“Addio alle armi” – Luci e ombre sulla riforma della legittima difesa

Raul Caruso: "Se la guerra non è più degli esseri umani la democrazia è in serio pericolo"

thumbnail_20181008_193127Avellino – La riforma della legge sulla legittima difesa è davvero necessaria o non è altro che uno strumento per legittimare violenza e prevaricazione? Questo il tema dell’incontro “Addio alle armi” che si è tenuto oggi pomeriggio presso il Circolo della Stampa di Corso Vittorio Emanuele. 

L’argomento è estremamente interessante perchè nasconde un’operazione culturale legata alla diffusione delle armi – afferma Stefano Iannaccone, curatore della campagna “Addio alle armi” – : furti e rapine sono diminuiti mentre non esiste un database dei delitti commessi tra le mura domestiche con armi legalmente detenute“. “La cosa curiosa è che con una criminalità in fase di regressione si sta pensando ad armare le persone mettendole in pericolo” – continua Iannaccone, commentando la riforma all’articolo 52 del Codice Penale che già norma la legittima difesa.

La convinzione che la corsa alle armi generi ricchezza, unita a tutti gli altri falsi miti legati al mondo della guerra, hanno giustificato nel tempo il continuo investimento di capitali sul comparto militare e sullo sviluppo della tecnologia bellica. Ma la spesa per gli armamenti ha davvero un senso o rappresenta piuttosto un’economia parallela?

Raul Caruso – esperto di economia della pace nonchè docente presso l’Università Cattolica di Milano – nel suo ultimo libro “Chiamata alle armi”  indaga proprio l’ammontare delle spese militari in Italia e l’ambigua relazione che esiste tra sviluppo tecnologico e corsa agli armamenti. I tre aspetti che Caruso sottolinea nelle sue conclusioni sono: le spese militari non favoriscono lo sviluppo economico bensì lo depotenziano, ponendo un freno all’accumulo di capitale umano e alla crescita di produttività; una democrazia rischia di perdere credibilità nel momento in cui vìola, se pur indirettamente, i diritti umani e l’impegno per la pace; una maggiore spesa militare conduce inevitabilmente a una situazione di maggiore instabilità perchè l’aumento delle spese militari di un Paese determinerà una reazione nei suoi rivali.

In merito al secondo punto, Caruso cita il caso dei robot militari in grado di prendere decisioni sul campo di battaglia: “Questa rappresenta la vera disumanizzazione della guerra - spiega - perché non è più degli esseri umani”. Viene meno al principio di responsabilità, laddove invece “la democrazia ha bisogno di un responsabile” – conclude Caruso.

 

Source: www.irpinia24.it