Università italiane e studenti internazionali: tra opportunità e sfide globali

Aodi e Palumbo (AMSI-Uniti per Unire-WAI): Boom di iscrizioni da trasformare in risorsa con più alloggi, corsi e lotta al mercato nero. Serve un’alleanza tra istituzioni

aodi-palumboSi è svolta recentemente l’attesa diretta web organizzata da WAI, Welcome Association Italy, dedicata a un tema cruciale per il futuro dell’istruzione superiore: l’aumento delle iscrizioni universitarie degli studenti extra-UE in Italia e il contemporaneo calo delle immatricolazioni ai corsi magistrali.
Durante l’incontro è stato evidenziato come, nell’anno accademico 2022/2023, gli atenei italiani abbiano registrato 96.881 iscritti da Paesi extra-UE, con un incremento del 35% in sei anni. Tuttavia, solo il 5,7% di questi accede ai corsi magistrali, un dato ben al di sotto della media OCSE.
In apertura è stato ricordato come, negli Stati Uniti, l’amministrazione Trump abbia sospeso i colloqui per il rilascio dei visti per studio e introdotto restrizioni d’ingresso per 12 nazionalità, generando potenziali nuove opportunità per l’Italia.
“Come possiamo attrarre questi studenti e trasformare le criticità in opportunità concrete?“ – è stata la domanda guida dell’incontro.

Alla diretta hanno partecipato ospiti di primo piano nel panorama dell’accoglienza e dell’internazionalizzazione accademica:
• Foad Aodi, Presidente dell’Associazione Medici Stranieri in Italia (AMSI), Presidente del Movimento Uniti per Unire, medico, giornalista internazionale ed esperto in salute globale, Direttore dell’AISC – Agenzia Mondiale Britannica Informazione Senza Confini, membro del Registro Esperti FNOMCeO, quattro volte consigliere dell’OMCeO di Roma e docente dell’Università di Tor Vergata.
• Jacqueline Andrade dos Santos e Gilmar Ramal de Brito, cofondatori del progetto Vivendo a Fundo, attivo dal 2019 nel supporto a oltre 400 studenti brasiliani all’anno che scelgono l’Italia come destinazione per la loro formazione.
• Giovanni Eric Pasotto, Academic Development and Global Marketing Director del Centro Studi Italiani, realtà di riferimento nell’orientamento e accoglienza degli studenti internazionali.

I dati e le barriere emerse

La diretta ha fatto luce sulle barriere strutturali ancora presenti:
• Riconoscimento dei titoli non uniforme tra atenei;
• Solo il 27% dei corsi offerto in lingua inglese;
• Calendari amministrativi non allineati ai tempi di rilascio dei visti e dei diplomi esteri;
• Caro vita, alloggi insufficienti, carenza di informazioni chiare e affidabili per chi arriva dall’estero.

Carlo Palumbo, Vice Segretario Generale di Welcome Association Italy, ha dichiarato:
“La diretta ha offerto un momento significativo di confronto sulle sfide e opportunità legate alla crescente presenza di studenti internazionali nelle università italiane.
I dati emersi nei recenti comunicati stampa confermano un’autentica rivoluzione demografica:
• Nell’a.a. 2022/2023 le università italiane hanno accolto quasi 97.000 studenti extra-UE
• Con un incremento del 10,9% rispetto all’anno precedente, pari a 96.881 iscritti
Questa crescita non è solo numerica: rappresenta una straordinaria opportunità per il nostro sistema accademico e professionale, come è emerso anche dall’intervento dell’Associazione Medici Stranieri e da altri ospiti qualificati.
Allo stesso tempo, restano evidenti criticità: burocrazia complessa, barriere linguistiche, riconoscimento dei titoli e carenza di orientamento efficace.
È fondamentale lavorare insieme – università, istituzioni, associazioni, mondo studentesco – per trasformare il “boom” di iscritti in risorsa concreta, valorizzando competenze, energia e prospettive dei giovani talenti che scelgono l’Italia.
Ringrazio tutti i partecipanti per i contributi di ieri e auspico che questo sia solo l’avvio di un percorso condiviso per rendere l’istruzione superiore in Italia ancora più inclusiva e competitiva.”

