Confesercenti, Marinelli: “Commercio e ristorazione, in Irpinia fuga giovani imprenditori”
"Mercato sempre più competitivo e alto tasso di mortalità delle attività"
“L’impresa giovanile nei comparti strategici del commercio, della ricettività e della ristorazione risulta più esposta alla crisi. Una tendenza generale del Paese che in Campania è meno pronunciata che altrove, anche se l’Irpina è fanalino di coda della regione”. Ad affermarlo è Giuseppe Marinelli, presidente provinciale di Confesercenti Avellino.
“Da una analisi della nostra organizzazione nazionale – prosegue il dirigente dell’associazione di categoria – sui dati camerali delle imprese registrate in questi settori emerge che negli ultimi 5 anni, tra il 2019 e il 2024, in Italia si è registrata una netta flessione delle attività del Terziario under 35, pari al -22,9%, a fronte di un -7,2% di tutti gli altri settori, percentuale quadruplicata rispetto alle ditte e alle aziende guidate da over 35 (-5%).
In termini numerici assoluti significa 35.600 negozi, strutture ricettive, bar e ristoranti in meno, concentrati soprattutto nei centri urbani di dimensione intermedia, collocati principalmente nell’area del Centrosud. La Campania invece è tra le regioni del Mezzogiorno meno esposte, soprattutto grazie ai flussi turistici, negli ultimi anni in crescita a Napoli e sui versanti costieri, dinamica virtuosa della quale l’Irpinia beneficia soltanto in maniera molto marginale.
Di contro, la provincia di Avellino risulta avanti sul fronte delle start up innovative, soprattutto nel settore tecnologico e della sostenibilità.
Il dato complessivo ci dice che nel 2024 le imprese giovanili costituiscono mediamente il 10% di tutte le attività. Al calo delle realtà giovanili corrisponde un invecchiamento complessivo della popolazione imprenditoriale di commercio e turismo: nel Paese in cinque anni l’età media è passata da 50 anni a 51,3. In Campania invece si attesta a quota 50,7, al secondo posto in Italia, dopo la Puglia (49,8).
A pesare è un mercato sempre più competitivo, come conferma il tasso di mortalità delle imprese nei due comparti: circa un terzo di quelle avviate nel 2019 ha cessato di esistere prima di compiere cinque anni di vita.
A rendere ancora più difficile il contesto è l’ascesa dell’economia delle piattaforme web, una domanda interna ancora debole e l’elevato carico fiscale e burocratico. Un mix di ostacoli che colpisce tutte le attività, ma che diventa quasi insormontabile per quelle giovanili”.
“Il rapido cambiamento – conclude Marinelli – dell’economia e degli assetti dei centri urbani rischia di sfuggire sempre più al governo delle istituzioni, con un prezzo alto per i territori, che registrano una crescente emorragia di iniziativa”.