Avellino – Baby prostitute in pieno centro: tre arresti
Adescava le ragazzine minorenni che frequentavano il suo circolo con promesse di facile guadagno: dodici in tutto le vittime
Avellino – Un’attività investigativa iniziata nel maggio dello scorso anno e che ha portato i Carabinieri del comando provinciale di Avellino, questa mattina, ad emettere tre ordinanze di misura cautelare e al sequestro di un locale. Scoperto un giro di prostituzione minorile che aveva luogo in piena luce del giorno nel capoluogo irpino.
Coinvolti nella vicenda un 80enne, ora in carcere, gestore di un circolo sito in centro città e due clienti, rispettivamente di 60 e di 50 anni, professionisti della provincia di Avellino, che si trovano agli arresti domiciliari. Induzione e sfruttamento della prostituzione minorile, atti sessuali a pagamento con minori i reati.
Questa la dinamica: l’80enne adescava le minorenni di bell’aspetto che frequentavano il suo circolo, un punto di riferimento per i giovani del luogo, offrendo loro prima di mettere da parte un po’ di soldi lavorando poche ore nel locale, in seguito persuadendole a dimostrarsi “disponibili” con i clienti.
Da questo, poi, si passava ai rapporti sessuali, consumati in una stanza del locale che era stata appositamente adibita all’attività illecita e con un preciso tariffario che andava dai dieci ai cento euro a prestazione.
Coinvolte nell’orribile vicenda dieci ragazze tra i 14 e i 17 anni, oltre ad altre due maggiorenni, che, fidandosi dei modi affabili del gestore che le circuiva con avances e complimenti, sono finite nel giro di prostituzione. Alcune di loro hanno dichiarato di essere state avvicinate dal gestore del circolo già nel lontano 2014. L’80enne approfittava della fragilità emotiva delle ragazzine e delle loro situazioni economiche molto spesso di bisogno per convincerle a soddisfare le richieste sue e dei suoi clienti.
Tassello importante delle indagini, oltre alle attività di osservazione diretta e pedinamenti, sono state le intercettazioni telefoniche: il gestore del locale, infatti, spesso usava il telefono per prendere appuntamenti con i clienti usando un vero e proprio linguaggio in codice.
“Una pagina nera per la città”, l’ha definita il Comandante Provinciale dei Carabinieri in conferenza stampa. “Una vicenda che riguarda ragazze giovanissime, che non hanno la capacità ancora di discernere tra giusto e sbagliato e che non hanno la capacità di valutare correttamente i propri comportamenti. Il gestore del locale ha approfittato della loro vulnerabilità, dimostrando di non avere alcuna moralità. L’appello che facciamo alle vittime, alle studentesse, alle più giovani, ma anche alle famiglie è di rivolgersi all’arma e raccontare la propria esperienza e denunciare sempre episodi di questo tipo”.