EuDem presenta “Le tesi di Luglio”, una rivoluzione gentile, ma non troppo

Un richiamo evidente alle tesi di aprile, per sottolineare la necessità di cambiamento nel Pd. Anzalone chiede a Bove di candidarsi come segretario.

bdrAvellino – Si riunisce EuDem  in città e non è un caso che si sia scelta la data del 14 Luglio per “cominciare la rivoluzione” non solo all’interno del Pd, ma nell’approccio alle questioni cittadine fino ai grandi temi dell’Europa, come spiegato dal presidente Maria Rusolo.  

La politica deve recuperare un rapporto con la società civile – continua - per capirne le esigenze e farvi fronte. Siamo in emergenza su molte questioni e leggere ancora una volta che il Sindaco immagina di dimettersi è la prova di un forte scollamento, che rischia di divenire insanabile.

 E’ il momento di parlare ora, senza rimandare e soprattutto senza attendere campagne elettorali. Lo sdegno non può essere solo materia da bar, ma bisogna riunirsi, discutere insieme e fare la differenza nelle cabine elettorali”.

 La verità come strumento di coraggio, conclude Rusolo, citando Berlinguer e passando alla lettura di una lettera del prof. Minichiello, che non ha potuto partecipare, ma ha voluto contribuire all’iniziativa scrivendo qualche riga circa la necessità di cambiare il Pd e con esso le sorti della città.

La parola poi a Gaetano Alvino, il quale si è detto contento della partecipazione in sala. “Ringrazio tutti i presenti, vuol dire che non siamo pochi a pensare che il nostro partito debba recuperare il rapporto con la città. La comunità del Pd può dimostrare di voler bene al territorio irpino solo se mette sul piatto della bilancia una buona amministrazione, fatta di selezione di competenze.

Siamo parte di una realtà politica che governa il Paese, la regione e, anche se forse qualcuno non se n’è accorto, la città. Chi ha dato fiducia a questo partito deve poter ricevere in cambio la capacità e la volontà di impegnarsi per migliorare il contesto in cui viviamo.  C’è bisogno di un ritorno ai circoli come presidio dei territori, non come tesserifici all’occorrenza”.

A seguire Giovanni Bove, dirigente nazionale di EuDem, che ha posto l’accento sull’impossibilità di discutere a Via Tagliamento, “dove si sragiona ancora”.

“La triste pagina legata alla questione del congresso deve essere superata – asserisce Bove –  e non sono d’accordo con la Presidente D’Amelio quando dice che il partito fa una pessima figura. La pessima figura la fa chi a tutti i costi ha premuto spasmodicamente per una corsa al congresso, chi strumentalizza le questioni, chi è a caccia di riposizionamenti.

Il Pd deve uscire dalle vecchie logiche di gestione anche in tema di sviluppo, non si amministra promuovendo qualche giorno il territorio”.

“C’è una questione morale, è evidente, perciò bisogna avere il coraggio di affrontare la verità – fissa la chiosa – A partire dai circoli che esistono formalmente, ma non si riuniscono.  I circoli dovrebbero essere, invece, strumenti di partecipazione attiva, attraverso i quali allargare e aggregare la comunità del Pd. Ma cambiare il partito significa anche dare nuovo slancio alla città, recuperare rispettabilità politica e per fare ciò bisogna dire chiaramente oggi che non ci sarà più spazio per coloro che hanno contribuito a questo disastro amministrativo. Non si può immaginare che sia davvero esclusiva responsabilità del primo cittadino”.

Al termine dell’iniziativa voce al professore Luigi Anzalone, che con un breve passaggio ha ringraziato i presenti, esprimendo soddisfazione per una partecipazione che poco avrebbe a che fare con il Pd, le cui manifestazioni sarebbero a suo parere più decantate dai media locali.

“A partire dalla vicende di sangue, come Isochimica, Avellino non può processare i responsabili dei suoi errori, occorre tornare alla moralità – osserva il professore – e così per le questioni amministrative, quanto per quelle prettamente politiche. Mi trovo ancora in profondo disaccordo con le ragioni di quelli che mi riservo di continuare a chiamare scissionisti. Siamo reduci da diverse sconfitte, perciò è ancora più importante non perdere la bussola di quello che doveva essere e che potrebbe ancora essere il Partito Democratico. Si riparte solo dalla questione morale, capendo che non si può stare nel mezzo, come nelle vicende di malavita, o si è eroi o c’è connivenza con la mafia, non esiste una via intermedia. O siamo il partito dello Ius soli o siamo il partito che resta ancorato al passato e a metodi che hanno condotto alle disfatte cui mi riferivo.

Dobbiamo cambiare una barbarie che è dentro di noi, in nome della ricostruzione di un’identità culturale e con essa di un’identità politica che coincida con una nuova storia per la nostra città. E’ per questo che mi sento di chidere a Giovanni Bove di candidarsi come prossimo segretario provinciale”.

Source: www.irpinia24.it