Sequestri in carcere ad Avellino
Scoperti smartphone e droga; il SAPPE denuncia gravi criticità gestionali
Nella giornata di ieri, nel corso di una mirata e complessa operazione di controllo, il personale della Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Avellino “Antimo Graziano” ha portato a termine un blitz all’interno di una cella occupata da sei detenuti, tutti originari del Napoletano, procedendo al sequestro di quattro smartphone di ultima generazione e circa 35 grammi di hashish. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Marianna Argenio, vicesegretario regionale SAPPE, evidenzia che “il materiale illecito era abilmente occultato in una intercapedine ricavata nel bagno della cella, individuata esclusivamente grazie all’elevata professionalità, all’esperienza e al senso del dovere del personale operante, che continua a garantire sicurezza e legalità pur essendo costretto a operare in un contesto reso critico dalle persistenti carenze gestionali e organizzative della direzione.
Il SAPPE rileva che l’operazione rappresenta l’ennesima testimonianza della volontà delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria di riportare e mantenere la legalità all’interno dell’istituto penitenziario del capoluogo irpino, nonostante una gestione interna che costringe il personale a supplire con sacrificio personale, turnazioni pesanti e carichi di lavoro eccessivi alle inefficienze organizzative della stessa Amministrazione. Per la sindacalista, “il rinvenimento rientra in una più ampia attività di controllo e risanamento dell’istituto, ma tali risultati non possono continuare a poggiare esclusivamente sull’abnegazione del personale, mentre la direzione tarda ad attuare una reale e funzionale organizzazione del lavoro, determinando un continuo e crescente stress operativo”. Per questo, conclude Argenio, “Il SAPPE ribadisce la non più procrastinabile necessità di addivenire in tempi brevi ad una nuova organizzazione del lavoro, indispensabile per garantire la sicurezza dell’istituto e restituire dignità, equilibrio e benessere al personale di Polizia Penitenziaria, che non può continuare a essere lasciato solo a colmare le gravi mancanze gestionali dell’attuale direzione”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, denuncia che l’ingresso illegale di cellulari nelle carceri è continuo. Ricorda che il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria chiede da anni nuovi provvedimenti per bloccare l’uso di dispositivi tecnologici nei reparti detentivi, ma il problema persiste: i sequestri sono all’ordine del giorno e i telefoni arrivano anche tramite droni. Capece sottolinea che, nonostante dal Codice penale sia stato introdotto un reato specifico con pene dai 1 ai 4 anni, la situazione non migliora. Propone quindi soluzioni drastiche, come la schermatura degli spazi dove sono presenti detenuti, per impedire l’uso di telefoni cellulari e smartphone.