Guerra Russia-Ucraina, De Luca: “Solidarietà più profonda al popolo ucraino”
Nel consueto appuntamento del venerdì, il Governatore si sofferma sulla drammatica tragedia del conflitto Russia-Ucraina
«Le giovani generazioni avevano perso la memoria su che cosa fosse una guerra», con queste parole, il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, al consueto appuntamento della video-diretta facebook del venerdì pomeriggio, ha manifestato ampia disapprovazione in merito alla drammatica tragedia che sta affrontando l’Ucraina: «Abbiamo tutti quanti davanti agli occhi le immagini drammatiche della guerra in Ucraina. Voglio esprimere, a nome di tutti quanti noi, la nostra solidarietà più profonda al popolo ucraino, a coloro che stanno vivendo, in queste ore, momenti drammatici in queste ore, alle famiglie che vengono sconvolte, ai profughi che cominciamo a trovare in fuga dai territori di appartenenza».
«Solidarietà piena e profonda, sperando ovviamente che la guerra non si scarichi in maniera drammatica sulle popolazioni civili. E’ stato per tutti noi un risveglio amaro: mai ci saremmo immaginati di vedere situazioni simili, immagini che avevamo visto nei resoconti della Seconda Guerra Mondiale. Ci sono stati conflitti anche in Europa in questi anni, nel dopoguerra: nell’ex Jugoslavia, conflitti, episodi di barbarie e pulizia etnica, bombardamenti in Serbia»- ha dichiarato De Luca- Ma non avevamo mai avuto un’immagine così violenta e così pesante di una guerra vera, messa in campo da un grande Paese e da una grande potenza militare, come la Russia. Queste immagini ci ricordano quanto sia precaria la civiltà umana e quei valori che abbiamo considerato acquisiti per sempre non lo sono: né i valori della democrazia, né quelli della pace. La realtà ci ricorda che anche la democrazia è una costruzione storica, nonché un modo di governare le comunità umane, ma non scontato per sempre. Anzi, è una forma di governo minoritaria nel mondo contemporaneo. E così la pace. Possiamo conoscere nuovi grandi tragedia».
Secondo il Governatore, si tratta di una tragedia che avrà irrimediabili conseguenze anche sul piano economico europeo: «Il problema non finirà con l’Ucraina e avremo davanti a noi anni, forse decenni difficili. L’episodio di questa guerra cambia gli equilibri in Europa e nel mondo e apre una nuova pagina nella storia contemporanea. Dobbiamo fare attenzione perché se la Russia mantiene quest’orientamento, per noi saranno decenni difficili. Colpiranno la Russia, ma anche i Paesi occidentali, in particolare l’Italia e la Germania. L’Italia per due ragioni: in primis, perché dipendiamo dalla Russia per il gas, la dipendenza energetica più pesante di tutti i Paesi occidentali; e, insieme alla Germania in questo caso, siamo il principale Paese esportatore di tecnologie, in termini di meccanica di precisione. Le sanzioni economiche bloccheranno questi scambi commerciali. Non possiamo allontanarci dalla Nato, ma dobbiamo porre in maniera intelligente, anche ai nostri partner, il problema: siccome la realtà presenta un quadro diverso delle conseguenze delle sanzioni, dobbiamo essere solidali nel momento in cui tutti accettiamo di mettere le sanzioni alla Russia, ma anche quando accettiamo di aiutarci tutti nelle difficoltà economiche. Se noi dovessimo avere l’interruzione del gas da parte della Russia, ci deve essere un meccanismo di solidarietà generale verso l’Italia e, se necessario, verso la Germania» ha continuato il Presidente.
In più, il conflitto in Ucraina ci pone dinanzi ad un altro problema ancora più arduo, quello dell’autonomia energetica dell’Italia: «Da questo punto di vista, siamo il Paese più debole dell’Occidente, perché siamo dipendenti dai Paesi esteri per il 95% delle risorse energetiche. Un Paese così non può difendere la propria autonomia e la propria libertà su un lungo periodo. Questa vicenda ha richiamato l’Italia a una realtà dura: non possiamo essere un Paese che può essere messo in ginocchio dalla chiusura di gasdotto o dal blocco delle forniture petrolifere. Non è possibile. Le vicende di queste ore e di questi giorni ci richiamano al dovere di non consentirci lussi che altri Paesi non si consentono. Non orientare la nostra economia in una direzione di una transizione ecologica non può significare perdita di autonomia e cambiare un sistema dalla sera alla mattina» ha concluso così Vincenzo De Luca.