Commissione Europea, soddisfazione per il nuovo codice di buone pratiche sulla disinformazione

Stabiliti impegni ampi e precisi per le piattaforme e l'industria

pexels-freestocksorg-113885Oggi la Commissione ha espresso soddisfazione per la pubblicazione del codice di buone pratiche rafforzato sulla disinformazione. I 34 firmatari, tra i quali piattaforme, imprese tecnologiche ed esponenti della società civile, hanno seguito gli orientamenti della Commissione del 2021 e tenuto conto degli insegnamenti tratti dalla crisi della COVID-19 e dalla guerra di aggressione della Russia in Ucraina. Il codice rafforzato si basa sul primo codice di buone pratiche del 2018, ampiamente riconosciuto come quadro pionieristico a livello mondiale. Il nuovo codice stabilisce impegni ampi e precisi per le piattaforme e l’industria al fine di combattere la disinformazione e rappresenta un altro passo importante verso un ambiente online più trasparente, sicuro e affidabile.

Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza, ha dichiarato: “Questo nuovo codice contro la disinformazione giunge in un momento in cui la Russia usa la disinformazione come arma nel quadro della sua aggressione militare contro l’Ucraina, ma coincide anche con una serie di attacchi alla democrazia sul piano globale.  Ora possiamo contare su impegni molto profondi per ridurre l’impatto della disinformazione online e su strumenti assai più solidi per misurarne le modalità di attuazione in tutta l’UE, in tutti i suoi paesi e in tutte le sue lingue. Gli utenti disporranno inoltre di strumenti migliori per segnalare la disinformazione e comprendere ciò che vedono. Il nuovo codice ridurrà inoltre gli incentivi finanziari per la diffusione di disinformazione e consentirà ai ricercatori di accedere più agevolmente ai dati delle piattaforme.”

Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno, ha dichiarato: “La disinformazione rappresenta una forma di invasione del nostro spazio digitale, con un impatto tangibile sulla nostra vita quotidiana. Le piattaforme online devono intervenire con decisione, in particolare sulla questione dei finanziamenti. Diffondere disinformazione non deve fare guadagnare un solo euro a nessuno. Per rafforzarne la credibilità, il nuovo codice di buone pratiche sarà affiancato dalla legge sui servizi digitali, che prevede, fra le altre cose, l’introduzione di pesanti sanzioni dissuasive. Le piattaforme di dimensioni molto grandi che violano ripetutamente il codice e non attuano adeguate misure di attenuazione dei rischi rischiano infatti ammende fino al 6% del proprio fatturato mondiale.”

Insieme alla legge sui servizi digitali recentemente approvata e alla futura legislazione relativa alla trasparenza e al targeting della pubblicità politica, il codice di buone pratiche rafforzato forma un elemento essenziale del pacchetto di strumenti della Commissione per combattere la diffusione della disinformazione nell’UE.

Tra i 34 firmatari figurano le principali piattaforme digitali, in particolare Meta, Google, Twitter, TikTok e Microsoft, come pure una serie di altri attori, ad esempio piattaforme più piccole o specializzate, agenzie pubblicitarie online, società di tecnologia pubblicitaria, verificatori di fatti e rappresentanti della società civile o operatori che offrono competenze e soluzioni specifiche per combattere la disinformazione.

Il codice rafforzato punta a eliminare i difetti del codice precedente introducendo impegni e misure più rigorosi e dettagliati, basati sugli insegnamenti operativi tratti negli ultimi anni.

Concretamente, il nuovo codice contiene impegni volti a:

