Scudo penale e riforma per i medici

Riduzione della responsabilità penale e modernizzazione delle professioni sanitarie

aisc newsIl Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge delega sulle professioni sanitarie, fermo dal 4 agosto, che introduce lo scudo penale rafforzato per i medici e una serie di misure di riforma. Il provvedimento circoscrive la responsabilità penale dei sanitari ai soli casi di colpa grave, a condizione che abbiano seguito linee guida accreditate o buone pratiche clinico-assistenziali, con l’obiettivo di ridurre il fenomeno della medicina difensiva che, secondo le stime, pesa per circa 11 miliardi di euro l’anno e contribuisce ad allungare le liste d’attesa. Il testo prevede inoltre la trasformazione del corso regionale di medicina generale in una vera e propria scuola di specializzazione, nuove regole per il funzionamento degli Ordini professionali, l’istituzione di un sistema nazionale di certificazione delle competenze, meccanismi premiali per la riduzione delle liste d’attesa e strategie di governance dell’intelligenza artificiale in sanità.

Lo scudo penale è una nostra vittoria dopo oltre 25 anni di battaglie per tutelare i medici e i pazienti dai danni della medicina difensiva. Plauso al Governo: l’Italia era tra i pochi Paesi europei senza questa legge”. Così il Prof. Foad Aodi, Presidente AMSI ed UMEM, Direttore AISC_NEWS INTERNAZIONALE e Presidente-Fondatore di Uniti per Unire, medico-fisiatra giornalista internazionale, esperto di salute globale, docente dell’Università di Tor Vergata, membro del Registro esperti FNOMCeO e per quattro volte consigliere OMCeO di Roma.

Medicina difensiva: un costo di 11 miliardi e un freno alla sanità
Da oltre due decenni Amsi e le organizzazioni partner hanno denunciato i danni della cosiddetta medicina difensiva, stimati in circa 11 miliardi di euro l’anno. «Una cifra enorme – spiega Aodi – che grava sui bilanci delle Asl e che rallenta la macchina sanitaria. Migliaia di denunce infondate hanno spinto i medici a prescrivere esami inutili e costosi per proteggersi da cause legali. Il risultato? Liste d’attesa interminabili, pazienti che aspettano mesi per interventi urgenti e risorse economiche sottratte a chi ha davvero bisogno».

Italia tra i pochi Paesi europei senza scudo penale
Fino ad oggi l’Italia era tra i rari Paesi europei a non avere una norma chiara a tutela dei medici che rispettano linee guida e buone pratiche. Con il disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri si stabilisce che la responsabilità penale scatta solo nei casi di colpa grave, introducendo inoltre l’obbligo per i giudici di valutare fattori di contesto come la scarsità di risorse, le emergenze e la complessità delle patologie. «Si tratta di un passo storico – sottolinea Aodi – che restituisce serenità ai professionisti e permette loro di dedicarsi ai pazienti senza la paura costante di finire sotto processo. Non è impunità ma buon senso e rispetto per il lavoro di chi salva vite ogni giorno».

Una legge attesa da 25 anni: la battaglia di Amsi
Aodi ricorda il lungo percorso: «Da oltre 25 anni l’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia porta avanti questa battaglia. Abbiamo denunciato la deriva di un sistema in cui il timore delle denunce ha condizionato diagnosi e cure. Con questa norma, frutto di impegno e perseveranza, possiamo dire che una parte della nostra missione è stata raggiunta».

Formazione, Ordini e Intelligenza artificiale
Oltre allo scudo penale, il provvedimento approvato dal Governo prevede la trasformazione del corso regionale di medicina generale in una vera scuola di specializzazione, l’aggiornamento delle competenze per chimici, biologi e odontoiatri, la revisione degli Ordini professionali e una governance nazionale dell’intelligenza artificiale in sanità. «Sono riforme che sosteniamo con convinzione – commenta Aodi – perché servono a rafforzare il ricambio generazionale, a valorizzare la formazione manageriale e a modernizzare il nostro SSN».

Ordini professionali più inclusivi

«Auspichiamo che questa riforma possa inoltre anche intensificare il coinvolgimento di tutti i medici e far diventare l’Ordine dei Medici la casa di tutti, senza esclusioni – aggiunge Aodi –. Serve aumentare la percentuale di affluenza durante le elezioni e introdurre modalità online per permettere anche a chi vive lontano dalle sedi di esercitare il proprio diritto di voto. Non devono più votare solo coloro che abitano vicino all’Ordine, ma tutti i professionisti devono essere messi nelle condizioni di partecipare attivamente».

Le nuove priorità: contratti, valorizzazione e professionisti stranieri
«Lo scudo penale è un traguardo, ma non basta – avverte Aodi –. Dobbiamo lavorare su altre priorità: equiparare i contratti dei medici e degli altri professionisti sanitari ai colleghi europei, garantire una reale valorizzazione economica, mettere un freno alle aggressioni sempre più frequenti nei confronti degli operatori e fermare l’emorragia di competenze con la fuga all’estero. In più, bisogna snellire la burocrazia per i medici e i professionisti sanitari di origine straniera: oggi solo il 30% lavora nel pubblico, un dato inaccettabile che penalizza l’intero sistema. Occorre accelerare i processi di riconoscimento dei titoli e creare percorsi di inserimento più rapidi ed equi».

Lo scudo penale contro la fuga dei medici

«Lo scudo penale può rappresentare anche uno stimolo per far tornare in Italia tanti professionisti della sanità – spiega Aodi –. È infatti al terzo posto tra le cause della fuga all’estero, subito dopo lo stress lavorativo e le aggressioni. Il 38% dei medici dichiara la medicina difensiva come uno dei motivi principali per lasciare il Paese, in particolare nei reparti di emergenza, chirurgia generale, neurochirurgia, anestesia, radiologia e ortopedia, oltre che in settori delicati come pediatria e ostetricia. Inoltre, auspichiamo che non siano penalizzati i giovani che vogliono intraprendere la specializzazione in medicina generale: l’attuale obbligo di cittadinanza impedisce a molti di loro di accedere al corso, una discriminazione che va superata»

Un SSN più giusto e inclusivo
«Questa riforma – conclude Aodi – è un punto di partenza. Continueremo la nostra battaglia per costruire un Servizio sanitario nazionale più giusto, inclusivo ed efficiente, che valorizzi tutte le professioni sanitarie e dia risposte concrete ai cittadini. Il futuro della salute in Italia passa dalla tutela dei medici, degli infermieri, degli operatori sanitari e dalla piena integrazione dei professionisti stranieri che rappresentano una risorsa preziosa per il nostro Paese»

 

Source: www.irpinia24.it