Violenza sulle Donne, Tavola Rotonda presso la Prefettura di Avellino
Ampia discussione sull'attuazione del Protocollo d'Intesa elaborato nel 2016
Avellino – Un ricco dibattito ha animato quest’oggi, presso la Sala degli Specchi del Palazzo di Governo, la Tavola Rotonda dedicata all’eliminazione della violenza sulle donne, organizzata dall’associazione “La Casa sulla Roccia”, in collaborazione con svariate realtà locali e con alcune autorità pubbliche di rilievo.
Ad inaugurare la discussione è stata Maria Tirone, prefetto di Avellino: “Dopo la sottoscrizione dell’ultimo protocollo, firmato dal precedente Prefetto, Carlo Sessa, sono stati organizzati altri incontri sulla tematica: tuttavia, i protocolli spesso si sottoscrivono e restano sulla carta, perché sono difficili da gestire e le tempistiche sono ristrette. Vogliamo mettere in pratica delle azioni di tutela che possano limitare il più possibile i rischi. Negli ultimi anni, infatti, la città di Avellino ha fatto registrare alcuni gravi casi di violenza che ci hanno spinto a muoverci verso questa tematica. Ma, in generale, tutta la provincia, pur mantenendo intatto un certo grado di integrità e di diffusione culturale, può favorire un’emersione sociale del fenomeno rispetto ad altre province italiane. Pertanto, la nostra funzione principale è quella di fornire supporto agli enti preposti alla prevenzione di questi episodi, e la prevenzione si può ottenere attraverso comportamenti di educazione alla legalità”.
“Vogliamo sottolineare il bisogno, la necessità, l’importanza di questo confronto, anche con nuove persone e nuove istituzioni, con cui fare un punto della situazione” ha affermato Maria Cira Calabrese, responsabile dell’Associazione “La Casa sulla Roccia” e organizzatrice dell’evento. “Richiamare in causa questo protocollo, firmato due anni fa, per noi significa richiamare questo senso di corresponsabilità. Nel nostro lavoro, non si smette mai di imparare, perché ogni storia che riguarda questa tematica è nuova, e noi dobbiamo essere creativi nelle nostre attività di assistenza. In questi due anni di lavoro, la Casa sulla Roccia ha ospitato venti donne che hanno subito questo fenomeno, le nostre attività di accoglienza sono durate anche undici mesi. Eppure, questo dato non basta a porre un freno alla gravità del fenomeno. Non tutte le donne si trovano nella condizione di ricevere assistenza, anzi tendono più facilmente a tornare alla situazione di partenza, ricongiungendosi con il proprio marito o compagno violento. Esistono anche preoccupazioni nella fase post accoglienza, riguardanti non solo uomini che tentano di riavvicinarsi, ma anche le condizioni psicologiche delle stesse donne, che rischiano di gestire in maniera errata l’iter riabilitativo e il processo di educazione dei propri bambini. Nonostante ciò, mettere la donna al centro di questa rete di sostegno è per noi il principale scopo”.
Anche il Procuratore della Repubblica di Avellino, Rosario Cantelmo, ha espresso il proprio parere sulla tematica: “Come ufficio, noi ci occupiamo sempre della parte peggiore delle vicende, quando esse sono già accadute. Si tratta di un fenomeno molto grave: soltanto nell’ultimo anno, sono stati registrati almeno 500 casi di denunce di stalking e maltrattamenti in famiglia. Ma mi voglio soffermare anche sulla profondità del fenomeno: dai racconti di queste donne emerge fuori la perdita di ogni tipo di valore e dignità. La Procura della Repubblica di Avellino è dotata di uffici che svolgono specificamente quest’attività di prevenzione e contrasto di fenomeni di violenza contro le donne. Abbiamo elaborato anche una linea guida, contenente tutte le informazioni utili e le misure da adottare nel caso si verifichino episodi di questo genere. Anche il Tribunale si è allineato su queste nostre attività. Tutti insieme, dobbiamo creare un circolo virtuoso, al fine di trovare una soluzione ideale per cercare di far rivivere queste persone, in maniera assolutamente normale e in qualsiasi ambito della propria vita privata e sociale”.
