatti

foto-andrea-boano-1 g ”I New Jersey sono barriere eccezionali in termini di resistenza, con i più alti standard di sicurezza, ma in caso di urto eccezionale cedono. Non si tratta di dolo o di malfunzionamento ma di una cosa normale. Del resto in Italia esistono 400 km di barriere bordo ponte di questo tipo che hanno il merito di aver bloccato il fenomeno delle cadute dei camion dai ponti, in passato molto frequenti”. A dirlo l’ingegnere Gabriele Camomilla, il ‘padre’ della versione italiana dei New Jersey americani, che in un’intervista al Sole 24 Ore respinge l’ipotesi di un malfunzionamento delle barriere presenti sul viadotto da cui è precipitato il pullman in Irpinia. Gli incidenti dipendono dall’angolo di impatto, dalla velocità e dalla massa del veicolo”, spiega Camomilla. ”La barriera H4 bordo ponte come quella di Acqualonga è omologata per un autoarticolato da 38 tonnellate che la urta con un angolo di 20 gradi a 65 km/h. Evidentemente nel caso del pullman in Irpinia uno o più parametri sono stati superati. Non credo la massa, ma la velocità e l’angolo d’impatto sì. Probabilmente – ipotizza – l’autobus, deviando per evitare le macchine, ha sbattuto contro la barriera con un angolo di almeno 45 gradi, con una velocità, in un tratto autostradale in forte discesa, superiore ai 65 km/h”.