L’acqua e i cambiamenti climatici

22 marzo 2024 giornata mondiale dell’acqua

acqua-2-e1678889064221Il tema di quest’anno è l’acqua e i cambiamenti climatici. Il cambiamento climatico sta provocando eventi climatici estremi. Assistiamo a una diminuzione inimmaginabile della disponibilità di acqua. L’aumento delle temperature può portare patogeni mortali nelle fonti di acqua dolce, rendendola pericolosa da bere. Circa il 74% dei disastri naturali negli ultimi anni sono stati collegati all’acqua, siccità e inondazioni. Si prevede che la frequenza e l’intensità di questi eventi aumenteranno, proprio  a causa del cambiamento climatico. 

 

Ma nel mondo non si fa niente per fermare tutto questo. Si fa green washing. L’ inquinamento causa gli sconvolgimenti climatici. Gli allevamenti intensivi inquinano più dei combustibili fossili, ma le multinazionali della carne sono potentissime. Solo una reazione dal basso potrebbe fermarli come è avvenuto con l’olio di palma. Le persone non hanno più comprato prodotti che lo contenevano e hanno dovuto sostituirlo con altri oli più sani per la salute. Ci sono fortissimi interessi per non interrompere l’uso di combustibili fossili. Purtroppo l’uomo è troppo avido e non ha a cuore il futuro del pianeta e dei suoi discendenti.

Con la diminuzione della quantità di acqua, specialmente quella potabile si faranno le guerre per l’accaparramento della stessa.  La guerra in Palestina è già e anche una guerra per l’acqua. Israele non vuole uno Stato palestinese perché tutti i bacini idrici potrebbero, nel caso si costituisse uno Stato palestinese essere controllati da quest’ultimo ed è chiaro che per Israele non è ipotizzabile uno scenario nel quale lo Stato Ebraico sia dipendente dagli arabi per l’approvvigionamento idrico. 215mila palestinesi non sono connessi alla rete idrica gestita dall’israeliana Mekorot.

In questa situazione disastrosa, le multinazionali dell’acqua diventano sempre più agguerrite. In tv non fanno altro che dire che in Russia non c’è la democrazia. Va bene, ma in Italia c’è la democrazia? Io non credo. La sovranità popolare prevista dalla Costituzione non c’è. I cittadini vengono trattati dai politici che decidono, come bambini incapaci di intendere e di volere ed anche capricciosi.

Per essere più rispondenti alla realtà, dovrebbero correggere l’articolo1 della Costituzione:”L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” e sostituire il popolo con le multinazionali. Riscriviamo: “Art. 1. L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene alle multinazionali, che la esercitano nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Questa è la verità.

Nel 2011 il popolo italiano ha detto che non si doveva trarre profitto dall’acqua e invece politici di destra e sedicente sinistra ce la stanno privatizzando per far trarre profitto alle multinazionali. L’EIPLI, (Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia) passa ad Acque del sud spa, unasocietà per azioni, una società mista ne prende il posto acquisendo tutte le sue funzioni, i contratti di fornitura idrica e inglobando dipendenti e strutture. La scusa era che Eipli fosse considerato un «relitto» in piena tempesta, carico di debiti, di polemiche e contenziosi. GORI che è privata invece si può permetere il lusso di avere ingenti debiti, anzi gli vengono condonati e rateizzati. Poi chissà perché il privato che il popolo non vuole, debba essere migliore non si capisce! Si apre ai privati e alle Regioni viene assegnata una quota residuale, non superiore al 5%. Mentre il governo è autonomista, all’improvviso diventa statalista, perché temono che nel sud non sappiamo amministrare. Ma il vero scopo è quello di rubarci l’acqua.

 

 Con un capitale sociale irrisorio pari a 5 milioni di euro, viene costituita la società “Acque del Sud” prevista dalla legge del governo. Si decide di far controllare così un patrimonio di infrastrutture strategiche e impianti il cui valore economico è pari a decine di miliardi di euro, dando la possibilità ai potenziali acquirenti privati o pubblici della società per azioni di gestire un patrimonio economico ben più consistente. Se questa non è una “svendita” a prezzi per così dire “stracciati” di un patrimonio pubblico, aspetto di conoscere come può essere definita.

I  partiti politici, le organizzazioni sindacali di questi territori dovrebbero chiedere un referendum popolare per ottenere l’abolizione della legge che istituisce Acque del sud spa.

Politici collusi con le multinazionali sono in pieno fermento per privatizzare. L’amministrazione De Luca con la delibera di giunta n. 312 del 31/05/2023 ha previsto di creare una società mista pubblico/privata affidando al mercato il bene più prezioso che abbiamo. La distribuzione verrà di fatto gestita dalle multi – utilities quotate in borsa e l’acqua da bene comune diverrà una merce da cui trarre lauti profitti.

La scelta dell’amministrazione De Luca è completamente sottomessa alle decisioni del Governo Meloni che, in continuità con il precedente Governo Draghi, punta alla privatizzazione dell’acqua del sud Italia attraverso “Acque del Sud Spa”. Alla richiesta  del Coordinamento campano acqua pubblica per la convocazione di un tavolo tecnico, con rappresentanti del Comitato, esperti giuristi e costituzionalisti, è stato risposto che la scelta mista pubblico privato non sarà modificata.

Noi siamo nettamente contrari ad una scelta che apre le porte agli speculatori del Nord che mirano a fare profitto su una risorsa vitale come l’acqua che al nord scarseggia. Una scelta che ricadrà anche sulle generazioni future e sulle persone più fragili.

Occorre una mobilitazione generale: forze politiche, organizzazioni sociali, comitati di cittadini, sindacati, rappresentanti istituzionali, comuni e città metropolitane, perché è in gioco il nostro futuro.

Auspichiamo inoltre che il prossimo amministratore di ACS sia fedele al referendum e non aiuti le multinazionali a fare profitto sulla nostra acqua aumentando i costi delle bollette. L’acqua è nostra, di tutti noi e non delle multinazionali e non è giusto che noi paghiamo per il profitto delle multinazionali. Sarebbe come pagare il pizzo alla mafia.

 

Giuseppina Buscaino del Coordinamento Campano Acqua Pubblica

Source: www.irpinia24.it