Tra i momenti più significativi della diretta, l’intervento del Prof. Foad Aodi, che ha dichiarato:
“Sicuramente le cose importanti sono tornare a programmare e aumentare l’ingresso degli studenti stranieri, perché è una ricchezza per l’Italia e anche per il confronto continuo con gli studenti italiani, da una parte. Bisogna risolvere le criticità: più informazione all’estero per l’accesso ai vari corsi di medicina e professioni sanitarie, risolvere il costo della vita per gli studenti, dare più agevolazioni, risolvere la questione burocratica dell’accesso ai corsi di ammissione, trovare soluzioni per gli alloggi, costruire più case per studenti, combattere il mercato nero che sfrutta gli studenti e le loro famiglie, specialmente quelle che provengono dall’estero, con certe figure false che danno informazioni per sfruttare la loro situazione, sia per i corsi di lingua italiana, sia per le abitazioni, sia per la promessa di entrare sicuramente o trovare dei canali preferenziali per l’accesso.
Bisogna combattere questo mercato nero e irregolare. Dall’altra parte abbiamo bisogno di studenti. 

Rispetto agli ultimi anni c’è una ripresa, ma rispetto alla prima fase delle immigrazioni, anni ’60-’90, sicuramente c’è stato un calo enorme degli studenti di origine straniera.
Per quanto riguarda la decisione di Trump, sicuramente viene penalizzato il diritto allo studio e noi non siamo d’accordo a chiudere le università americane agli studenti stranieri.
Sicuramente tutto questo penalizza da una parte lo studio e anche l’accesso degli studenti stranieri alle università prestigiose americane; dall’altra parte devia il mercato degli studenti verso altre mete vicine all’America.
In Italia possono arrivare, ma la maggior parte degli studenti che vanno in America non vengono qui.
Bisogna incentivare l’arrivo anche di studenti dai Paesi ricchi e non solo dai Paesi poveri, per incrementare anche di più il mercato economico italiano.”

Giovanni Eric Pasotto (Academic Development e Global Marketing Director Centro Studi Italiani: “La vera sfida per attrarre studenti internazionali in Italia non è solo accademica, ma anche comunicativa e organizzativa. Servono informazioni più chiare, accessibili, una sburocratizzazione e semplificazione di tutte le procedure e un’assistenza concreta fin dal primo livello di studi. Dobbiamo costruire percorsi trasparenti e continui, che partano dai Paesi di origine e che offrano agli studenti non solo formazione, ma anche opportunità reali di inserimento professionale. Studiare in Italia dovrebbe significare anche avere la possibilità di restare, contribuire, e sentirsi parte di un sistema accogliente e lungimirante.”

Gilmar Ramal de Brito, Co-fondatore, Vivendo a Fundo: “L’incontro di oggi ha rappresentato un momento prezioso di confronto. L’Italia continua ad attrarre l’interesse di migliaia di studenti brasiliani, ma rimane ancora un percorso costellato di ostacoli pratici e burocratici. I dati Eurostat, che indicano 872 ingressi nel 2023, sembrano sottostimare la realtà che viviamo ogni giorno: molti brasiliani accedono con la doppia cittadinanza e non vengono rilevati come studenti extra-UE, anche se affrontano le stesse difficoltà e contribuiscono in modo significativo al sistema accademico italiano.”

Solo nel 2024, attraverso il progetto Vivendo a Fundo, abbiamo supportato oltre 400 studenti brasiliani nei loro percorsi di studio in Italia – un numero in costante crescita, con stime ancora più alte per il 2025 e 2026, anche alla luce delle recenti restrizioni negli Stati Uniti e delle difficoltà introdotte dal governo italiano nei percorsi di cittadinanza iure sanguinis.

Ciò che manca non è l’interesse, ma un sistema più accogliente, trasparente e coordinato. Crediamo fortemente che il dialogo tra istituzioni e attori indipendenti possa trasformare il potenziale di questi studenti in un valore concreto per l’Italia – non solo dal punto di vista accademico, ma anche economico, sociale e umano.”

In chiusura della diretta, Carlo Palumbo, Vice Segretario Generale della Welcome Association Italy, ha ribadito l’urgenza di un cambio di passo:
“È fondamentale lavorare insieme – università, istituzioni, associazioni e mondo studentesco – per trasformare il boom di iscritti in risorsa concreta. Non possiamo permetterci di perdere l’energia e le competenze di questi giovani talenti.”
Sulla stessa linea, Foad Aodi, presidente AMSI e fondatore del Movimento Uniti per Unire, ha sottolineato che:
“Gli studenti stranieri sono una ricchezza per l’Italia, e non solo per l’università. Bisogna costruire più alloggi, combattere il mercato nero che li illude e sfrutta, dare più agevolazioni e informazione: solo così possiamo attrarli davvero, anche da quei Paesi che oggi guardano altrove.”
L’incontro si è concluso con l’impegno delle realtà coinvolte a proseguire con nuove azioni di sensibilizzazione, orientamento e proposta politica, affinché il sistema accademico italiano possa diventare sempre più inclusivo, attrattivo e competitivo a livello globale.

 

Source: www.irpinia24.it