Oltre 27mila euro rimborsati in 10 giorni
L’associazione Codici aiuta vittime di truffe bancarie con l’Abf
Continua, incessante, l’azione di Codici per aiutare i risparmiatori che subiscono una truffa bancaria. Sono frodi sempre più diffuse, che sfruttano il momento di panico delle vittime, aggirate con tecniche sofisticate in cui l’aspetto umano gioca un ruolo molto importante. Negli ultimi 10 giorni l’associazione ha registrato su quattro casi il verdetto favorevole dell’Arbitro Bancario Finanziario, che ha disposto oltre 27mila euro di rimborsi a favore dei cittadini raggirati.
Il rimborso più consistente riguarda una risparmiatrice di Roma, correntista di Intesa Sanpaolo. Contattata telefonicamente da un sedicente operatore del servizio antifrode della banca, la cliente viene informata di un attacco hacker in corso sul conto corrente e di un’imminente chiamata da parte di un agente della Polizia. Trascorrono pochi minuti ed arriva la telefonata di un presunto ispettore della Polizia Postale. Dettaglio importante: entrambe le telefonate sono giunte da numeri telefonicamente riconducibili alla banca ed alla Polizia Postale. La risparmiatrice, quindi, si fida e segue le indicazioni, effettuando due bonifici per un totale di circa 17mila euro. Quando, però, si reca alla Polizia per avere ulteriori ragguagli sull’accaduto, scopre di essere stata truffata. Il mancato controllo sulle operazioni da parte dell’istituto di credito, sia per l’importo consistente dei bonifici sia per le causali singolari inserite, hanno portato l’Abf a disporre il rimborso di 9mila euro a favore della vittima.
È parziale anche l’accoglimento da parte dell’Abf del ricorso presentato per una correntista Bnl della provincia di Firenze. In questo caso, però, il rimborso è più consistente. Anche qui la frode è partita da una telefonata. La risparmiatrice riceve una chiamata da un numero riconducibile all’istituto di credito. In linea c’è un sedicente operatore, che dimostra di conoscere dati personali e sensibili della cliente. La informa che il conto corrente è oggetto di un attacco hacker, nello specifico una serie di acquisti eseguiti all’estero utilizzando la carta di credito. Insospettita dalle operazioni indicate per sventare la frode, la risparmiatrice contatta il servizio clienti della banca e scopre di essere vittima di una truffa. Un colpo da circa 8mila euro, con una serie di 12 operazioni e 4 bonifici. Il fatto che l’istituto non sia intervenuto per bloccare le operazioni in serie ha portato l’Abf a disporre un rimborso quasi totale per la vittima, pari a circa 7mila euro.
Piena, invece, la vittoria ottenuta per un’altra correntista Bnl, in questo caso di Milano. Contattata telefonicamente dall’utenza della banca da cui riceve abitualmente le comunicazioni, la risparmiatrice viene informata da un sedicente operatore che è in corso un attacco hacker e che i malviventi stanno eseguendo un bonifico da quasi 5mila euro. Una seconda chiamata, questa volta da parte di un sedicente operatore antifrode dell’istituto, la informa di un bonifico sospetto e che il conto è stato clonato. La vittima riceve altre telefonate, si accorge di un bonifico non autorizzato da circa 5mila euro, si insospettisce e contatta il servizio clienti della banca, scoprendo di essere stata raggirata. Secondo l’Abf, la banca non ha dato prova di aver adottato gli standard di sicurezza previsti dal cosiddetto sistema di autenticazione forte. Da qui la disposizione del rimborso totale, quasi 5mila euro, per la vittima.
Si è chiuso solo il primo round, infine, di una truffa dall’importo considerevole, che ha visto un rimborso parziale e, secondo Codici, troppo basso a favore della vittima. Parliamo di un correntista Ing Bank della provincia di Reggio Emilia, a cui i malviventi hanno sottratto in maniera fraudolenta circa 30mila euro. L’Abf ha disposto il rimborso di circa 6mila euro, ma le modalità della truffa hanno spinto l’associazione a ricorrere alle vie legali, avviando una causa nei confronti dell’istituto. La vittima, infatti, ha ricevuto un SMS da un numero riconducibile alla banca con un codice OTP per convalidare una richiesta di bonifico. Non avendo autorizzato alcuna operazione simile, il cliente ha contattato la banca per ricevere assistenza, senza avere risposta. Successivamente, però, è stato ricontattato dal numero riconducibile al servizio clienti dell’istituto e da un sedicente operatore, che ha fugato i suoi dubbi manifestando una conoscenza dettagliata dei suoi dati personali. Nonostante questo, è stata indicata una somma esigua per il rimborso, motivo del ricorso all’azione legale.
“Le segnalazioni da parte di risparmiatori vittime di truffe bancarie sono sempre più frequenti – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e questo dovrebbe indurre le banche a rafforzare le misure di sicurezza. I malviventi sono abili, sfruttano ogni falla e poi, giocando sull’ansia della vittima, mettono a segno i propri colpi. Stiamo riscontrando un orientamento dell’Abf a favore dei clienti raggirati e questo è senz’altro un segnale positivo. Lo stato d’animo di chi riceve una comunicazione di un attacco hacker o di un’operazione sospetta sul conto non è un dettaglio e l’Arbitro si sta dimostrando molto sensibile su questo argomento. Al tempo stesso dobbiamo riscontrare, invece, un comportamento non sempre collaborativo da parte degli istituti di credito nei confronti dei propri clienti. Quando non riusciamo ad ottenere giustizia con il ricorso all’Abf, allora proseguiamo per le vie legali. Ci sono casi in cui emergono chiaramente le responsabilità della banca e non può essere il risparmiatore a pagarle”.
L’associazione Codici fornisce assistenza ai cittadini che subiscono una truffa bancaria. È possibile fare una segnalazione e richiedere aiuto telefonando al numero 065571996, inviando un messaggio WhatsApp al numero 3757793480 o scrivendo un’e-mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.