Dazi, Visconti (Ficei): «Modello inglese al 10% impatta per 4 miliardi di euro»
Il presidente dei consorzi industriali: «Possibile riduzione dell’export tra il 5 e il 6%»
«L’eventuale introduzione di dazi al 10% sulle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti avrebbe un impatto significativo sull’economia del nostro Paese. Secondo le stime del nostro ufficio studi, un tale scenario potrebbe comportare una riduzione dell’export italiano negli Usa tra il 5 e il 6% pari a circa 4 miliardi di euro, considerando che nel 2024 le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti hanno raggiunto i 65 miliardi di euro».
A dirlo è Antonio Visconti, presidente Ficei (la federazione dei consorzi industriali italiani) e numero uno dell’Asi di Salerno commentando l’ipotesi di un accordo tra Usa e Europa sul modello inglese.
«Settori chiave come l’automotive e la farmaceutica sarebbero tra i più colpiti. In particolare, l’industria automobilistica italiana, che fornisce componenti a molte case automobilistiche europee, potrebbe subire danni preoccupanti. Anche il settore farmaceutico, che nel 2024 ha registrato esportazioni per oltre 10 miliardi di euro, potrebbe essere penalizzato dalle nuove tariffe. A livello territoriale, il Mezzogiorno – aggiunge Visconti – potrebbe risentire maggiormente di questi dazi, con una contrazione dell’export verso gli Usa stimata al 4,2%, rispetto al 3,8% del Centro-Nord. Questo è dovuto alla maggiore esposizione del Sud in settori come l’agroalimentare e l’automotive, particolarmente sensibili alle variazioni tariffarie».
«In termini macroeconomici, l’applicazione di dazi al 10% – conclude Visconti – potrebbe comportare una perdita di PIL di circa 1,9 miliardi di euro, pari allo 0,1% del Pil nazionale, e la perdita di circa 27.000 posti di lavoro, principalmente concentrati nelle regioni del Centro e del Nord».