Avellino – Ordine Architetti, incontri con Aldo Vella
Il corso è articolato in 5 lezioni che termineranno il 30 ottobre
Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Avellino.
“È partito ieri un ciclo di incontri con l’architetto Aldo Vella, autore del libro “Anatomia urbana. L’abitare, il disegno, il segno, il simbolo, il sogno”. Il corso, organizzato dall’ordine degli architetti della provincia di Avellino si terrà presso la sede del “Quotidiano del Sud” ad Avellino ed è articolato in 5 lezioni che termineranno il 30 ottobre. Prima dell’incontro abbiamo conversato con l’architetto Vella, di origini irpine, Lacedonia 1940. Trasmigrato negli anni ’70 alle falde del Vesuvio dove negli anni ’80 fonda la rivista “Quaderni Vesuviani”. Negli anni ’90 diviene assessore al Parco del Comune di Somma Vesuviana e successivamente riveste il ruolo di sindaco di San Giorgio a Cremano. È autore di numerosi saggi, scenografo nel film di Mario Martone “I Vesuviani”. Come architetto è stato impegnato in vari processi di pianificazione urbanistica in Campania.
1) Architetto, qual è lo scopo di questo ciclo di lezioni che sta tenendo presso gli ordini professionali delle provincie campane?
- “Nel corso si parlerà di città non in senso storico, come si potrebbe cercare nei testi di urbanistica, ma di anatomia in quanto studio la città dividendo a pezzi i suoi membri e successivamente li ricompongo. Un’analisi completamente differente dall’approccio tradizionale, dimostrando che come l’uomo è l’evoluzione della scimmia, così la città è la trasformazione del villaggio. Ciò nella prima lezione, le altre affronteranno altre analisi come la tipologia, la tessitura, l’aggregazione di più città insieme. Si analizzerà l’involuzione avvenuta dopo la seconda rivoluzione industriale della città a servizio del potere, dell’industria, della produzione”.
2) Qual è l’esito sugli architetti che la seguono?
“Non posso affermare a bocca aperta, ma… gli argomenti trattati sono molto innovativi. Ho attinto da diverse discipline, Emilio Sereni è il mio ispiratore per le prime lezioni e poi a seguire altre discipline: la sociologia, l’antropologia, che mi hanno fornito altri tipi di lettura della città che non sono tipiche dell’urbanista che invece ritiene che le città di oggi abbiano avuto uno sviluppo, un progresso. Io invece affermo durante le cinque lezioni che se fosse vero che la città si sia evoluta e abbia progredito, non ci sarebbero le periferie che c’erano ai tempi di Roma antica e ci sono ancora oggi, esasperate dal processo demografico che abbiamo avuto. Un aspetto che verrà trattato è quello della città che emette segnali e fa da supporto a segnali di altro tipo, per esempio la pubblicità. In molte città, tra cui quelle giapponesi e americane non esistono più le facciate, sono divenute supporto di mega video pubblicitari che sono le nuove visioni urbane. La città è divenuta a servizio di altra cosa. Invece di emettere un suo segno, ne emette vari di altro genere che non le appartengono. È come se noi anziché rappresentarci come uomini ci rappresentiamo come oche”.
3) Quale suggerimento si sente di fornire alle nuove generazioni di architetti?
- “Bisogna partire dalla conoscenza. Attraversare la storia degli spazi urbani. Porto sempre un esempio, quello delle ville vesuviane del miglio d’oro le quali ad un osservatore non attento e disinformato non appaiono. Invece sono 121 in pochi chilometri. Non appaiono perché inserite in altre presenze successive. Invece se si fa una seria lettura si vedono le 121 ville. Però questo è il risultato di un approfondimento, di una conoscenza razionale, bisogna essere educati per guardare altrimenti non si vede niente”.
All’incontro erano presenti il vice presidente dell’ordine Eleonora Dionisio che ha affermato: “Il libro di Aldo Vella è l’occasione per invitare i colleghi a guardare le nostre città con la consapevolezza di scoprire il luogo abitato attraverso lo spazio fisico per poter interagire con le dinamiche che influenzano la contemporaneità, superando il concetto di città collegata esclusivamente alla sua storia” ed il presidente Erminio Petecca secondo il quale riferendosi alle lezioni del corso: “Si tratta di una grande occasione per tenere alto il livello della qualità culturale della nostra offerta formativa. I nostri iscritti apprezzano molto il programma che gli stiamo offrendo” “.
Source: www.irpinia24.it