Avellino – Successo di pubblico per il Seminario “Eugenio viti e il suo Novecento”
Evento culturale organizzato dal Circolo culturale degli “ Amici del MdAO”
Avellino – Successo di pubblico per il Seminario di Storia dell’Arte: “Eugenio Viti e il suo Novecento” che si è tenuto lo scoro sabato 27 novembre presso il Circolo della Stampa di Avellino, sito in Corso Vittorio Emanuele civico 6.
L’evento culturale è stato organizzato dal Circolo culturale degli “ Amici del MdAO”.
La relazione è stata affidata al critico d’arte e studioso Prof. Stefano Orga, che illustrato il tema “La figura di Eugenio Viti”, sottolineando: “Eugenio Viti mantenne sempre molto alto il livello qualitativo della sua ricerca e della sua produzione artistica. I suoi lavori illustravano principalmente paesaggi sorrentini; dipinse anche: nature morte; ritratti, essenzialmente femminili; e rare scene di genere. Questi erano i temi caratteristici della sua produzione pittorica. Egli fu certamente un “paesista elegantissimo, sobrio e sapiente” sia nel disegno che nel uso del colore. Il suo stile ebbe una particolare e discontinua evoluzione divenendo maggiormente sintetico avvicinandosi per taluni aspetti ai secessionisti centro europei, e per altri versi al Post-impressionismo ed in fine approdò a Novecento Italiano. Anche se la sua ultima produzione artistica ebbe un gusto maggiormente decorativo, rimanendo legata a una certa solidità formale di matrice novecentista. I suoi lavori artistici mostravano un certo fascino dovuto alle sue capacità espressive raggiunte dopo anni di sacrifici e di duro lavoro. La sua arte fiorì in solitudine grazie ad un calore di purezza, che l’ha preservato da ogni contaminazione mercantile. Egli aveva un temperamento amabile e genuino che gli aveva procurato la stima e l’affetto di molti suoi colleghi fra cui si ricordano Carlo Siviero, Ardengo Soffici, Marcello Piacentini, e molti altri. Certamente il merito maggiore di Eugenio Viti fu quello di aver apportato un “miglioramento” ed un ammodernamento all’antica tradizione della pittura napoletana”.
Il seminario è stato coordinato dal Dott. Francesco Iannaccone. Inoltre, al seminario sono intervenuti: Dott. Pasquale Luca Nacca (referente Gruppo Fb artisti irpini), Dott. Antonio Limongelli (pediatra e cultore d’arte), Prof. Angelo Cutolo (cultore di storia locale), Dott. Giuseppe D’Amore (cultore d’arte). All’evento culturale c’è stata l’opportunità di visionare due interessanti dipinti originali di Eugenio Viti: Da Posillipo (1903) e Ritratto di Mastellone. L’evento è stato promosso dal Circolo culturale degli “Amici del MdAO”, con la collaborazione dell’ Associazione Culturale ACO e del MdAO – Art Museum.
Il Circolo culturale degli “Amici del MdAO” organizzerà una serie di eventi culturali nei prossimi mes presso il Circolo della Stampa di Avellino: da giovedì 23 dicembre 2021 a sabato 25 dicembre 2021 si terrà la Mostra d’arte: “I pittori avellinesi del Diciannovesimo secolo” (inaugurazione giovedì 23 dicembre ore 11.30). Con opere originali dei pittori avellinesi dell’Ottocento Mariano Uva (1794-1860), Achille Carrillo (1818-1880), Cesare Uva (1824-1886) e Giovanni Battista (1858-1925); sabato 29 gennaio 2022 alle ore 18.30 ci sarà il Seminario di Storia dell’Arte: “Fedele Fischetti e la sua arte”; sabato 26 marzo 2022 alle ore 18.30 si terrà il Seminario di Storia dell’Arte: “Francesco Gioli il post-macchiaiolo”; sabato 28 maggio 2022 alle ore 18.30 ci sarà il Seminario di Storia dell’Arte: “Pierre Laprade e l’Intimismo francese”.
Per informazioni e contatti: mdao@libero.it.
Eugenio Viti nacque a Napoli il 28 giugno 1881 da Angelo e da Emilia Porzio. Nel 1894 si iscrisse alla Scuola Tecnica “Caracciolo” di Napoli, ove si diplomò nel 1899. In seguito studiò all’ Real Istituto di belle arti di Napoli qui fu allievo di Michele Cammarano (1835-1920) e di Vincenzo Volpe (1855-1929), conseguì la Licenza in Pittura nel 1907.
Dal 1902 frequentò i corsi privati presso lo studio del pittore morelliano Giuseppe Boschetto (1841-1918), in via Santa Brigida. All’Istituto di Belle Arti partenopeo frequentò Edgardo Curcio (1881-1923) ed Edoardo Pansini (1886-1968). Nel 1907 partecipò al concorso per il Pensionato artistico nazionale presso la Galleria nazionale d’Arte Moderna di Roma.
Esordì nel 1909, a Napoli, partecipando alla mostra della cosiddetta Secessione napoletana. Nel 1911 visitò a Roma una mostra relativa alla Secessione viennese e bavarese, ove ne rimase molto colpito. Ottiene l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole tecniche e normali nel 1912. Nel 1915 frequentò i Corsi liberi di incisione e acquaforte tenuti da Lionello Balestrieri (1872-1958). Nel 1916 fu richiamato alle armi e dopo fu congedato nel maggio del 1919. Nello stesso anno fu tra i pochi napoletani a cui Umberto Boccioni (1882-1916) aveva dedicato il suo Manifesto futurista ai pittori meridionali. Nel 1920 ottenne mezza cattedra di Disegno ornato e la cattedra di Disegno a mano all’ Istituto Artistico Industriale di Napoli. Fu presentato da Margherita Sarfatti (1880-1961) alla Biennale Internazionale d’arte della città di Venezia del 1924.
Nel 1925 visitò a Parigi con l’amico Lionello Balestrieri. Nel 1927 aderì al Gruppo degli Ostinati guidato e fondato da Lionello Balestrieri e l’anno successivo aderì al Sindacato fascista regionale di belle arti della Campania. Dal 1929 fece parte del direttorio del dello stesso sindacato, divenendo membro di comitati, di commissioni e di giurie delle mostre organizzate dal sindacato. Sempre nel 1929 sposò la nobile Olga d’Ippolito. A causa della guerra fu costretto a spostarsi con la famiglia a Pompei (NA) e a Massalubrense (NA). Nel 1946 morì la madre, a cui era molto legato, nello stesso anno divenne membro del direttivo del Circolo artistico e politecnico di Napoli. Nel 1951 Luigi Einaudi (1874-1961), presidente della Repubblica, lo premiò per la pittura al Premio Nazionale per le arti dell’Accademia di “San Luca” a Roma. Si spense a Napoli l’otto marzo 1952.