Avellino – Tribunale Ecclesiastico, presentato l’Anno Giudiziario 2019

Mons. Aiello: “Compassione e impegno concreto per aiutare le famiglie in crisi”

IMG-8144Avellino“Il Tribunale Ecclesiastico è una forma di attenzione verso le tematiche che portano alle crisi familiari: ma non deve essere l’unica forma che la Chiesa deve dedicare alle famiglie in difficoltà”. È questo l’appello lanciato da Mons. Arturo Aiello, nel corso della presentazione dell’Anno Giudiziario 2019, tenutasi presso la sala conferenze del Palazzo Vescovile.

L’attuale Vescovo di Avellino, nonché Moderatore del Tribunale Ecclesiastico, si sofferma su quella che è la principale problematica che spinge le coppie a separarsi: “Oggi andiamo sempre più incontro all’anonimato degli affetti. La moneta più importante non è il denaro, ma il tempo, e se noi ci prendiamo cura degli affetti offriamo davvero tanto al prossimo”. Il fenomeno è molto più complesso del previsto e spetta alla Chiesa intervenire, laddove le istituzioni non vi riescono per evitare la crisi dei rapporti. “Ci sono nemici sia interni, sia esterni all’interno delle relazioni interpersonali” continua Mons. Aiello. “A volte pensiamo alla crisi della famiglia come a qualcosa di recente. In realtà, già Platone, nella ‘Repubblica’, riteneva di dover sottrarre l’educazione al nucleo familiare, affinché potesse diventare appannaggio dello Stato per perseguire certi obiettivi educativi. Pensiamo, però, a tanti fattori a cui la struttura pubblica non può rispondere, in particolar modo la gestione delle patologie psichiche che possono imperversare all’interno della stabilità familiare”. Il matrimonio, dunque, non deve essere un punto di arrivo, ed è per questo che devono essere impiegate maggiori energie per accompagnare la coppia nel prosieguo del rapporto: “Alla Chiesa viene chiesta quella compassione che, come citato anche dalla Parabola del Buon Samaritano, consiste nel guardare una famiglia che gestisce situazioni conflittuali senza un apporto esterno. Ma viene chiesto anche un aiuto concreto: bisogna accostarsi a queste famiglie, ossia superare la barriera della paura dell’altro, di chi ha questo tipo di problemi”.

Gli argomenti di Mons. Aiello trovano un riscontro nei dati presentati dal sacerdote Pasquale Iannuzzo, vicario giudiziale del Tribunale Ecclesiastico di Avellino: dalla relazione sulle attività dell’anno giudiziario 2018, si evince che le motivazioni principali per cui sono stati annullati i matrimoni riguardano l’esclusione dell’indissolubilità. “Questo significa che, in una società liquida come quella attuale, i giovani non si sposano con l’obiettivo di assumere impegni stabili e definitivi” afferma Iannuzzo. “Dobbiamo verificare con più attenzione e competenza gli impegni che i fidanzati devono assumersi per la validità del loro matrimonio, senza che vengano trainati da impulsi emotivi o interessi economici”. Sono tantissime le iniziative del Tribunale Ecclesiastico, volte ad avere a cuore il bene dei fedeli e la risoluzione dei dubbi circa la validità dei loro legami coniugali: “Prima di ricevere il sacramento, ci vuole un catecumenato per educare i futuri sposi. Sarà, altresì, necessario mettere a disposizione delle coppie uno sportello di informazione e mediazione per aiutarle a risolvere le difficoltà. Il nostro regolamento vigente, infine, necessita di opportune correzioni e valutiamo di dover modificarlo, alla luce della recente comunicazione inviata dalla CEI a tutti i tribunali ecclesiastici d’Italia, secondo cui ogni tribunale deve stilare un proprio regolamento interno”.

È necessario, soprattutto, promuovere il matrimonio in quelli che sono i suoi elementi costitutivi. Elementi che possono essere guidati soltanto dalla fede cristiana, come sottolineato da uno dei due prelati uditori della Rota Romana, ospiti della presentazione, Mons. Alejandro Arellano: “Individualismo, relativismo e superficialità comportano quei casi in cui l’amore coniugale sia così indebolito che favorisca il prevalere degli errori sugli aspetti essenziali del matrimonio”. La Chiesa è chiamata a intervenire in un’epoca in cui qualunque aspetto della vita quotidiana incide sulle convinzioni dell’uomo, non per ultime quelle riguardanti il matrimonio naturale, secondo Mons. Davide Salvatori: “C’è una divisione sempre più netta tra matrimonio civile e matrimonio canonico: la mentalità mondana genera questa separazione e gli errori che ne derivano. Se queste cose non vengono elaborate e risolte, incidono in modo grave in qualsiasi struttura familiare”.

Source: www.irpinia24.it