Incendio autoricambio Urciuoli, un nuovo caso Irm?

Nel 2005 l'mpianto di smaltimento rifiuti andò in fiamme. Da allora il numero di tumori sembrerebbe essere aumentato. L'assessore all'Ambiente Prezioso: "Urge la creazione di uno studio epidemiologico"

antonio-preziosoAvellino -  La storia si ripete. Un altro incendio ha sconvolto Avellino e paesi limitrofi proprio nella giornata di martedì 12 Luglio. Il centro demolizioni Urciuoli, sito in Contrada Giacchi, intorno alle ore 20.00 del suddetto giorno è divenuto un vero e proprio rogo a cielo aperto, il quale, oltre agli innumerevoli danni (si parla di più di 200 vetture carbonizzate), ha liberato nell’ambiente una nube tossica che ha ampliato i già gravi problemi della nostra terra.

“ Il sindaco di Atripalda ha imposto un’ordinanza cautelativa sulla vendita e il consumo della frutta e della verdura fin quando non si conosceranno i risultati definitivi dei rilievi territoriali a cura dell’ARPAC,  in modo da comprendere l’entità della catastrofe ambientale “.  – queste le parole di Antonio Prezioso, assessore all’ambiente, il quale è a lavoro senza sosta da tre giorni per sollecitare ogni tipo di controllo, affinchè si possa far luce sull’evidente problema -. “ Purtroppo – continua – dopo l’incidente avvenuto nel 2005 al deposito Ecoballe IRM, sito in Manocalzati, e l’incendio avvenuto alla Novolegno qualche tempo fa, ci ritroviamo, oggi, a fare i conti con un’altra stangata sull’ambiente. Le sostanze inquinanti si sono liberate non solo nell’aria, ma anche nell’acqua e nei terreni circostanti, e hanno fatto si, che alcune famiglie ubicate nei pressi dell’epicentro dell’incendio sono state evacuate. Purtroppo, quando accadono queste cose a pagare è sempre l’ambiente e la salute dei cittadini “.

L’assessore e gli enti specifici si sono subito attivati per far luce sull’entità del pericolo.           “ L’appello ambientale ha smosso subito l’ARPAC – spiega – che stamattina ha iniziato i primi rilievi per comprendere la natura del materiale arso. Adesso è solo questione di tempo, probabilmente i risultati si avranno nel giro una settimana, massimo dieci giorni “.

Negli ultimi anni, l’ombra di una piccola Chernobyl si è abbattuta sull’Irpinia, e gli interventi per trovare una soluzione sono stati evanescenti. “ Io – incalza Prezioso – sono stato uno dei fautori dell’istituzione di un tavolo alla Prefettura di Avellino ove sono stati invitati i sindaci dei siti della Valle del Sabato. L’obiettivo era un monitoraggio delle aree ove la presenza di fabbriche, espulsioni tossiche e inquinamento hanno un’asticella più alta della media. Il tutto, per preservare la salute di territorio e persone, ma l’ARPAC non ha mai fornito dati molto certi perciò è stato concluso poco e niente “.

Eppure siamo incontro a un costante aumento di tumori, particolare da non prendere sotto gamba. “ Senza dati certi dagli organi competenti non possiamo dichiarare notizie ipotetiche – dice – ma non possiamo neanche restare a guardare mentre la gente muore. Non vogliamo creare allarmismi ma, a causa di questi disastri ambientali, le patologie sono aumentate e per combattere questo fardello abbiamo richiesto la creazione di uno studio epidemiologico, il quale, pur se promesso, non è mai stato realizzato. Dopo quest’ultima batosta all’ambiente però, si dovranno prendere seri provvedimenti, perciò un altro incontro si terrà sicuramente, ma stavolta, non si dovranno fare chiacchiere “.

Battaglia contro i mulini a vento. Istituzioni assenti e controlli precari stanno distruggendo la nostra terra, fatta di verde e di aria pura, tralasciando perfino la salute delle persone.

“ Il mio appello è rivolto ai gestori delle suddette attività – conclude Prezioso – più che guadagno serve rispetto e umanità. Rispetto verso le norme di sicurezza, antincendio e ambientali,  perché l’incidente è sempre in agguato. Inoltre, mi auguro che, d’ora in avanti, in nome del profitto, non passi in secondo luogo la tutela dei lavoratori e dei cittadini “.

di Michael Mambri

 

Source: www.irpinia24.it