De Blasio resta Segretario del Partito Democratico…almeno per ora
La mozione di sfiducia non passa per un solo voto, ma il numero che appoggia la linea direttiva del Pd è esiguo. Il vertice regionale potrebbe aprire nuovi scenari...
Avellino – Due schede bianche e cinquanta voti a favore della sfiducia al segretario del Pd, Carmine De Blasio. Un vero e proprio bollettino di guerra con tanti sconfitti, il primo tra tutti il Pd. Il partito che dovrebbe rappresentare la maggioranza degli italiani, si presenta sullo scenario nazionale e locale, spaccato in tanti frammenti che si fa fatica a mettere insieme.
La parola “unità”, tanto cara alla sinistra italiana e pronunciata ancora raramente dagli amanti della vecchia politica o dagli stessi fautori che ricordano con nostalgia i bei tempi passati, non ha più un senso. Mentre Renzi alla Leopolda festeggia con l’unica cosa che gli resta, cioè l’entusiasmo, il successo del Pd (quale successo ancora non è chiaro), il presidente De Luca come Ponzio Pilato “se ne lava le mani”, ad Avellino abbiamo un segretario e un sindaco sfiduciati quotidianamente.
Politica e amministrazione non esistono ormai da tempo e a pagare le conseguenze sono i cittadini, soprattutto gli elettori che quando hanno dato il loro voto ai democratici ci hanno creduto, hanno sperato.
De Blasio non poteva trovare parola migliore: vergogna. Messa da parte la speranza e anche la vergogna, bisogna capire cosa succederà, perché i numeri per andare avanti effettivamente non ci sono.
Il sindaco e il Segretario continua ad arrampicarsi con le unghie sugli specchi, ma si sa qual è la fine di chi si imbatte in questa impresa. De Blasio non torna a casa, almeno oggi, ma lo spettro del commissariamento aleggia su via Tagliamento.
Potrebbe anche rimanere alla guida del Pd fino al congresso. Sicuramente c’è bisogno di tempo per mettere ogni tassello al suo posto o almeno provarci. Il prossimo passo sarà quello del tesseramento.
In ogni caso, i vertici regionali saranno costretti ad affrontare la situazione e prendere in mano le redini. Nella giornata di oggi c’è stato un segno tangibile, l’inizio di una nuova fase, magari l’inizio di un risveglio dei democratici. Anche se il cambiamento deve avvenire prima di tutto nella mente del direttivo e dei delegati. La corrente deve essere unica e gli obiettivi condivisi da tutti.
Sono tanti i marchiati Pd, come tanti sono quelli che vanno controcorrente. In tutti questi mesi abbiamo assistito a un buttarsi fango in faccia reciprocamente, a uno sgomitare per emergere con presunzione, a un egoismo puro.
Nei tanti discorsi o interviste non è mai uscito fuori la frase “la cosa migliore per il bene della comunità”.
Il risultato ha messo tutti davanti una dura realtà e non si può continuare a rimanere indifferenti, fare finta di non sapere o addirittura scappare. Ridateci la politica quella vera, ridateci la nostra città. Anche noi siamo usciti sconfitti ma per colpa vostra!
Cataldo Daniela