Al circolo PD di Serino si celebrano la Liberazione e il 1 Maggio

Bassolino: “Senza storia non si va da nessuna parte: dal nulla nasce il nulla”

congresso_circolo_berlinguerSerino – A cavallo tra il 25 aprile e il 1 maggio, una data scelta non per caso dal Segretario del Circolo PD “E. Berlinguer”, Marcello Rocco, per ricordare due figure di spicco del panorama politico italiano, Enrico Berlinguer e Pietro Ingrao. L’evento, dal titolo “Berlinguer, Ingrao, il mondo del lavoro e la Costituzione a 70 anni dalla Liberazione”, ha visto la partecipazione del Presidente Provinciale ANPI Avellino Giovanni Capobianco, la consigliera regionale Rosetta D’Amelio e il Presidente Fondazione Sudd Antonio Bassolino.

Ha aperto i lavori Marcello Rocco, Segretario del Circolo, sottolineando proprio la scelta di celebrare insieme due ricorrenze, quali la Liberazione e la Festa dei lavoratori, pregne di significato: “queste feste, questi momenti commemorativi possono avere valore e significato se noi nel nostro piccolo, nella nostra quotidianità abbiamo la capacità e il coraggio di portare avanti con azioni concrete quello che queste giornate rappresentano per tutti gli italiani”. Proprio a proposito della Resistenza, Rocco ha tenuto a ricordare che non si tratta di una ricorrenza di un solo colore politico perché i partigiani non erano solo comunisti ma anche liberali, anarchici, repubblicani e cattolici ed è proprio in questo che va riconosciuto il valore aggiunto del sacrificio di questi uomini che hanno non solo svegliato il popolo italiano dal torpore in cui era caduto a causa del fascismo ma anche pulito l’onta di vergogna che ha macchiato l’Italia. “Oggi più che mai – continua Rocco – abbiamo bisogno di riscoprire un senso di nuova Resistenza che possa farci guardare con rinnovato slancio ed impegno a valori quali libertà, uguaglianza e fratellanza”. Nel ricordo della grande carica di umanità che ha contraddistinto le figure di Ingrao e Berlinguer, il Segretario ha lasciato la parola alla consigliera PD.

Rosetta D’Amelio, avendo avuto la fortuna di aver incrociato lungo il suo cammino personalità come quelle di Ingrao e Berlinguer, ha preferito ricordare la scelta di vita di questi due uomini, che hanno fatto la storia della sinistra italiana, raccontando alcuni episodi personali che li hanno visti protagonisti. In particolare, a pochi giorni dal terremoto che ha devastato il Nepal, la D’Amelio ha tenuto a riportare il ricordo della figura di Berlinguer venuto in terra irpina in occasione del terremoto del 1980: “ricordo il suo arrivo a Caposele, un comune che era un monocolore del PC, in cui c’era una sezione che aveva l’abitudine di verbalizzare le riunioni. Ebbene, il terremoto rase la suolo la sezione, facendo 13 morti, l’intero direttivo. Berlinguer si avvicinò alle famiglie delle vittime che gli regalarono il diario delle riunioni e quello che mi ha colpito è stato vedere che quell’uomo, che definivano austero e controllato, piangeva sul verbale”. “Perciò – conclude – dobbiamo avere il dovere morale quando si sta all’interno delle istituzioni o in un organismo politico, di farne parte non per noi stessi ma per essere a disposizione della collettività. Al centro dell’impegno politico devono esserci gli interessi della collettività e, soprattutto, di quella parte della società che vive situazioni di disagio. E questo è il messaggio di Ingrao e Berlinguer di cui dobbiamo riappropriarci: la politica come servizio e non come realizzazione personale”.

L’intervento del Presidente ANPI è volto a ricordare il tributo di sangue versato dai partigiani campani; ne ha ricordati sei, ognuno con la propria storia, ognuno col proprio credo politico eppure uniti nel nome della Resistenza e della Liberazione.

Le conclusioni sono state affidate ad Antonio Bassolino che, pur febbricitante, non ha voluto mancare all’appuntamento. L’intervento di Bassolino ha seguito la linea del ricordo privato per celebrare le figure di Ingrao e Berlinguer e per riflettere sul loro valore. Celebre l’intervista a Pansa in cui dichiarò «Io voglio che l’Italia non esca dal Patto atlantico. Mi sento più sicuro stando di qua, sotto l’ombrello della NATO».  “Berlinguer non sapeva parlare bene in piazza, non sapeva fare i comizi – spiega Bassolino – ma pur avendo il monotono più noioso di questo mondo, l’affetto che c’era attorno a lui non c’era per nessuno”. Anche Bassolino ci tiene a ricordare la presenza di Berlinguer nell’Irpinia terremotata: “Ho diverse fotografie di lui che passa in mezzo ai terremotati e per me sono indimenticabili le donne irpine e salernitane che non gli si avvicinano neppure. Io cercai di spiegarmi perché, per la mentalità contadina era come Cristo che passava in mezzo alla gente”.

Di Ingrao, oggi centenario, Bassolino ricorda il volto: “un volto che dimostra vent’anni di meno, un volto contadino scolpito nella roccia. Ma di Ingrao ci tengo a dire che è stato il primo dirigente PC italiano ad occuparsi dei problemi dello Stato e delle istituzioni. È stato un grande oratore, il più grande di tutti. Veniva inviato a dirimere i conflitti più aspri, anche quando smise di essere il pupillo di Togliatti. Aveva un metodo di lavoro faticoso e incredibile ed è stato un analista politico raffinato”.

Dopo i ricordi, Bassolino si avvia alla conclusione con un messaggio: “Senza storia non si va da nessuna parte; guardare al passato con nostalgia è l’errore più grande che possiamo commettere, ma pensare che prima di noi non ci sia nulla è ancora più sbagliato: dal nulla nasce il nulla”.

Source: www.irpinia24.it