Inquinamento Valle del Sabato: i dati allarmanti

Una parte del dossier che verrà consegnato il prossimo mese al governatore De Luca. Intanto stamattina i Carabinieri di Atripalda hanno denunciato due persone per irregolarità in un impianto di rifiuti a Manocalzati

news87584Dopo la mobilitazione annunciata dal gruppo Facebook “Salviamo la nostra Valle del Sabato, Salviamo la nostra Vita”, guidato dal presidente della sezione provinciale di Avellino dell’ISDE (Associazione Medici per I’Ambiente) Franco Mazza, arriva la notizia della denuncia di due persone per la gestione irregolare di un impianto per il trattamento di rifiuti a Manocalzati.

L’azienda in questione è finita nel mirino dei Carabinieri di Atripalda per il trattamento di rifiuti pericolosi e scarico di acqua reflue industriali in assenza di autorizzazioni. Un primo passo a favore della lotta all’inquinamento della Valle del Sabato, i cui dati forniti dai monitoraggi effettuati a partire dal 2005 su spinta dell’Associazione Ambiente e Salute e resi pubblici proprio da Franco Mazza illustrano una situazione alquanto allarmante.

 L’insediamento a Pianodardine nel 2002 dell’attuale impianto di trito vagliatura (STIR) ha notevolmente peggiorato la qualità di vita dell’intera zona. I cittadini dei comuni di Montefredane, Manocalzati ed Atripalda, nel corso degli ultimi anni, si trovano a convivere con la presenza di sgradevoli ed insopportabili cattivi odori provocando difficoltà respiratorie soprattutto nei bambini costringendo tutti a tapparsi in casa con porte e finestre chiuse.

Le caratteristiche orografiche del sito influiscono sulle masse d’aria con sviluppo di calme di vento e conseguente ristagno degli inquinanti e confinamento degli inquinanti emessi lungo la valle.In particolare, la situazione presenta criticità nelle prime ore della mattina in cui si vanno a sommare negativamente gli effetti legati alla meteorologia a scala locale e l’aumento delle emissioni.

Nello studio sono stati considerati per le emissioni industriali due scenari emissivi, il primo riferito alle emissioni derivate dagli autocontrolli, il secondo legato alle autorizzazioni dei singoli impianti. Il confronto ha messo in evidenza come, considerando nel complesso le emissioni autorizzate per tutti gli impianti in esame, si ottiene un impatto al suolo degno di considerazione con un contributo alle concentrazioni che in media giornaliera, per i diversi inquinanti, potrebbe superare in alcune aree del dominio i 20-30 μg/m3. Tale risultato risulta più elevato di circa un fattore 3 rispetto al considerare le concentrazioni medie ottenibili impiegando le emissioni ricavate dagli autocontrolli.Le criticità emerse sottolineano la necessità di monitorare con continuità nel dominio della Valle del Sabato in particolare gli ossidi di azoto, il PM10 , PM 2,5 l’ozono, e gli ipa con particolare attenzione al benzo(a)pirene.

Sebbene l’ozono non sia stato oggetto di simulazioni in quanto avrebbe richiesto una caratterizzazione delle emissioni provenienti da tutti i settori emissivi ( industriali, trasporti, civili, agricoltura, natura etc) al di là degli scopi del presente studio, è comunque un inquinante da tenere sotto controllo in quanto prodotto da reazioni fotochimiche che coinvolgono tra gli altri gli ossidi di azoto e i composti organici volatili, entrambe classi di inquinanti presenti nell’area. È inoltre da sottolineare la necessità di un monitoraggio in continuo dei parametri atmosferici.
Le simulazioni mediate su un periodo di 15 giorni, a partire da una grezza ma realistica schematizzazione dello scenario emissivo del contributo del traffico autostradale, portano a mostrare che, nell’area di ricaduta al suolo delle emissioni degli impianti industriali in esame, il contributo degli stessi impianti sia comparabile, in ordine di grandezza con quello dell’autostrada, perlomeno per gli ossidi di azoto e il particolato primario.

Questa è solo una piccola parte del dossier che a settembre arriverà sulla scrivania del Prefetto di Avellino e su quella del governatore della Campania Vincenzo De Luca. 

Source: www.irpinia24.it