  • ampliare la partecipazione: il codice non è mirato esclusivamente sulle grandi piattaforme, ma coinvolge anche una serie di attori diversi, ognuno dei quali può svolgere un ruolo nel ridurre la diffusione della disinformazione. Inoltre si auspica l’adesione di ulteriori firmatari;
  • ridurre gli incentivi finanziari per chi diffonde disinformazione facendo in modo che i responsabili della disinformazione non beneficino di introiti pubblicitari;
  • puntare l’attenzione anche sui nuovi comportamenti manipolativi (account fasulli, bot o deep fake malevoli che diffondono disinformazione);
  • dotare gli utenti di strumenti migliori per riconoscere, comprendere e segnalare la disinformazione;
  • dare impulso alla verifica dei fatti in tutti i paesi e in tutte le lingue dell’UE, garantendo che il lavoro svolto dai verificatori dei fatti sia remunerato adeguatamente;
  • garantire la trasparenza della pubblicità politica consentendo agli utenti di riconoscere facilmente gli annunci di natura politica grazie a indicazioni più chiare e a informazioni riguardo agli sponsor, all’entità della spesa e al periodo di visualizzazione;
  • rafforzare il sostegno ai ricercatori offrendo loro un migliore accesso ai dati delle piattaforme;
  • valutare l’impatto del codice stesso attraverso un solido quadro di monitoraggio e relazioni periodiche delle piattaforme in merito alle modalità di attuazione dei loro impegni;
  • istituire un centro per la trasparenza e una task force che forniscano una panoramica agevole e trasparente dell’attuazione del codice, al fine di mantenerlo adeguato ai suoi obiettivi e alle esigenze future.

Infine, il codice mira a essere riconosciuto come codice di condotta ai sensi della legge sui servizi digitali per attenuare i rischi derivanti dalla disinformazione per quanto riguarda le piattaforme online di dimensioni molto grandi.

Contesto

Il codice di buone pratiche sulla disinformazione del 2018 nasce da uno sforzo comune degli operatori del settore, impegnatisi volontariamente a contrastare la disinformazione. Il codice, fulcro della strategia dell’UE contro la disinformazione, si è rivelato uno strumento efficace per limitare la diffusione della disinformazione online, anche durante i periodi elettorali, e per rispondere rapidamente alle crisi, come la pandemia di coronavirus e la guerra in Ucraina.

A seguito della valutazione da parte della Commissione del suo primo periodo di attuazione, nel maggio 2021 la Commissione ha pubblicato gli orientamenti sul rafforzamento di tale codice, chiedendo di affrontare le carenze del codice del 2018 e proponendo soluzioni per renderlo più efficace.

I firmatari del codice del 2018, insieme a un ampio arco di potenziali firmatari impegnati nella riformulazione degli impegni e delle misure, hanno cooperato per garantire che la versione rafforzata del codice sia idonea ad affrontare le nuove importanti sfide che la disinformazione pone alle nostre società.

Il processo di stesura della revisione è stato facilitato – su incarico dei firmatari – dai consulenti indipendenti Valdani, Vicari e Associati (VVA), e, in qualità di mediatore imparziale, da Oreste Pollicino, Professore Ordinario di diritto costituzionale presso l’Università Bocconi di Milano.

Prossime tappe

I firmatari disporranno di sei mesi per attuare gli impegni e le misure che hanno sottoscritto. All’inizio del 2023 presenteranno alla Commissione le prime relazioni di attuazione.

Tenendo conto del parere di esperti e del sostegno del Gruppo dei regolatori europei per i servizi di media audiovisivi (ERGA) e dell’Osservatorio europeo dei media digitali (EDMO), la Commissione valuterà periodicamente i progressi compiuti nell’attuazione del codice, sulla base delle dettagliati relazioni qualitative e quantitative attese dai firmatari.

La task force istituita monitorerà, riesaminerà e adeguerà gli impegni alla luce degli sviluppi tecnologici, sociali, di mercato e legislativi. Oggi si è svolta la riunione introduttiva della task force, che continuerà a riunirsi secondo necessità e almeno ogni sei mesi.

Per ulteriori informazioni

Piattaforma centrale per il codice di buone pratiche sulla disinformazione

Domande e risposte sul codice di buone pratiche rafforzato

Codice di buone pratiche rafforzato del 2022

Codice di buone pratiche del 2018

Valutazione del codice di buone pratiche

Orientamenti della Commissione sulla revisione del codice di buone pratiche

Comunicato stampa relativo alla legge sui servizi digitali

Pagina dedicata al codice di buone pratiche

Elenco dei firmatari e degli impegni (aggiornato regolarmente)

Source: www.irpinia24.it