Tra i jihadisti spunta un marocchino residente in Irpinia

Questo è quanto emerge dal processo alla milanese di orogine campane Maria Giulia Sergio che aveva deciso di schiersarsi al fianco dell'Isis

Arresto Maria Giulia SergioAvellino – La verità che emerge dal processo della milanese Maria Giulia Sergio è inquietante. La cellula dell’Isis a cui si era rivolta la ragazza di origini campana per essere membro attivista nella Jihad, aveva “adescato” altri giovani europei già partiti per la Siria. Tra questi un marocchino che risiedeva ad Avellino fino al 2014. Aveva lavorato a Cervinara come bracciante agricolo.

Dalle indagini condotte dalla Digos e coordinate dal Pm Paola Pirotta e dal Procuratore Romanelli, è venuto fuori che l’aspirante jihadista ha lasciato la nostra provincia negli ultimi mesi del 2014 per raggiungere i territori del Califfato, dopo aver superato i confini della Turchia. Ad aiutarlo in questa impresa gli stessi terroristi che hanno contattato la Sergio.

L’aspirante “combattente straniero” è stato intercettato grazie ad alcune telefonate su un numero turco che utilizzavano tre membri dell’Isis, con il compito di accogliere i giovani, procurare loro documenti falsi e aiutarli a superare il confine siriano.

Inoltre, lo stesso marocchino prima residente in irpinia ha suggerito a Maria Giulia Sergio, alias Fatima, di utilizzare telefoni di vecchia generazione e non smartphone perché facilmente intercettabili. Ma anche di “viaggiare leggera” e portare con sé solo una valigia. Una organizzazione quasi perfetta.

La Digos fino ad ora ha individuato 22 foreigh fighter provenienti da Francia, Svezia, Belgio, Spagna, ma il numero sembra essere molto elevato. La stessa Fatima inneggiava al terrorismo su Facebook: “Allah, dacci la vittoria sui miscredenti” e nelle intercettazioni telefoniche di decapitare nel nome del loro Dio. 

Source: www.irpinia24.it