Violenza di genere: “Le donne devono sapere di potersi affidare alle istituzioni”

Al circolo della stampa, focus sulla tutela delle donne vittime di violenza: servono risorse, informazione e percorsi di protezione

f9ee82cf-793f-4d09-a0b9-85b7add423f5Avellino – Si è tenuta stamattina, presso il circolo della stampa di Avellino, la Tavola rotonda “Programmazione e sostenibilità delle azioni contro la violenza di genere”.
La prima tappa del percorso territoriale di sensibilizzazione, proposto da Confcooperative Campania, attraverso la Commissione Dirigenti Cooperatrici e Confcooperative Federsolidarietà, su un tema che, ormai, è all’ordine del giorno: la violenza di genere.

Al centro dell’incontro l’obiettivo di avviare un solido percorso di lotta contro la violenza di genere e la necessità di accendere i riflettori sul Protocollo d’intesa, firmato nel 2016, per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne e dei minori. 

«Dalla firma del protocollo istituzionale abbiamo continuato a lavorare e siamo operativi nonostante le difficoltà causate da questi due anni di pandemia – ha dichiarato la Coordinatrice del centro antiviolenza “Alice e il Bianconiglio” di Avellino, Caterina Sasso – Oggi, vogliamo sottolineare che è necessario dare attenzione   ai centri antiviolenza e alle case rifugio da parte delle istituzioni perché purtroppo i riparti nazionali e regionali non arrivano, sono fermi dal 2017. Abbiamo continuato a lavorare anche con il volontariato dei lavoratori e dei professionisti che accompagnano e supportano le donne vittime di violenza. Quindi, chiediamo un sostegno da parte delle istituzioni ed il riconoscimento del lavoro che ogni giorno svolgiamo a favore delle donne».

Non solo maggiore partecipazione e collaborazione, ma è indispensabile anche che le donne, vittime di violenza, siano inserite in un efficace percorso di supporto e orientamento.
«Nel 2021, abbiamo registrato più di 200 richieste di aiuto. Ciò si traduce in accoglienza, in sostegno psicologico, sociale, di orientamento lavorativo di supporto legale – ha continuato Caterina Sasso – Siamo reperibili h24 e collegati al 1522, giorno e notte riceviamo richieste d’aiuto che, rispetto agli anni precedenti, per via del lockdown, sono aumentate. Spesso le donne ci chiamano nascondendosi nelle camere o mentre sono fuori a fare la spesa. Registriamo un grave incremento, ma si tratta di situazioni preesistenti che il lockdown ha fatto emergere. Grazie al Codice Rosso le donne vengono ascoltate dopo tre giorni dall’avvenuta denuncia e questo attiva anche una messa di protezione più immediata. Ma c’è ancora tanto da fare come dare continuità e spazio ai centri anti violenza, rafforzare la rete che si è creata fra i centri anti violenza, le forze dell’ordine, l’Asl, i Servizi Sociali ed il Pronto Soccorso. Lavorare ancora di più su questa rete , ognuno per il proprio ruolo e per le proprie competenze». 

Sulla stessa linea si è posto il presidente della cooperativa sociale La Goccia di Avellino, Rosario Pepe che, impegnato in prima linea nella tutela delle donne, si è soffermato sulla necessità di porre a disposizione risorse e professionalità: «Occorre crederci,  stanziare risorse, farle arrivare ai territori e garantire che vengano spese nell’interesse delle donne. Come Coopertiva La Goccia noi questo impegno lo portiamo avanti dal 2015 e, indipendentemente dalle risorse, stiamo investendo sul territorio per offrire spazi sempre più qualificati per rispondere a questa esigenza. Abbiamo aperto un nuovo spazio di accoglienza in città per garantire alle donne una maggiore capacità di ascolto e professionalità da parte degli operatori». 2d73597a-7ee1-41e2-a76c-b9576534a42c

«Con eventi come quello di oggi, dobbiamo arrivare alle nuove generazioni perché soltanto cambiando la mentalità si può prevenire tale fenomeno – ha dichiarato la consigliera di Parità della Provincia di Avellino, Vincenza Luciano – Dobbiamo arrivare nelle scuole e spero di riuscire a portare avanti un progetto per inserire tra le materie di studio obbligatorie anche “l’educazione di genere”. L’idea è quella di introdurre questo progetto sperimentale in alcune classi di ben quindici scuole irpine che hanno aderito a questa iniziativa».

Con riferimento alle misure da mettere in campo, la consigliera ha sottolineato anche l’assoluta necessita di potenziare gli strumenti a disposizione e di avviare efficaci percorsi d’inclusione: «Io stessa ho spesso incitato le donne vittime di violenza a denunciare. Purtroppo, però, può capitare d’incontrare l’operatore di polizia giudiziaria impreparato a accogliere, anche psicologicamente, una donna vittima di violenza. Si dovrebbe lavorare anche sul primo soccorso, attivando tutti i i “percorsi rosa” all’interno degli ospedali. Passando alla fase successiva, una volta entrate nelle case rifugio, le donne riescono a essere tutelate dagli operatori? E ancora una volta, passato il periodo di stallo nella casa rifugio, riescono, con le loro gambe, ad andare avanti? Non dimentichiamo l’importanza del “reddito di libertà”. Una somma pari a 400 euro che sarà riconosciuta alle vittime di violenza per consentire, almeno, di pagare un affitto. Lo strumento principale per aiutare le donne vittime di violenza, infine, rimane il lavoro. Noi viviamo in una società dove il tasso di disoccupazione femminile è altissimo. Soltanto attraverso politiche sociali d’inclusione possiamo aiutare le donne vittime di violenza». 

«L’evento di oggi è parte di un tour di sensibilizzazione territoriale e nasce dalla campagna nazionale #fattisentirecontrolaviolenza – ha riferito il presidente della Commissione Dirigenti Cooperatrici Confcooperative Campania, Raffaella Ruocco – L’intento è di informare su un fenomeno che una società civile quale siamo non può più tollerare. Questo tuor ci permette anche di informare e valorizzare la nostra regione rispetto alla rete di servizi antiviolenza che le nostre cooperative gestiscono; su scala nazionale più di cento cooperative lavorano sui servizi per le donne vittime di violenza. Il fenomeno della violenza sulle donne è molto insistente in tutto il paese. La regione Campania deve fare i conti anche su questo dato».

Presente all’incontro anche il Prefetto di Avellino, Paola Spena: «Il tema della violenza di genere non è un fatto privato ma è una responsabilità collettiva. Nel periodo del Covid e post covid, la situazione di lockdown ha indotto le donne verso un atteggiamento di maggiore chiusura ma non dobbiamo dimenticare che esiste già una rete operativa tra le forze dell’ordine, i centri anti-violenza e presidi territoriali delle Asl per cui, nel momento in cui si denuncia, si avvia un percorso protetto, che assiste e porta le donne ad altri sbocchi. Ci sono tante forme di violenza che vanno combattute: atto persecutorio, minaccia, violenza economico-finanziaria. Sul territorio esiste un protocollo che ha già visto in rete tanti soggetti e che sarà rivitalizzato in virtù di queste iniziative importanti.

«Prima di Natale convocheremo anche un nuovo tavolo di lavoro su questo tema per chiarire ruoli e funzioni - ha continuato il Prefetto – Le donne devono sapere di potersi affidare alle istituzioni, sapendo di essere assistite e protette dal primo momento in cui si fa la segnalazione. Abbiamo molte forze da mettere in campo. La denuncia non deve essere vista come un episodio formale e di esposizione. Deve essere vista come l’inizio di un percorso protetto».

Source: www.irpinia24.it