Depurazione, Rossano(Fare): “70% degli impianti irpini non conformi”

Claudio Rossano“Da oltre un decennio – inascoltato da tutti – denuncio la gravissima situazione che si verifica in Campania ed in Irpinia nel campo della depurazione delle acque. Ed oggi Legambiente, che ha rielaborato i dati ARPAC 2011, ha rilevato che in provincia di Avellino il 70% degli impianti non sono conformi.” Lo afferma Claudio Rossano, esponente di Fare per Fermare il Declino.

“Oltre al grave danno ambientale – aggiunge – vi è da rilevare la vera e propria truffa operata nei confronti degli utenti che pagano in bolletta un servizio non erogato o erogato in maniera inadeguata. Purtroppo lo stesso Piano d’ambito dell’Ato Calore non evidenzia tale criticità, anche perché numerosi comuni non hanno trasmesso ancora i dati relativi alla depurazione. Poco si sa relativamente alla definitiva approvazione del Piano d’Ambito ed il Commissario Colucci bene farebbe a dire qualcosa al riguardo: di sicuro la Regione Campania ha individuato i numerosissimi enti che dovranno esprimersi sulla procedura di Valutazione Ambientale Strategica integrata relativa all’aggiornamento del Piano.”

“Rimane per me incomprensibile – prosegue Rossano – l’approvazione di un Piano senza l’approvazione preventiva della relativa Valutazione strategica. Su tali inquietanti vicende spero ponga presto la sua attenzione anche il nuovo Procuratore della Repubblica di Avellino, perchè i ritardi accumulati nel settore del riordino del ciclo integrato delle acque sono ormai decennali, con evidenti sperperi e costi che ricadono sugli utenti. La mancata approvazione del Piano d’Ambito non consente l’individuazione del Gestore Unico previsto per legge. E di questa mancata approvazione di certo gioiscono gli attuali gestori che continuano indisturbati ad erogare i loro servizi con alte tariffe. Una volta individuato il Gestore Unico gli stessi impianti di depurazione al servizio dei nuclei Asi ed affidati in gestione nella provincia di Avellino al Consorzio Gestione Servizi (Cgs) dovrebbero essere trasferiti al nuovo gestore. Ed è di queste ore – chiude Rossano – la notizia della preoccupazione di alcuni sindacalisti per il fatto che la dottoressa Ambrosone ha lasciato la carica di presidente del CGS. Non vorrei che tali dimissioni fossero legate allo stato degli impianti di depurazione gestiti dal CGS.”