Montemarano e l’Irpinia piangono la scomparsa del prof. Nicola Ricciardelli

Il cordoglio di Mino Mastromarino, Presidente della Promontemarano

luttoMontemarano e l’Irpinia piangono la dipartita del prof. Nicola Ricciardelli, chirurgo di fama nazionale, primario per decenni dell’ospedale di Torre Annunziata, uno dei principali allievi della scuola napoletana di chirurgia del prof. Zannini.

Ei fu . L’accostamento  gli sarebbe piaciuto, o forse no.  Certo, accadde sempre di maggio, duecento anni fa. Su Napoleone,  che considerava  il suo  <alter ego>, ha avuto l’ardire di scrivere una biografia introspettiva < Napoleone trionfatore e prigioniero. Altezze e bassezze di un imperatore> per i tipi della Iuppiter Edizioni 2017.

Ancora una volta era stato franco: con il grande Còrso e con se stesso . Pur essendone uno schietto ammiratore, era rimasto irrimediabilmente deluso dal fatto che Napoleone  si abbassò a chiedere ‘la grazia’ agli Inglesi, tanto da meritare da parte  dell’eterodosso biografo il giudizio di < esule patetico >.

Ma la Storia e la Medicina , pur con tutte le testimonianze e le gesta eroiche di cui sono intessute, non rendono adeguato conto della dedizione e dell’attività professionali del prof. Ricciardelli. Queste, piuttosto che Sant’Elena,   richiamano <l’Isola di Sachalin> o < la Corsia n.6>  . 

Il nosocomio torrese come trincea e bisogno di vera umanità, e di tutta l’umanità: i medesimi che Anton Cechov, medico e scrittore sublime, ha magistralmente descritto nelle sue opere. 

L’ ospedale di una città complicata, situata in un’area ancora più satura di complessità, che accoglie, cura e affronta le angosce e le malattie di tutti, dai Potenti – come li chiamava Lui – agli Umili; senza giudicare e con tutta la competenza empatica possibile.

E tutto ciò,  soprattutto  grazie al Primario di Chirurgia Generale che trova sempre il modo di ospitarvi Montemaranesi e Irpini dolenti. 

Il rigore deontologico mai disgiunto dalla partecipazione e dal rispetto  per la sofferenza individuale dei pazienti; il necessario distacco scientifico mai trasmodato in cinica rassegnazione; la laicità clinica che diventa autentica com-prensione cristiana . 

Insomma, quando la Burocrazia consentirà di intitolarGli una piazza, una via un edificio pubblico, dovrà dirimere l’eccesso di motivazione  topografica di cui è portatore il Dedicatario .

Epperò, difficile sarà riportarne lo specifico tratto caratteriale, che i Greci chiamavano con la parola  < hybris> ,  e che, normalmente tradotta con < ribellione al destino personale imposto dagli Dèi>, nel caso del prof. Ricciardelli assumeva  la forma di vera e propria idiosincrasia .

Infatti, il prof. Ricciardelli era socialmente democratico e privatamente bonapartista.

Pochi potevano chiamarlo < Nicolino>, e tra questi l’amico di una vita, Claudino, nei confronti del quale rinunciava affettuosamente alla sua innata verticalità   . 

Non era spocchia borghese, la Sua; semplicemente, eravamo noi altri a riconoscerGli spontaneamente una sorta di naturale primazia nel nostro rapporto personale, che non volevamo in alcun modo  menomare con un Tu o, peggio, con un diminutivo.

Detestava la meschinità e la neutralità. Prendeva sempre posizione netta su tutto. Senza retorica e affettazione. Era dunque partigiano, in senso gramsciano. 

Tuttavia, la Sua figura andrà immune dal sempre incombente oblio solo se ne verrà compreso e imitato il legame viscerale con Montemarano e con l’Irpinia, connotato da palese indissolubilità. Egli non ha mai abbandonato né l’uno né l’altra, pur operando e vivendo nella onnipervasiva metropoli partenopea. Perciò,  li ha esaltati, onorati e valorizzati, senza mai rivestire cariche pubbliche, 

Del resto, il nome Nicola deriva dal greco < Nikòlaos> e significa ‘vincitore del popolo’, su cui  difatti ha avuto la meglio servendolo.

 

                                                 Mino Mastromarino, Presidente della Promontemarano 

     

 

  

Source: www.irpinia24.it