Avellino dallo spirito guerriero – la capolista Verona cade tra le mura irpine

Paghera (rigore) e Verde affossano i veronesi e rilanciano l'Avellino in campionato. Abbandonata la zona rossa e la salvezza non è più un miraggio

hAvellino – Lo spirito guerriero di Novellino ha posseduto l’Avellino in una gara cominciata con un po’ di timore ma poi fatta propria da una squadra che ha superato le proprie paure e tirato fuori gli artigli per graffiare, ferire e infine abbattere una big che più del semplice palleggio non ha saputo dimostrare tra le mura del Partenio. A differenza degli ospiti, gli irpini hanno segnato due gol e creato tanto. Concesso poco e nulla. E la vittoria non è meritata, di più. Un plauso alla prestazione sontuosa, all’abbandono della zona rossa … ma sia chiaro, non è ancora finita, la strada per la salvezza è ancora ricca d’insidie. Insidie, che si dovranno affrontare con lo stesso spirito guerriero mostrato quest’oggi.

IN CAMPO. Un Avellino con Castaldo a mezzo servizio e costretto alla panchina, affronta la capolista Verona schierandosi, tra le mura amiche, con un 4-1-3-2 sostenuto dal tandem Verde-Ardemagni. Novità di gara è la titolarietà di Moretti in veste di regista basso. In opposizione ai Lupi, i veneti, con Pazzini squalificato, si affidano alla velocità di Bessa e alle scorribande di Romulo in un 4-3-3 molto spregiudicato e completamente a trazione anteriore.

EQUILIBRIO.  Gara divertente al Partenio, soprattutto nelle prime battute. L’Avellino prova a gettarsi subito in avanti con Ardemagni, protagonista di un’ottima azione sulla sinistra e uno scambio prestigioso al centro per l’inserimento di Verde che, al limite dell’aria fa partire un bolide (4’) respinto di piede da Nicolas. La risposta del Verona arriva dopo pochi minuti con Bessa (11’), il quale in azione personale mette a sedere l’intera difesa irpina e giunto al limite dell’area, prova a piazzare sfiorando il palo alla sinistra di Radunovic.

Il palleggio degli ospiti è di gran lunga superiore alla manovra irpina, ma i Lupi concedono poco, e in contropiede Verde, particolarmente ispirato, si classifica come una spina nel fianco, creando diverse palle giocabili, sfrutatte però decisamente male dai compagni.

L’ultimo squillo della prima frazione, è sempre a cura dei biancoverdi con Ardemagni, il quale su cross tagliato di Lasik dalla destra, spizza di testa creando un campanile che sfiora la traversa alle spalle di Nicolas.

SPIRITO GUERRIERO.  Nella ripresa la gara si accende dopo soli 5’ per via di una vistosa trattenuta di Pisano ai danni di Ardemagni in area veneta. L’attaccante viene steso e per il signor Serra di Torino non ci sono dubbi: è calcio di rigore. Con grande stupore dal dischetto va Paghera, che non fa rimpiangere la scelta, spiazzando Nicolas e portando in vantaggio l’Avellino nella bolgia del Partenio che canta a squarciagola il coro “ chi non salta di Verona è …! “

La rete di Paghera scrolla di dosso ogni timore nelle fila irpine che senza paura continuano il loro assalto alla porta veneta, trovando addirittura la rete del raddoppio con una fucilata da fuori area di Verde (60’) che, grazie all’intervento maldestro del portiere del Verona, mette il risultato sul 2-0.

Il raddoppio irpino spezza l’entusiasmo del Verona che si affaccia dalle parti di Radunovic solo con lanci lunghi o conclusioni scoordinate. L’Avellino, d’altro canto, da l’impressione di poter dilagare in quanto sfiora addirittura la terza rete con Ardemagni (80’) che,a porta vuota,  non raggiunge l’assist di Verde in scivolata. E’ l’ultima emozione della gara. Standing-ovation per il Lupi sotto la Sud meritata per aver fatto lo scalpo all’aristocrazia della prima della classe attraverso una prestazione di cuore, muscoli e orgoglio. L’Avellino abbandona la zona rossa e si piazza al 14esimo posto e la salvezza è un gradino più vicina.

di Michael Mambri

Source: www.irpinia24.it