Renzo Arbore conclude il tour estivo emozionando Pratola Serra

L'artista pugliese e l'Orchestra Italiana, da 30 e Lode nella loro performance, risvegliano l'Irpinia a suon di bella musica

14232471_10209858223321925_8376545594446972765_nAvellino“ Ciento rose n’cappucciate dint’a martula mmiscate … “ verso top, di una canzone senza tempo, altrettanto top, che a distanza di decenni e decenni continua a cavalcare la cresta dell’onda. Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana hanno scritto la storia ripercorrendo l’intera cultura musicale napoletana, soffermandosi su melodie eccezionali, che non smettono di emozionare le grandi platee, sempre più numerose, le quali si riuniscono ogni volta che l’artista pugliese si esibisce in un concerto.

Pratola Serra, proprio ieri sera, è stata teatro di Arbore e della sua fedele Orchestra, e insieme, hanno riunito un agglomerato di persone di diversa età, concludendo il loro tour estivo in grande stile.

“ Il concerto di ieri è stato formidabile, sapevo che tutta l’Irpinia, accorsa numerosa e ne vado fiero, avrebbe cantato. E’ stata un’atmosfera bellissima, e per renderla ancora più esaltante, ho preferito cantare delle melodie di Carosone, che di solito non faccio mai “ – queste le parole di Renzo Arbore in un’intervista esclusiva all’indomani del concertone -.    “ Bisogna sottolineare – continua – che l’Orchestra Italiana fa anche cose molto impegnative, ossia un repertorio di canzoni napoletane bellissime e importanti cantate da artisti eccezionali come Barbara Bonagliuto e Gianni Conte. Basti considerare “Dicitencello Vuje “, “ Voce ‘e Notte  “ o la versione della Malafemmena più sentimentale, riprodotta appunto ieri, la quale ha commosso un po’ tutti. Nel complesso, però, l’evento diventa così bello proprio perché è popolare “.

Artista definito “ sempre verde “ perché, attraverso la sua musica, riesce a trasmettere allegria anche ai cuori più tristi. 

“ Noi quando abbiamo creato l’Orchestra Italiana – spiega – abbiamo cercato di fare qualcosa di nuovo rispetto agli altri, qualcosa che non fosse mai stato realizzato. Dunque, come modello ho seguito l’Orchestra Antica, quella dei posteggiatori, di quelli che facevano serenate … naturalmente modificata e modernizzata con arrangiamenti internazionali. Quindi, ho utilizzato il prototipo della musica Country, Western, Swing, della Rumba dei paesi del sole, e a distanza di 26 anni, ci meravigliamo che tali stili non sono invecchiati, mentre altri, purtroppo si. Noi sembriamo sempre nuovi, ma questo, però, è un segreto che mi porto dietro anche io nelle mie cose televisive e radiofoniche perché, sia chiaro,  non ho mai fatto attualità. Mi sono sempre ispirato a modelli antichi e straordinari, ma pensando sempre a una futura memoria, affinchè potessero durare nel tempo. Infatti, se si osservano dei pezzettini del programma “ Quelli della Notte “ si intuisce che le risate sono vergini … come i film di Totò “.

14222219_10209858222321900_8540298883274673874_nE infatti queste reliquie sono diventate immortali, come resta impressa per sempre nella mente del pubblico, l’immagine di Renzo Arbore, che nel corso dei vari concerti coinvolge pubblico e artisti attraverso battute, scheck, e risate. Segno che la musica è coinvolgimento, sentimento e allegria.

“ Assolutamente si! Io vengo da un modello antichissimo di musica, quello di Luis Armstrong – esclama l’artista pugliese – grande trombettista, nonché uno dei padri del jazz. Lui sapeva che doveva anche far sorridere il pubblico. Infatti faceva battute, si asciugava il sudore e coinvolgeva continuamente le platee. Questa caratteristica è nota ad altri grandi come Frank Sinatra e Roberto Murolo, quest’ultimo, riproduceva spesso canzoni umoristiche, le quali facevano ridere tantissimo. Però era un grande anche nelle canzoni drammatiche, infatti commuoveva spesso il suo pubblico “.

“ Con questo – conclude Renzo Arbore – tengo a sottolineare che bisogna sempre dare la doppia lettura, perché la musica è gioia e consolazione. La cosa più bella, alla fine dei concerti, è quando la gente ti dice “ Ci Simme Consolàt “ … come dicono a Napoli, ad Avellino e nella verde Irpinia “.

di Michael Mambri

Source: www.irpinia24.it