Lettera aperta alla Premier Meloni da Foad Aodi

"Serve una posizione chiara e coraggiosa sul Medio Oriente"

amsiLe agenzie umanitarie delle Nazioni Unite denunciano un vero e proprio collasso: il 90% della popolazione non ha accesso regolare ad acqua potabile né a cibo sicuro, mentre gli ospedali sono stati rasi al suolo, saccheggiati o trasformati in obiettivi militari. Le ambulanze vengono colpite o ostacolate nel soccorso ai feriti, le incubatrici sono spente, i neonati muoiono in silenzio. Medici e infermieri lavorano senza anestesia, senza ossigeno, senza farmaci, spesso sotto le bombe. I bambini muoiono stringendo una ciotola di plastica dopo ore di fila per un mestolo di zuppa, davanti a convogli Onu svuotati o bloccati. Questo non è un conflitto, è un massacro annunciato. È una tragedia che si consuma nel rumore delle bombe e nel silenzio dell’Occidente.

Da medico, da giornalista, da uomo, da italiano di origine palestinese dico sempre la nostra posizione per l’interesse di tutti e per l’interesse dell’Italia 

Mi rivolgo al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, affinché l’Italia faccia la sua parte con coraggio e dignità come spesso ha fatto nel passato.

Come ha fatto la Francia del Presidente Macron, che si è espresso chiaramente a favore della nascita di uno Stato palestinese indipendente, anche l’Italia deve prendere posizione, agendo “al di sopra delle parti” ma con piena responsabilità storica e morale.

Non possiamo più ignorare il pianto dei bambini che muoiono per fame.
Non possiamo fingere di non vedere gli ospedali sventrati, i medici assassinati, le ambulanze bloccate, i fiumi umani che si accalcano ai convogli Onu nella speranza di un sacchetto di farina. Questo è un genocidio silenzioso. Chi governa non può rifugiarsi nella prudenza diplomatica mentre la popolazione civile viene spazzata via. Lo dicono i numeri. Lo urla la storia.

Facciamo appello a un’alleanza di solidarietà sanitaria internazionale.

Come AMSI, UMEM, Co-mai, Uniti per Unire e AISC_NEWS, chiediamo a tutti gli ordini professionali e alle associazioni sanitarie italiane ed europee di unirsi per istituire una rete stabile di corridoi umanitari, delegazioni mediche internazionali e aiuti strutturati alla popolazione di Gaza, a partire da bambini, donne incinte, disabili e malati cronici.

Un appello anche alla diplomazia italiana: la neutralità non può essere complice.

Il Governo italiano ha scelto finora di non riconoscere lo Stato di Palestina, sostenendo che i “tempi non sono maturi”. Ma chi decide quando è “maturo” un tempo che dura da oltre 70 anni? Trentacinque ex ambasciatori italiani, in una lettera congiunta pubblicata il 24 giugno 2024, hanno chiesto ufficialmente a Giorgia Meloni di cambiare rotta e riconoscere lo Stato palestinese, per fermare la spirale di violenza e restituire dignità ai civili massacrati. Non vorremmo mai che l’Italia e il suo Governo pensassero che sostenere la nascita dello Stato Palestinese ora vorrebbe dire compromettere la propria posizione internazionale, sarebbe un errore imperdonabile. 

Gli uomini coraggiosi scrivono la storia con i loro atti.

Per questo, nei momenti di difficoltà a livello internazionale, è necessario prendere una posizione forte, chiara, e non rimanere nell’ambiguità. Un Paese come l’Italia non può permettersi ruolo di ambiguità. Da una parte, la popolazione civile – italiana, araba, europea – avanza richieste di solidarietà, di aiuti umanitari, di riconoscimento dell’indipendenza per lo Stato palestinese. Dall’altra, alcuni esponenti del Governo italiano continuano a dire no, a negare questo riconoscimento, a sostenere che “non è il momento”.

Ma questo atteggiamento danneggia l’immagine dell’Italia nel mondo, e in particolare nei Paesi arabi e mediorientali. Un tempo, l’Italia era tra i Paesi più amati, più rispettati, più apprezzati nella regione. Lo dimostra il fatto che la maggior parte degli studenti arabi sceglieva l’Italia per la propria formazione universitaria, molto più della Germania o della Francia. Oggi tutto questo si sta perdendo.

Le recenti dichiarazioni della Presidente Meloni, così nette e unilaterali, rischiano di compromettere irreparabilmente la credibilità internazionale dell’Italia. Danno l’impressione di un Governo che prende parte, che “tifa” per una sola parte, e non agisce come potenza di pace e di equilibrio.

Noi, invece, chiediamo pace per tutti, giustizia per tutti, sicurezza per tutti. La storia – anche chi oggi la ignora o la strumentalizza per convenienza politica – parla chiaro: lo Stato di Israele è stato già riconosciuto ufficialmente dall’Autorità Nazionale Palestinese.

Per questo, oggi chiediamo:

• l’apertura immediata di corridoi sanitari sicuri per l’accesso degli aiuti e delle équipe mediche internazionali;

• l’invio di delegazioni medico-umanitarie nei territori martoriati;

• un cessate il fuoco duraturo, senza ambiguità;

• Soprattutto un’azione diplomatica euromediterranea coordinata, che guardi al futuro di due popoli che hanno diritto a vivere insieme, in pace, in sicurezza, con pari dignità.

Il futuro giudicherà il nostro silenzio.

Se oggi non agiamo, se oggi non ascoltiamo la voce della società civile, saremo ricordati per aver chiuso gli occhi davanti all’orrore. La storia non perdona l’indifferenza. Serve un’Italia che dialoghi davvero con entrambe le parti, come ha fatto nei momenti più alti della sua tradizione diplomatica.

Noi, come comunità medica , come intellettuali, come cittadini italiani, del Mediterraneo e della comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai), non vogliamo rimanere complici.

Vogliamo salvare vite. Vogliamo costruire la pace. 

Source: www.irpinia24.it