Rosario Livatino, convegno ad Avellino per il giudice vittima della Stidda
La figura del “giudice santo” verrà ricordata martedì 12 novembre, alle ore 17, presso il Palazzo Vescovile
Avellino – “Rosario Livatino: il giudice santo”. Un uomo devoto e coraggioso, ricordato, ancora oggi, per il costante e l’encomiabile impegno profuso nella lotta alla criminalità organizzata in Sicilia. Martedì 12 novembre 2019, alle ore 17:00, presso il Palazzo Vescovile di Avellino, si terrà un convegno per rievocare la figura del magistrato assassinato dalla Stidda il 21 settembre 1990.
L’iniziativa è a cura della sezione provinciale della F.I.D.A.P.A. (Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari), in collaborazione con il Centro Studi “Rosario Livatino”, costituito nel 2015 da un gruppo di giuristi che, riprendendo gli insegnamenti lasciati dal giudice siciliano, affrontano temi riguardanti il diritto alla vita, la famiglia e la libertà religiosa, con una particolare focalizzazione sul dibattito relativo alle unioni civili, al biotestamento ed eutanasia, alla droga e alle fake news.
A introdurre i lavori del convegno, vi sarà Lia Vitagliano, presidente della sezione F.I.D.A.P.A. BPW di Avellino. A seguire, i saluti del sindaco del capoluogo irpino, Gianluca Festa, e l’apertura dei lavori con le relazioni del Vescovo di Avellino, S.E. Arturo Aiello, e del dott. Domenico Airoma, Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Napoli Nord.
Nato a Canicattì il 3 ottobre 1952, Rosario Livatino conseguì la Laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Palermo nel 1975, con il massimo dei voti e con la lode. Successivamente, ricoprì il ruolo di vicedirettore in prova presso la sede dell’Ufficio del Registro di Agrigento e di uditore giudiziario, dapprima presso il Tribunale di Caltanissetta e, poi, presso il Tribunale di Agrigento, dove Livatino fu anche Sostituto Procuratore per un decennio (dal 1979 al 1989) e, infine, giudice a latere e della sezione misure di prevenzione, dal 21 agosto 1989 fino alla data del suo assassinio (21 settembre 1990), avvenuta per mano di un commando criminale riconducibile alla Stidda sulla SS 640 Agrigento-Caltanissetta.
A ventinove anni di distanza dalla sua morte, il ricordo di Rosario Livatino è ancora vivo, non soltanto per il suo lavoro instancabile nella lotta contro la criminalità organizzata e nell’azione di smascheramento della Tangentopoli siciliana, ma anche per la sua fede e per il richiamo ad alcuni passi evangelici che hanno plasmato il pensiero e la personalità del magistrato siciliano. Per questo motivo, Livatino è riconosciuto dalla Chiesa cattolica quale Servo di Dio, primo passaggio verso il processo diocesano di beatificazione che è stato avviato il 21 settembre 2011 nella Chiesa di San Domenico di Canicattì e che, tuttora, è sottoposto all’esame della Congregazione delle Cause dei Santi.