Maggio nei monumenti – La storia di Avellino rivive con Massaro

Al Palazzo Vescovile lo storico avellinese rievoca i personaggi, i luoghi e gli eventi piu' importanti della città

massaro

Avellino - Per il Maggio nei monumenti si aprono le porte della memoria e si torna indietro nel tempo con Andrea Massaro e il suo ” Almanacco sulla citta”. Il ricercatore e direttore dell’archivio storico comunale ha presentato al Palazzo vescovile il suo ultimo lavoro editoriale in cui propone 366 pagine dedicate ai luoghi, ai personaggi e agli eventi principali della città raccontate con una scrittura semplice, scorrevole e comprensibile a tutti.

Un gesto di gratitudine nei confronti della città - ha esordito l’autore - che mi accolto tanti anni fa con grande affetto quando dalla provincia di Caserta mi sono trasferito ad Avellino entrando in contatto con un’altra terra e una cultura diversa. Ho iniziato a lavorare come semplice manuense e fu il sindaco Emilio Turco ad indirizzarmi all’archivio. Ero il piu’ giovane e aiutavo i dipendenti anziani a gestire l’ufficio. Da quel momento non ho mai smesso di studiare e sfogliare documenti, fascicoli e lettere firmati da uomini autorevoli della politica dell’ 800 come De Sanctis , Mancini e Capodano . Questo mestiere mi ha permesso di entrare in contatto con la storia, che ripropongo in questo libro per farla conoscerla e ricordarla. Il metodo è quello di un almanacco dove ogni foglio diventa una tappa da ricordare di un viaggio che dura quanto un anno civile”.

Dal volume si apprende che nel 1820, Avellino è stata la prima tappa della rivoluzione siciliana: il 3 luglio Morelli, Silvati e Minichini entrarono in città e proclamarono la costituzione sul modello spagnolo. Sempre ad Avellino, nel 1902, fece la sua comparsa la prima macchina da scrivere proveniente dagli Stati Uniti d’America. Nel resto d’Italia arrivarono solo nel 1906, grazie ad Olivetti. E non fu la prima volta che si anticiparono i tempi. Gli amministratori di Avellino furono i primi a far funzione i termosifoni nella sede comunale di Palazzo De Peruta. Fino agli anni trenta si adoperava il carbon fossile che alimentava apposite caldaie installate nei sotterranei dell’edificio e che producevano calore per i piani superiori.

La data piu’ lontana dell’almanacco è il 14 febbraio del 311 dc quando morirono i santi protettori di Avellino, Modestino, Fiorentino e Flaviano, martirizzati durante le persecuzioni di Diocleziano. Quella piu’ vicina è il 1 maggio 2015 quando il Comune ha partecipato ad Expo Milano. Tra queste due date. oltre 1800 anni descritti e commentati dallo storico.

” Non è stato facile proporre certe cose e trascurarne altre. Mi ha guidato molto l’istinto e l’empatia con il pubblico . Molti argomenti sono stati trattati in varie occasioni, sul Mattino per oltre 40anni e in circa sessanta volumi della mia lunga attività di cronista del passato. Conosco le preferenze della gente che ritagliano e conservano alcuni miei articoli su alcuni monumenti a cui sono molto affezionati come ad esempio la dogana e il re di bronzo. Il mio lavoro si basa sulla documentazione e la ricerca archivistica, fondamentali per la ricostruzione di tante episodi e racconti. Ho sfogliato le pagine dei registri dell’inizio dell’800, alcune apparentemente senza senso, ma calandomi nella realta’ dell’epoca ho compreso l’importanza di alcuni scritti”. 

Uno di questi, del 1814, riporta il rifiuto dei sacerdoti di dare l’estrema unzione a chi abitava oltre Porta Napoli e tale atteggiamento generò la protesta dei residenti di quella zona. L’ episodio, assai particolare, restituisce alcune indicazioni geografiche e storiche della citta’ e fa apprendere una vicenda particolare del passato in cui i punti piu’ lontani della città erano Porta Napoli, in piazza Libertà, e Porta Puglia, nei pressi del convento di San Generoso. Il corso era in quegli anni il viale dei Pioppi e solo qualche anno dopo è andato ad urbanizzarsi con palazzi piu’ gentilizi e signorili, fino a quel momento situati lungo via Costantinopoli, dove sorgevano tantissime botteghe da cui uscivano le migliori carrozze del sud e forse di tutta Italia, premiate per la loro eleganza, pulizia e robustezza.

Tra i palazzi piu’ importanti del corso principale, sempre piu’ appetibile per le famiglie blasonate, c’era Palazzo Trevisani, costruito nel 1810 dalla famiglia D’Amore, e poi abitato dai Trevisani da cui nacque il sindaco degli anni 1885-1890 che fornì ai cittadini la luce elettrica. Altra annata importanti, il 1898, con l’arrivo del cinematografo e il 1963 con il primo sistema di illuminazione degli zampilli nelle fontane di Piazza Libertà.

Massaro chiude poi con la proposta di istituire, in giugno, i festeggiamenti in onore di San Modestino: ” Abbiamo perso la devozione per San Modestino. Il passato ci consegna pagine intensissime di devozione per il nostro patrono. Si svolgevano all’epoca grandi cavalcate e c’era grande entusiasmo per la fiera che negli anni 30 e 40 si svolgeva tra via Due principati e Piazza Libertà. Le famiglie aspettavano la fiera per acquistare oggetti per la casa o per la sposa. Riappropriamoci del nostro sentimento di avellinesità. Il disfattismo non fa bene a nessuno” conclude lo storico.

La presentazione di Massaro riconferma la volonta’ di puntare sui luoghi e sulle eccellenze della città come hanno cercato di fare Comune e Diocesi in questa prima e riuscita edizione del “Maggio nei monumenti”: “Il riscontro è piu’ che positivo. - ha affermato l’assessore alla cultura Teresa Mele - Abbiamo aperto i monumenti della città per renderli accessibili a tutti , restituirli alla collettivita’ e farne luoghi di socializzazione e di riscoperta delle risorse culturali del territorio. Una sfida da ripetere e che auspichiamo di poter organizzare e migliorare il prossimo anno “. Al termine dell’incontro,  i saluti del responsabile dei beni culturali della Diocesi, Modestino Picariello, che ha sottolineato l’importanza della cultura e un impegno condiviso per rilanciare Avellino  e dare valore al lavoro di chi ama la città e ha a cuore il suo futuro.

 

Generoso Vella