Aisi contro para-sanità
"I farmacisti non sono né medici né infermieri"
Il Rapporto Censis “La nuova farmacia pilastro del Ssn. Prospettive e opportunità” conferma un punto essenziale: i cittadini non chiedono e non vogliono farmacie trasformate in centri diagnostici e accetterebbero di sottoporsi ad esami solo con la presenza (conditio sine qua non) di professionisti sanitari qualificati, per sentirsi sicuri e ridurre i tempi di attesa biblici degli ospedali pubblici.
Karin Saccomanno, Presidente AISI, dichiara: «Questo studio dimostra che il bisogno principale del cittadino è trovare un infermiere o un medico, non delegare esami complessi a chi non ne ha le competenze.
Le farmacie non saranno mai ambulatori e i farmacisti non saranno mai medici o infermieri. E sia chiaro che noi non saremo mai d’accordo per un pericoloso percorso senza regole, che porti a svolgere delicati esami nelle farmacie. Gli esami diagnostici devono rimanere negli ambulatori, dove esistono protocolli, sicurezza e continuità assistenziale».
AISI sottolinea che non è contraria all’ampliamento dei servizi informativi e di supporto da parte delle farmacie, ma denuncia con forza ogni tentativo di introdurre prestazioni cliniche complesse senza requisiti di legge: «Se qualcuno vuole forzare questa strada – aggiunge Saccomanno – allora non ci possono essere scorciatoie: servono processi di accreditamento identici a quelli imposti alle strutture sanitarie, presenza di personale sanitario e controlli severi».
AISI ha già impugnato davanti al TAR la delibera della Regione Lazio che consente alle farmacie di eseguire prestazioni di telemedicina come Holter cardiaco, Holter pressorio ed ECG a carico del SSR. Saccomanno avverte: «È una decisione pericolosa e fuorviante, che crea una deregulation totale: si rischia di compromettere la qualità della cura, la sicurezza dei pazienti e la corretta gestione delle risorse pubbliche».
Giovanni Onesti, Direttore Generale AISI, aggiunge: «Le strutture accreditate rispettano requisiti stringenti, dalla tecnologia ai protocolli di emergenza, mentre le farmacie entrano con procedure semplificate. È concorrenza sleale e mette in discussione il principio stesso di sicurezza sanitaria».
Fabio Vivaldi, Segretario Generale AISI, ribadisce: «La telemedicina è un atto medico, non un servizio commerciale. Senza requisiti, personale qualificato e controlli, si mette a rischio il paziente».
Cosa dicono i cittadini secondo il Rapporto Censis
77,5%: chiede la presenza di un infermiere in farmacia
82,1%: priorità agli screening per ipertensione e diabete
81,7%: dispensazione farmaci e dispositivi ai pazienti domiciliari
79,6%: possibilità di scelta del medico di base o pediatra
62,2%: somministrazione vaccini per over 12
«Diamo alle farmacie e ai farmacisti il ruolo che compete loro, ovvero supporto. Ma non trasformiamole in ambulatori. Garantire la presenza di personale sanitario nelle farmacie e affidare a loro i compiti più delicati, legati alla salute dei pazienti, può essere un passo in avanti, ma solo con regole certe e con una netta distinzione di ruoli tra farmacie stesse ed ambulatori. E se davvero ci sono farmacie che vogliono offrire esami diagnostici, i percorsi di riconoscimento non possono essere differenti da quelli di un ambulatorio».
AISI chiede al Governo e alle Regioni di fermare questa deriva: «La sanità territoriale si costruisce su qualità e professionalità, non con scorciatoie che trasformano farmacie in ambulatori improvvisati. Serve un confronto serio per difendere la sicurezza dei cittadini e la sostenibilità del sistema», conclude Saccomanno. Lo chiedono i cittadini a gran voce.