Politiche 2018 – LeU: la Pascale contro la Mafia Tax
La Pascale richiama al risveglio della legalità e della dignità sociale: "Se c'è chi corrompe, c'è anche chi si fa corrompere"
Avellino – Si è concluso poco fa l’incontro al Circolo della Stampa organizzato da Anna Maria Pascale, candidata di Liberi e Uguali all’uninominale della Camera, per discutere di giustizia e legalità contro la mafia tax e dell’alto tributo che pagano Avellino e l’Irpinia. All’introduzione della Pascale seguono gli interventi di Generoso Picone, giornalista e direttore del Mattino di Avellino negli ultimi 9 anni, e Marco Cillo, docente e già referente di Libera. Per la Pascale c’è bisogno di richiamare la dignità della comunità, non solo della politica: “Se c’è corruzione, c’è anche chi si fa corrompere – afferma la candidata – il mio è un appello ad un risveglio della dignità e della coscienza sociale”.
“Nella nostra società la parola legalità è utilizzata in modo salvifico. Quando si aspetta che sui temi della legalità e della giustizia debba essere un magistrato a dire la propria ed a sollecitare l’attenzione sui temi in questione, oppure quando attendiamo che sia il giudice a cambiare le cose, dalla politica ai rapporti interpersonali, vuol dire che siamo arrivati ad una debolezza strutturale del sistema.” Esordisce così Generoso Picone. “La legalità dovrebbe essere una precondizione: dovrebbe essere il principio su cui si basa il rispetto delle regole poste alla base di una società civile.” Il giornalista sostiene la necessità di ritornare ad una definizione di legalità scevra del concetto di gratitudine: “Non devo ringraziare chi mi da’ un servizio o chi mi da’ un lavoro. Tutto ciò dovrebbe attenere alla normalità e ci spetta, non ci viene regalato”. Picone richiama poi la vicenda dell’Isochimica: “La vicenda dell’isochimica è un piccolo paradigma in cui si collegano i temi della legalità intesa come forma di gratitudine e della giustizia intesa come reato perseguito ai danni dei lavoratori: il lavoro inteso non come un diritto ma come una forma di gratitudine.” Di ciò Picone incolpa politici, imprenditori, responsabili e rappresentanze sindacali. “C’è bisogno di ritornare al vero significato di alcuni termini e di abbattere l’indifferenza: non c’è nulla più grave dell’indifferenza. Solo uscendo dall’indifferenza questa provincia può riscattarsi” conclude.
La parola passa a Marco Cillo che riporta le esperienza personali da docente, l’esperienza di insegnamento in carcere, l’esperienza di Libera, l’esperienza di assessore alla trasparenza e alle politiche sociali. “La verità è che la legalità in Italia non conviene” esordisce Cillo, citando la questione del pizzo sui Mac π. “I ragazzi che, dietro mio consiglio, hanno denunciato, a distanza di nove anni mi hanno detto che, alla fine dei conti, non ne è non è convenuto perchè non è cambiato nulla”. Il docente si rivolge alla politica, che non deve abbandonare le persone il giorno dopo le elezioni, tutti i cambiamenti proposti devono essere portati avanti con trasparenza: “E vero, questa è sicuramente una campagna elettorale strana, ma per quanto strana sia, porta con sè il solito sistema di scambi e regalie temporanee, che durano quanto la propaganda politica. Oltre ai tradizionali pacchi alimentari e biglietti allo stadio, non posso non notare tutte le fabbriche che in questi giorni stanno assumendo ad oltranza lavoratori che quasi sicuramente il 5 marzo vedranno scadere il proprio contratto lavorativo.” Il docente richiama ai casi di Pratola Serra, del Vallo di Lauro e dell’inaugurazione del Maglificio.
A chiudere l’incontro è proprio l’intervento di Giacomo Corbisiero, che interviene a seguito del riferimento al suo paese, Lauro, dove Corbisiero è consigliere comunale di opposizione. Corbisiero sostiene la necessità di investimenti statali nei nostri territori, di un ritorno dei partiti e di tutte le aggregazioni educative , come le parrocchie, per permettere alla legalità e alla giustizia di diffondersi e di affermarsi in modo dignitoso.