Nursing Up contro l’assistente infermiere

Sindacato chiede il ritiro del DPCM e più assunzioni di infermieri laureati

pexels-karolina-grabowska-7195379Il Nursing Up annuncia una linea dura contro l’accordo Governo-Regioni, e il conseguente DPCM del 23 giugno scorso, che introduce la nuova figura dell’assistente infermiere. «Siamo pronti ad agire anche in sede giudiziaria, nazionale e internazionale, per bloccare un provvedimento che nasce malissimo e rischia di finire peggio», tuona il presidente Antonio De Palma.

Per il sindacato, si tratta di un esperimento pericoloso: con sole 500 ore di formazione, si affida l’assistenza dei pazienti più fragili – anziani, cronici, disabili – a una figura che non è e non sarà mai un professionista sanitario. «Competenze minime, rischi massimi. Una trappola per i cittadini», attacca De Palma.

L’Allegato 1 dell’Accordo Stato-Regioni assegna all’assistente infermiere compiti che ricalcano quelli dell’infermiere laureato, dalla somministrazione di farmaci alla cura delle stomie. «Chi stabilisce i confini operativi? Si crea una zona grigia di abusi e sovrapposizioni», denuncia il Nursing Up.

In un Paese con oltre il 22% della popolazione sopra i 65 anni e una carenza strutturale di oltre 175.000 infermieri, «è paradossale ma soprattutto pericoloso colmare il vuoto con scorciatoie a basso costo», prosegue il sindacato.

Il Nursing Up chiede il ritiro immediato del DPCM, la sospensione dell’Accordo Stato-Regioni, un piano straordinario di assunzioni di infermieri laureati e un tavolo nazionale urgente con le professioni sanitarie.

«E la FNOPI cosa fa? Tace? Condivide? Dissente? Non è più tempo di meste diplomazie», conclude De Palma.

Source: www.irpinia24.it