Fondamentale è anche l’impegno di Rosaria Bruno, presidentessa dell’Osservatorio Regionale contro la violenza sulle donne: “Stiamo lavorando nella realizzazione di un sito dedicato al tema del femminicidio, pertanto chiediamo l’aiuto di tutti nella realizzazione dello stesso, anche della Procura. La nostra provincia sta lavorando intensamente anche per la formazione di personale sanitario nella stesura di referti medici. Nella regione Campania, esistono attualmente tre centri pubblici che si concentrano sulla rieducazione dei maltrattanti: ma anche nell’ASL di Avellino è prevista una particolare collaborazione, un focus su questo obiettivo di rieducazione. Le donne stanno acquistando consapevolezza che, denunciando, possono essere aiutate. Ed è per questo motivo che le istituzioni devono intervenire in questo momento di emersione del fenomeno e devono acquisirne maggiore consapevolezza. La nostra formazione sta dando ottimi risultati e vede la partecipazione di magistrati, avvocati, operatori sanitari: tutti insieme riusciamo a creare una conoscenza diretta e a suscitare maggiore attenzione in tutta la provincia”.
Importante è, a livello sanitario, l’apporto delle aziende locali e private, come ha sottolineato Maria Concetta Conte, direttrice sanitaria dell’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati”: “Da sempre ci muoviamo sull’aspetto più pratico delle vicende riguardanti la violenza di genere. Sulla formazione, tutti i reparti e le unità operative riescono ad avere un impatto nell’assistenza delle vittime di questi episodi. La rete è fondamentale, perché ognuno di noi, senza gli altri che la compongono, non può fare nulla per contrastare il fenomeno e mettere in pratica il protocollo. Noi in qualità di azienda sanitaria, stiamo cercando di intrattenere rapporti con le case di rifugio: in particolar modo, con la Casa Antonella Russo, ci siamo mossi attivamente nella stesura del protocollo. Il progetto non è stato finanziato, ma solo rimandato, perché noi crediamo ancora fermamente nell’attuazione dello stesso”.
Anche Emilia Anna Vozzella, direttrice sanitaria dell’ASL di Avellino, ha sottolineato l’importanza delle attività di prevenzione e contrasto di tale fenomeno: “Abbiamo creato un gruppo di lavoro per ritrovare in ogni cartella clinica un’evidenza del trauma subito dalla donna, per appurare che derivasse da tale fenomeno. Inoltre, ci stiamo organizzando per la realizzazione di un ambulatorio apposito per le persone che subiscono violenze di genere. Anche noi mettiamo in pratica queste attività, e insieme alle altre componenti della rete possiamo superare queste criticità”.
A chiudere il dibattito Caterina Sasso, coordinatrice del centro antiviolenza “Alice e il Bianconiglio”: “Dalla sottoscrizione di questo protocollo operativo a oggi, la nostra associazione è riuscita a instaurare delle collaborazioni con altre realtà attive in questo fenomeno. Noi offriamo un servizio base di supporto psicologico, consulenza legale e orientamento lavorativo a titolo gratuito. Nell’ultimo anno, abbiamo ottenuto un finanziamento dalla fondazione “Con il Sud” che ci ha permesso di attivare altri servizi, nati dall’esigenza di donne che hanno chiesto il nostro aiuto, oltre a erogare borse che permettono l’inserimento delle donne che hanno subito queste violenze nel mondo del lavoro. Abbiamo una costante collaborazione con altre case di rifugio e con le forze dell’ordine, abbiamo reperibilità h24. Anche noi crediamo nella formazione e nelle campagne di sensibilizzazione verso scuole e famiglie. Incontri come questi ci aiutano a fare molto di più per questa tematica, a lavorare insieme, oltre ai piccoli interventi singoli in ogni settore”.