Revoca ristori Covid in Emilia-Romagna a rischio
AISI e Saccomanno: "Serve intervento nazionale per tutelare la sanità privata"
«Non è accettabile che a distanza di anni dal pieno dell’emergenza pandemica, alcune Regioni tentino di disconoscere impegni istituzionali formalizzati con le strutture sanitarie private accreditate, aprendo a richieste di rimborso che mettono a rischio centinaia di imprese, posti di lavoro e la sostenibilità del sistema integrato». È quanto dichiara Karin Saccomanno, presidente nazionale di AISI (Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti), dopo la comunicazione della Regione Emilia-Romagna relativa alla revoca in autotutela della delibera del novembre 2024, che regolava le procedure per gli indennizzi e ristori Covid.
Secondo quanto emerso durante un recente incontro tra la Regione e Aiop Emilia-Romagna, la precedente delibera regionale che stabiliva gli acconti versati alle strutture private accreditate per la disponibilità garantita durante la fase acuta della pandemia – come previsto dall’accordo contrattuale del 20 marzo 2020 – verrà revocata, con conseguente richiesta di restituzione delle somme. Un fatto senza precedenti, che AISI definisce gravissimo e destabilizzante per l’intero settore.
Giovanni Onesti, direttore generale di AISI, sottolinea: «Non si tratta solo di un contenzioso tra amministrazione e fornitori: qui è in gioco la tenuta dell’intero sistema misto pubblico-privato, che ha garantito continuità assistenziale durante l’emergenza. Le strutture coinvolte hanno onorato gli accordi e rinunciato alla cassa integrazione, restando operative al servizio dei cittadini. Chiedere la restituzione dei ristori erogati è un atto che rischia di demolire la fiducia reciproca tra enti pubblici e partner accreditati».
AISI chiede al Governo di intervenire con urgenza per chiarire la cornice giuridica nazionale e per impedire che ogni Regione adotti decisioni autonome in totale disallineamento rispetto alle altre. «Non possiamo assistere a una sanità con 21 modelli diversi, ognuno con le proprie regole, tempi e interpretazioni – dichiara Fabio Vivaldi, segretario generale AISI –. Serve una direttiva nazionale che tuteli la collaborazione tra pubblico e privato e impedisca atti unilaterali che compromettono investimenti e programmazione».
AISI sta monitorando con attenzione anche la situazione nel Lazio, dove l’associazione ha raccolto alcune preoccupazioni relative alla gestione dei fondi straordinari post-Covid. Al momento non sono emersi elementi ufficiali critici, ma AISI chiede l’apertura di un confronto istituzionale tempestivo con la Regione per garantire la continuità e la coerenza dei rapporti tra pubblico e privato.
L’Associazione ribadisce l’importanza delle imprese sanitarie indipendenti, che durante il Covid hanno contribuito in modo determinante alla resilienza del sistema sanitario italiano. Molte Regioni, come Lombardia e Piemonte, hanno già concluso l’iter di riconoscimento dei ristori in modo chiaro e stabile, dando certezza agli operatori.
«Serve una linea nazionale condivisa, serve proteggere la credibilità degli accordi pubblici e valorizzare chi ha lavorato in silenzio nei momenti più difficili – conclude Saccomanno –. Le nostre imprese non chiedono privilegi, ma rispetto per gli impegni presi e una governance sanitaria più equa e prevedibile».