Antonio Gramsci il meridionale, svolta oggi la presentazione del libro

Gianni Festa: "Sostanzialmente il libro è una grande provocazione che causa un dibattito"

1Si è svolta questa sera, presso la piazza antistante la libreria Mondadori di Avellino, la presentazione del libro “Antonio Gramsci il meridionale” realizzato da Giuseppe Iuliano e Paolo Saggese, ed edito da Terebinto Edizioni.

Il volume nasce in occasione dei cento anni dal congresso di Livorno del 21 gennaio 1921, e tale rievocazione di uno degli eventi più importanti della storia del Novecento è per i curatori un’occasione per una nuova riflessione sulla questione meridionale e sulla grande intuizione gramsciana, che accomuna il fondatore del Partito dei comunisti ad alcuni dei maggiori intellettuali del primo Novecento quali Piero Gobetti, Guido Dorso, Tommaso Fiore, Gaetano Salvemini, Ruggero Grieco e Giuseppe Di Vittorio.

In occasione della presentazione del libro erano presenti Gianni Festa, Direttore del “Quotidiano del Sud” di Avellino, e uno dei due autori, ovvero Paolo Saggese, che riguardo alle motivazione che lo hanno spinto a realizzare tale volume si è così espresso «il libro è occasionale perché coincideva con il centennale della nascita del Partito Comunista in Italia. Abbiamo tentato, con Iuliano, di riscoprire il perché della nascita del Partito, in cui io stesso ho militato. Esso nasce con Gramsci ed è ovviamente frutto della spinta della rivoluzione partita in Russia, ma oltre ciò, noi abbiamo tentato di dimostrare le differenze che c’erano tra i socialisti dell’epoca e il pensiero gramsciano, ovvero che quest’ultimo aveva messo al centro la questione meridionale.

La prima grande differenza era quindi questa necessità di una rivoluzione che unisse gli interessi di operai del nord a quelli dei contadini del sud. Riguardo ciò, ripercorrendo il percorso storico, Gramsci fa 4 interventi fondamentali, ovvero: un piccolo intervento del il 16 gennaio del 1921, poco prima del congresso di Livorno; la lettera di fondazione dell’Unità del 1923; il discorso alla camera dei deputati del 16 maggio 1925 che portò al suo inimicamento nei confronti di Mussolini e del suo partito fascista e che poi in seguito porterà alla sua incarcerazione.
2In quel periodo il partito socialista era prevalentemente operaista, radicato nella società del centro nord, di cui portava gli interessi. Gli industriali del nord, gli operai e la borghesia del nord formarono il cosiddetto “blocco agrario” dato che ricercavano il raggiungimento di propri interessi, che però andavano in conflitti con quelli dei contadini del sud, perché tali interessi costituivano una crescita che però avveniva a danno dello sviluppo e dell’economia del sud.
Allora Gramsci porta l’idea di un alleanza proletaria. Sostiene che bisognava liberare gli operai del nord dal loro essere subalterni degli industriali, ma che diventassero loro stessi la classe dirigente dei contadini del sud. Da qui l’idea dell’ “Unità” perché vuole creare un governo formato da operai e contadini, in cui la questione meridionale è una questione nazionale.

Quindi il libro nasce dal nostro voler spiegare, oltre alla subalternità del partito comunista italiano da quello russo, la differenza tra gli ideali comunisti e quelli socialisti.
Già Guido Dorso nella sua rivoluzione meridionale riconosce a Gramsci l’aver dato l’impronta meridionalista al partito. D’Orso però riconosce anche la forte presenza degli interessi degli operai del nord e immagina un partito d’azione del sud, però condivide l’idea di alleanza tra le due anime.

Questa saldatura tra operai del nord e contadini del sud è fallita all’epoca, ma ancora oggi non si sono avverati e l’elettorato italiano è diviso tra gli interessi del nord e quelli del sud. Quindi la discussione di Gramsci vale un secolo fa ed era attuabile fino agli anni 60, ma oggi oramai siamo arrivati al 5° momento della questione meridionale. Di tutto ciò però colpisce la genialità dell’avellinese Guido Dorso, che intuì che Gramsci avrebbe potuto cambiare la storia d’Italia, ma non lo fece a causa dell’arrivo violento del fascismo.»

Source: www.irpinia24.it