“In Campo con il Cuore”: il calcio che unisce
A Marigliano (NA) il protocollo per l’inclusione dei ragazzi autistici
Un pallone che unisce e abbatte barriere: è il senso del Protocollo d’Intesa “In Campo con il Cuore”, presentato oggi nella Sala del Chiostro del Santuario della Madonna della Speranza a Marigliano (NA). L’iniziativa, promossa da Netgroup, dalla Cooperativa Sociale Aliter e dall’A.S.D. P.G. Mariglianese, prevede la creazione di una scuola calcio che accoglierà una trentina di giovani con disabilità tra i 6 e i 18 anni, impegnati in allenamenti e attività educative insieme ai loro coetanei. Un progetto che trasforma il calcio in un’occasione di inclusione, socializzazione e crescita personale, restituendo allo sport la sua funzione più autentica: fare comunità.
L’evento di presentazione ha visto la partecipazione delle istituzioni locali, con il Sindaco di Marigliano Gaetano Bocchino e la presenza della Senatrice Giusy Versace, da sempre impegnata sul fronte dell’inclusione sportiva e testimone diretta del potere dello sport come leva di riscatto e speranza.
“Abbiamo voluto fortemente questo progetto perché crediamo che il calcio sia un linguaggio universale capace di abbattere barriere e avvicinare mondi che troppo spesso restano separati. Questo protocollo sancisce un impegno concreto a favore dei ragazzi e delle loro famiglie, dando al nostro territorio un segnale forte di comunità”, ha dichiarato Michelangelo Esposito Mocerino, Presidente Onorario della Mariglianese.
“Per Netgroup sostenere questa iniziativa significa non solo offrire un contributo economico, ma soprattutto condividere una responsabilità sociale: quella di dimostrare che tecnologia, impresa e sport possono camminare insieme per migliorare la vita delle persone. In questo progetto vediamo il volto più autentico della solidarietà, dell’innovazione e della sostenibilità sociale”, ha aggiunto Salvatore Gesuele, Amministratore Delegato di Netgroup.
La giornata si è conclusa con un forte richiamo al valore educativo dello sport, ribadendo come un semplice pallone possa diventare un ponte tra diversità, un’occasione di inclusione e una forma di terapia sociale capace di regalare speranza e futuro.