La realtà teatralizzata nella pittura di Edoardo Iaccheo

L'artista riproduce nelle sue opere la cronaca e i sentimenti universali, l’impegno civile, il dolore, la disperazione e la fragilità umana

''Una realtà percepita attraverso i sensi'' di Iaccheo

Avellino – E’ da quasi un cinquantennio sulla scena artistica e non ha mai perso la voglia di rinnovarsi e rigenerare la sua arte che non rinuncia ai criteri e alle caratteristiche che la contraddistinguono e a quel legame stretto con la storia e l’uomo. Edoardo Iaccheo, classe 1945, è figlio del secondo dopoguerra da cui acquisisce quel desiderio instancabile del  concreto, del reale, del vero e di un bisogno collettivo degli uomini di incontrarsi in maniera schietta e cordiale.

L’artista s’interessa con fervore delle questioni che caratterizzano l’esistenza, s’interroga sulla bellezza e  si confronta con essa permettendole di palesarsi nelle sue opere con lucentezza e raffinatezza. Iaccheo sceglie  da giovanissimo di seguire le scelte dettate dai tempi e decide di trattare la cronaca  e i sentimenti universali, l’impegno civile, il dolore, la disperazione, la fragilità umana.Binario 21 di Iaccheo

Iaccheo trasferisce sulla tela la sua profonda conoscenza e padronanza del colore che esercita con passione e vivacità. La magia che proviene dai quadri di Iaccheo proviene da profondi sentimenti e stati d’animo che si rinnovano continuamente e rafforzano la grandezza espressiva della sua arte che si fa proiezione della realtà e della memoria. L’arte di Iaccheo si distingue per una graduale  stesura tono su tono, in velature sovrapposte, con cui ottiene un morbido effetto plastico che consente al colore di divenire un elemento fondamentale  delll’opera. 

Il suo linguaggio scaturisce da argomenti storici e letterari  dal proprio vissuto, dai suoi viaggi e dalla sua esperienza a contatto con quella tradizione veneta del XVI secolo di cui è seguace ed erede. Iaccheo ha vissuto per oltre vent’anni tra Venezia e Verona e di questa città conserva un romanticismo e una eleganza che domina nei suoi lavori. Amante della lirica, del dramma e della storia propone spesso eventi del passato e del presente ed evidenzia la loro drammaticità, che trasporta sulla tela attraverso una segnica caricata e teatralizzata.

I suoi quadri risentono di una evidente impostazione scenica che proviene da una valida capacità progettuale nel campo della scenografia teatrale con cui si è misurato a partire dagli anni settanta presso il Teatro Romano di Verona,  come attrezzista scenico nel Teatro Laboratorio di Ezio Maria  Caserta e alla Biennale di Venezia del 1974 (sezione Teatro) con le Maschere sul Savonarola.

Una parte della sua carriera è fortemente legata al teatro che Iaccheo considera “ specchio della realtà e raffigurazione dell’esistenza umana, giacchè, l’uomo, inserito nel suo spazio vitale, o in una stanza, o tra le gente, accede sempre da attore indossando da maschera”.

“Il teatro vero porta in scena la vita, gli avvenimenti,le storie vissute, i drammi quotidiani come la crisi del matrimonio o le divisioni tra persone o tra padre e figli. La tragedia, da sempre ha cercato di  riprendere e imitare la  realtà e a caratterizzare il genere è la catarsi dei personaggi con la quale si purificano e ritrovano una serenità interiore . Dal teatro si può imparare a superare le difficoltà di oggi, riconoscere il bisogno di rigenerarsi e di trovare il coraggio per migliorarsi”.

L’arte secondo Iaccheo è un dialogo introspettivo con la propria coscienza e l’esplorazione della propria interiorità: “L’artista deve portare nella tela le sue esperienze, le sue emozioni, i suoi pensieri e la sua sensibilità. Non la banalita’. Deve raccogliere l’essenza e non la generalita’ della vita. Deve dare spazio al particolare. Nei miei quadri valorizzo moltissimo il particolare o i particolari che sono spesso gli elementi fondamentali per la lettura e la comprensione di una mia opera. Sono i dettagli a rendere leggibile il racconto di un evento o il messaggio che voglio  lanciare”.

La guerra in Vietnam, la caduta del muro di Berlino, le donne di Bagdad, la Shoah di Milano (Binario 21),  la caduta di Adamo e personaggi come Che Guevara, Pablo Neruda, Alda Merini, Francesco De Sanctis e Carlo Gesualdo sono solo alcuni degli argomenti trattati dall’artista. Soggetti che hanno particolarmente colpito il pittore e che fanno parte di un ciclo di opere ispirate prevalentemente alla storia, principale fonte di ispirazione per la sua arte.

“La storia ha sempre ispirato gli artisti e ha sempre  stimolato  a fare vedere il vero.  Fin dall’antichita’ i monumenti celebravano gli eventi  in cui l’uomo era protagonista . La colonna troiana  fu realizzata per raccontare, in bassorilievo o altorilievo,  la cronaca di una battaglia  e da quel momento in poi l’arte ha sempre narrato i fatti che si costruivano giorno dopo giorno e consegnato agli uomini le immagini dei principali avvenimenti di cui è stato attore”.

La realtà è fondamentale per fare arte e riprodurla è anche un modo per fermarla e capirla meglio. Il maestro Iaccheo non accetta nessuna discriminazione nei confronti dell’arte  informale o astratta che, secondo il maestro, nasce comunque da qualcosa di tangibile e concreto: “E’ il riflesso di quello che c’è fuori da noi stessi e vuol dire privilegiare il lato emotivo del mondo. E’ sbagliato sottovalutare le opere d’arte di oggi che rompono gli schemi del passato e della tradizione figurativa. Le opere che si producono oggi si collegano ai nostri giorni, l’arte del 500 racconta, invece, quella determinata epoca e per questo motivo  il paragone tra l’arte  di  ieri e di oggi  non si può fare. Ogni arte appartiene al suo tempo  e diventa espressione di un preciso momento storico. L’unico variazione che si può cogliere è lo stile, diverso a secondo dell’epoca ” .

 Tra i recenti successi dell’artista la mostra ” Dialoghi” a Volos ( Grecia) nella primavera del 2015 e  il simposio internazionale presso Niebylec ( Polonia) dal 1 al 14 luglio 2016 .

 

Generoso Vella

 

Source: www.irpinia24.it