Di Giacomo (S.PP.) – Caso De Maria
L’individuazione di responsabilità si risolverà nell’ennesima bolla di sapone
“Quella che per noi era all’inizio solo una supposizione si sta trasformando in una certezza: l’individuazione di responsabilità per il “caso De Maria” si risolverà in una ennesima bolla di sapone”. Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria sottolineando che “per il Tribunale di Sorveglianza – come ho sostenuto ieri nel corso della trasmissione a Telelombardia – la responsabilità è solo di natura morale perché si è limitato ad applicare una normativa di legge che piaccia o non piaccia esiste. È piuttosto la politica che, con il “caso De Maria”, sembra aver riacceso l’interesse sopito sul nostro sistema carcerario, che deve occuparsi di rivedere l’articolo 21 della normativa sui permessi ai detenuti insieme a tutti gli istituti di cosiddetta rieducazione. Per il resto assisteremo ancora ai soliti giochi politici e agli scontri opposizioni-maggioranza, senza che nessuno spieghi ai cittadini come sia potuto accadere. Il problema non è la correttezza del provvedimento in attuazione di normative di legge ma piuttosto – precisa Di Giacomo – di valutazioni sul “caso” perché non dimentichiamo che De Maria ha già commesso un femminicidio. Dunque non si tratta di dividersi tra “buonisti” e “cattivi”. Per noi è necessario dopo questo gravissimo fatto che la normativa sui permessi di ogni genere – sono stati 35.282 quelli concessi nel 2024, con 3.172 detenuti lavoranti non alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria – sia rivista insieme agli istituti di cosiddetta rieducazione. Per scongiurare altre vittime si istituiscano dei “paletti” precisi sull’applicazione dell’art. 21 escludendo chi ha commesso reati gravissimi e di sangue”.