Discoteche in via d’estinzione

Chiusi oltre 2.100 locali, a rischio migliaia di posti di lavoro

DISCOTECAIn silenzio e nell’indifferenza generale, in Italia sta scomparendo un intero settore economico, sociale e culturale: quello delle discoteche. Secondo le analisi della Confederazione Imprese Italia, dal 2010 ad oggi hanno chiuso oltre 2.100 locali da ballo, con una perdita stimata di oltre 50.000 posti di lavoro diretti e indiretti.

A fronte di circa 7.000 discoteche attive negli anni ’90, oggi ne resistono meno della metà. Non si tratta solo di luoghi di divertimento, ma di un settore economico che, secondo dati di  Imprese Italia , genera oltre 1,1 miliardi di euro l’anno, coinvolgendo migliaia di imprese, tecnici, artisti, addetti alla sicurezza e professionisti della nightlife.

Ogni discoteca che chiude non spegne solo una consolle: spegne opportunità di lavoro, turismo, cultura, socialità. È ora di agire”, commenta Biagio Cefalo, Presidente della Confederazione Imprese Italia.

Dietro questa moria di locali si nascondono cause strutturali: burocrazia asfissiante, costi assicurativi e di sicurezza inaccessibili, mutamento delle abitudini giovanili, politiche urbanistiche penalizzanti e un generalizzato clima di sfiducia verso il mondo della notte.

Le discoteche non sono solo impresa: sono presìdi sociali, identitari e culturali. Per migliaia di giovani rappresentano uno dei pochi luoghi sicuri di aggregazione pubblica. Secondo recenti ricerche, oltre il 36% dei lavoratori del settore ha meno di 30 anni, e molti di essi sono alla prima esperienza lavorativa.

In più, le discoteche hanno un forte impatto sul turismo e sull’indotto locale: il 59,5% del fatturato dei club è generato dai turisti, con ricadute positive su alberghi, ristoranti, trasporti e commercio.

L’economia della notte – sottolinea Carlos A. Sorrentino, Segretario Generale – è un asset strategico che genera occupazione, attira turismo, anima i territori e crea valore. Ma oggi è abbandonata. Chiediamo un cambio di passo”.

Per questo, la Confederazione Imprese Italia propone un Piano Nazionale per l’Economia della Notte, articolato in cinque misure prioritarie:

  1. Tavolo permanente con MIMIT, Ministero del Turismo e Ministero della Cultura per definire strategie di rilancio del settore.
  2. Moratoria fiscale e contributiva per le imprese che investono nella riqualificazione di locali da ballo.
  3. Riconoscimento giuridico-culturale del clubbing italiano come forma d’arte e prodotto turistico.
  4. Fondo per la sicurezza, sostenibilità e digitalizzazione dei locali notturni.
  5. Campagne contro la desertificazione sociale urbana, rilanciando i centri storici e le periferie attraverso eventi e club legalmente riconosciuti.

La Confederazione lancia un appello trasversale a istituzioni, sindaci, parlamentari, università, enti culturali e associazioni di categoria: serve una mobilitazione per riaccendere i riflettori su questo comparto dimenticato.

Non vogliamo nostalgia, ma politica. Non chiediamo privilegi, ma strumenti per tornare a generare valore. Il futuro della notte italiana passa anche da qui”, concludono Cefalo e Sorrentino.

Source: www.irpinia24.it