CGIL Avellino, “Economia della catastrofe, Pnrr e Aree interne”

Pasquale Pisano: "Sta ora alla politica provinciale che l'HUB sia valorizzato e sia a supporto di tutte le aree industriali"

39a5df93-e2e6-4764-aa82-d122ada11dafAll’interno del programma di quattro giorni di riflessione e confronto sul sisma del 23 novembre 1980 indetto dalla CGIL di Avellino, si è svolta nel pomeriggio di oggi, presso il Circolo della stampa di Avellino, una tavola rotonda dal titolo “Economia della catastrofe, Pnrr e Aree interne”.

Presenti al dibattito Gianni Colucci, giornalista de Il Mattino, Franco Fiordellisi, segretario generale CGIL Avellino, Pasquale Pisano, presidente ASI Avellino, Paolo Ricci, docente dell’Università di Napoli Federico II, e Gianna Fracassi, vice segretaria Cgil Nazionale.

Il primo a esporre è stato proprio il segretario generale della CGIL Avellino, Franco Fiordellisi, che ha dichiarato «Noi in Irpinia abbiamo dei ritardi accumulati in quegli anni. La differenza e che c’era poco e niente di infrastrutturazione e il peccato è che in questi 40 anni non si sono completate le infrastrutturazioni primarie a servizio sia dell’impresa manifatturiera, ma soprattutto dei cittadini. Questo è uno dei pezzi, l’altro è la criticità sociale delle persone, non solo nella città di Avellino, ma anche in altre realtà che continuano a vivere in ambienti malsani, in cui la DAD è un sogno, in cui poter sviluppare anche l’attività di supporto di smartworking da digitale è inesistente. 

Noi puntiamo sicuramente sui fondi del PNRR, ma in particolare dobbiamo esser chiari e capire dove vengono indirizzati. Le missioni che oggettivamente sono nel PNRR sono sostanzialmente rafforzamento di missione che l’Unione Europea già aveva. Quindi da un lato c’è da capire bene come dobbiamo spendere queste risorse, perché altrimenti ci sarà un ulteriore divaricazione Nord-Sud e Aree interne-costa. E dall’altro immaginare immediatamente l’utilizzo anche dei fondi ordinari, perché devono camminare insieme. Quindi PNRR con delle scelte strategiche sull’infrastrutturazione sia materiale che immateriale, può farci fare un avanzamento e metterci nella condizione di avere una capacità amministrativa, ma anche progettuale ed esecutiva degna di questo nome per il futuro. 

Dobbiamo innanzitutto capire realmente le ZES (Zone Economiche Speciali) fin dove si spingeranno e cosa saranno le aree ZES, e soprattutto rispetto alla logistica dobbiamo immaginare che quest’ultima non sia solo un nastro trasportatore, ma ci sia una manifattura di eccellenza, e soprattutto, utilizzando il termine “blue economy”, vedere quali sono le tipicità locali per amplificare un circolo virtuoso a livello manifatturiero. Da questo punto partiamo da tempo e lo stiamo chiedendo agli industriali e oggi lo stiamo chiedendo al presidente dell’ASI, ma ne parleremo a tutti i sindaci.»

