“MigrAZIONI”, tra accoglienza e pregiudizi

Accoglienza, ospitalità e sostegno di Caritas italiana e Diocesi di Avellino contro pregiudizi e luoghi comuni

400Avellino – Si è tenuto oggi pomeriggio, presso l’Auditorium “P. Innocenzo Massaro” del Roseto di Avellino, il convegno “migrAZIONI, le esperienze di accoglienza della Caritas”, avente ad oggetto il fenomeno mondiale della migrazione, visto dalla prospettiva di un cristiano e sotto l’aspetto dell’accoglienza. L’incontro si è aperto con l’introduzione di Carlo Mele, direttore della Caritas: “In quanto credenti, la dimensione da tenere a cuore è quella dell’accoglienza e della solidarietà. Gli altri Paesi europei sanno accogliere in maniera dignitosa”.

Prende parte al dibattito Emanuela Fiore, responsabile dell’ufficio Caritas diocesiana di Avellino, che offre opere di sostegno, tra cui trova spazio il Centro di ascolto, il primo e principale punto di riferimento per gli stranieri che chiedono aiuto: “La possibilità di sostegno non riguarda solo il lato economico, ma comprende anche vestiario, mensa, pacchi. È orientamento, informazione, accompagnamento burocratico, legale e sanitario. Come Caritas, abbiamo fatto anche delle importanti scelte a livello istituzionale: abbiamo scelto di gestire un centro di accoglienza straordinario, uno Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), e cercare di metterci in gioco per un accoglienza più dignitosa che guardi solo all’interesse del migrante”.

Protagonista assoluta dell’incontro è Lucia Forlino, impegnata in Caritas italiana attraverso progetti nazionali. Ringraziando per l’opportunità di incontro, invita i presenti alla riflessione: “Il titolo di questo convegno è molto importante perché parla di immigrazione, ma anche di azione”. Presentando una panoramica internazionale su ciò che accade nel mondo, la Forlino evidenzia che 70 Paesi sono coinvolti in conflitto e ben 55,3 milioni di persone vivono in carestia. Sono oltre 70 milioni le persone costrette a fuggire nel mondo. Tra i principali Paesi d’asilo, in base ai dati dal 2015 al 2016, a differenza di quanto si possa pensare, non figura l’Italia: “Non è vero che tutti vogliono venire a casa nostra, anzi non siamo tra i Paesi principali di approdo”Attraverso la proiezione di una serie di video ed immagini e le parole di alcuni membri della Nave Libra della Marina Militare, operante nello stretto di Sicilia, la Forlino affronta un tema fondamentale: quello degli sbarchi, evidenziando la cruda realtà, la sofferenza, lo spirito di lotta e sopravvivenza di chi semplicemente cerca un futuro migliore.

Lucia Forlino si sofferma anche sul ruolo della Chiesa, da un lato, e della Caritas italiana, dall’altro: “La posizione della Chiesa, grazie al nostro Papa, prende una decisione ferma ispirata all’agire, al promuovere e al lavorare in rete per il riconoscimento della dignità e per la promozione di una carità più ampia“. La Caritas italiana, invece, si muove con diversi progetti in Italia e nel mondo, tra cui il progetto «Family first» che lavora sul ricongiungimento familiare, garantendo a persone che si sono inserite e integrate in Italia di poter portare la propria famiglia senza dover pagare un trafficante o metterla su un barcone. Non meno importante è il progetto «Apri», un progetto di seconda accoglienza rivolto a persone che sono già in Italia e che possono trovare abitazione in parrocchie, centri di accoglienza o addirittura appartamenti privati.

In ultimo, l’interrogativo riguarda il pensiero degli italiani a riguardo: “Il 75% degli intervistati pensa che gli immigrati stranieri in Italia provengano principalmente dall’Africa. Il 6% pensa che vengano dall’Europa dell’est e il 4% dall’Oriente. Il 59% pensa che negli ultimi anni il fenomeno sia notevolmente aumentato”. La Forlino conclude il convegno citando una delle più celebri frasi di Albert Einstein: “È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”.

Source: www.irpinia24.it