4ced9495-1f25-4afe-83b5-bc5a7074ac6aE sono proprio del presidente dell’ASI Avellino, Pasquale Pisano, le successive dichiarazioni «L’ASI ha avuto un ruolo importante in questi 41 anni, alla luce soprattutto del terremoto che ha colpito la nostra provincia nel 1980. Le 8 aree industriali create hanno rappresentato un occasione di rilancio di quei territori martoriati. C’era da ricostruire non solo il tessuto sociale ma anche il tessuto economico e queste aree industriale create a seguito del terremoto hanno permesso a quei territori di potersi risollevare. Aree industriali che hanno rappresentata un occasione storica, 4000 persone insediate che lavoravano in quelle aree nell’immediatezza dell’evento, 90 lotti disponibili di cui 75 insediati, ancora oggi conserviamo questi numeri al netto della crisi economica che abbiamo vissuto e della crisi del Covid. Avere ancora oggi 3000 persone che vivono in e grazie a quelle aree industriali è importante per la nostra provincia. È un punto di partenza rispetto al quale il consorzio ASI farà in modo di trovarsi pronto con l’occasione che è stata concessa dal PNRR, ma soprattutto è un occasione importante che andremo a vivere tutti insieme alla luce delle decisioni già assunte per questo territorio provinciale. Mi riferisco alle aree ZES, le tre aree del Calaggio, della Valle Ufita e dell’area industriale di Pianodardine. Tre aree che usufruiranno di una fiscalità agevolata, di crediti di imposta che da 50 milioni di euro di investimento passano a circa 100 milioni, quindi un opportunità importante e significativa. Il consorzio deve farsi trovare pronto, perché quando parliamo delle aree ZES, di sburocratizzazione e di velocità di realizzazione, esso avrà un ruolo importante in questo e quindi non possiamo far venir meno il nostro contributo. Avremo un ruolo importante anche attraverso il commissario che sarà individuato per la gestione di queste aree. Inoltre stiamo lavorando per un’altra eccellenza che si apre davanti a noi, ovvero l’HUB internolano di Valle Ufita, quindi una stazione logistica di supporto che sarà stazione Irpinia e avrà un importante ruolo strategico, non solo per la provincia di Avellino, ma per l’intera regione Campania e per il sud Italia. Avere un polo logistico sull’asse Napoli-Bari sarà strategico in questi anni ma soprattutto per il futuro. E qui è importante il ruolo della politica, perché subito dopo si innescherà un meccanismo di competitività tra le diverse stazioni logistiche della regione Campania e quindi la politica locale e provinciale dovrà far sentire la sua voce in modo che quell’HUB, una volta realizzato, possa essere valorizzato e rilanciato.

Non dimentichiamo che in queste aree industriali, in realtà noi già abbiamo realtà importanti, mi riferisco alla Ferrero, l’EMA a Morra De Sanctis che è proprietà 100% di Rolls-Royce, l’Arcelor Mittal e la Zueg a Luogosano. Già siamo caratterizzati da aziende di calibro nazionale ed internazionale e insieme a queste importanti realtà io credo che non avremo difficoltà di consentire ai nostri imprenditori di valorizzare le attività che hanno, ma soprattutto a fare in modo che siano appetibili rispetto a queste infrastruttura che sta per nascere. Creare un occasione sulla Napoli-Bari importante per i nostri territori ma non solo, sta ora alla politica provinciale che quell’HUB sia valorizzato e sia a supporto di tutte le aree industriali. Questa è la vera scommessa a cui saremo chiamati tutti quanti insieme, con i referenti regionali e nazionali, per rilanciare la nostra provincia.»

93bf9d41-5056-4eed-987e-874ef8867609Per concludere, abbiamo raccolto anche le dichiarazioni di Paolo Ricci, docente dell’Università di Napoli Federico II, che si è così espresso «Il terremoto non lo abbiamo in realtà mai messo alle nostre spalle, è una tragedia che continua non solo nelle cose che mancano e in quelle che ci sarebbero potute essere, ma anche nella collettività e comunità che resta segnata. Il PNRR è una grande speranza della quale dobbiamo fare riferimento e tenere conto perché porta un processo di sviluppo. Bisogna essere molto attenti perché tutto questo avviene in una fase molto complicata della politica nazionale e della rappresentanza, che rende difficile la partecipazione nella costruzione di un PNRR che possa dare soddisfazione a tutte le collettività.

Vedo dei ritardi, non tanto dal centro che ha trovato un ritmo, ma dalle periferie che non sono sempre nelle condizioni di tenere il passo. C’è in verità un attenzione anche a tali luoghi, penso ai dialoghi e gli incontri tra enti locali e comunità. Ma quanto sia un processo che cali dall’alto un progetto o che lo costruisca dal basso è difficile dirlo. L’impressione che ho è che il piano c’è, alcune decisioni e tutte le strategie sono già state individuate e bisogna incarnare su quelle strategie dei percorsi che siano di soddisfazione dei bisogni delle comunità. Questo nel metodo, nel merito le aree interne hanno delle necessità in più, e la pandemia ha accelerato i processi di competizione, quindi ho la preoccupazione che se non c’è un risveglio locale, una forza locale, una capacità di ritrovare attraverso le istituzioni territoriali un senso e una visione, ci dovremo accontentare di ciò che il centro ci riconoscerà o vorrà riconoscerci in vista di varie funzioni.

In questa fase tutte le occasioni di opportunità di mettere insieme più soggetti, come si parla anche nel PNRR, è una reazione più che una necessità propria del territorio. Quindi bisognerebbe andare oltre le reazioni e avere una forza della politica di imporre o costruire una visione condivisa.»

Source: WWW.IRPINIA24.IT