Avellino – Maggio nei monumenti ospita il maestro Ettore De Conciliis

Nella Chiesa di San Francesco a Borgo Ferrovia il pittore avellinese racconta il suo affresco e parla di contemporaneità

ettore de conciliisAvellino – L’artista Ettore De Conciliis torna in città per il ” Maggio nei monumenti” e regala al pubblico di Avellino una lezione magistrale nella chiesa di San Francesco che ospita da 50 anni il suo ormai famoso murale della pace. L’iniziativa è stata voluta dalla Diocesi e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Avellino che in sinergia, continuano la loro rassegna dedicata alla valorizzazione dei monumenti, dell’arte e dei personaggi illustri della città.

L’assessore alla Cultura Teresa Mele ha sottolineato “l’importanza dei luoghi storici e la volonta’ di riaprire le chiese, i musei e i palazzi della città per rendere accessibile ai cittadini un patrimonio che gli appartiene e che va fatto conoscere. Prosegue il cartellone di appuntamenti che comprendono mostre, letture, spettacoli e musica per intrattenere giovani e adulti e promuovere la bellezza. Una prima edizione che si presenta come l’inizio di un percorso di crescita collettiva e di visibilità per la cultura locale e gli artisti avellinesi”.

Introduce poi il murale della pace il responsabile dei beni culturali della Diocesi Modestino Picariello ” L’evento di questa sera propone un confronto con la nostra coscienza. L’opera apre a una scelta precisa per la nostra esistenza e consegna un messaggio ben preciso: ci propone di affidarci a San Francesco, l’uomo della poverta’ e della pace e ci indica che la strada migliore è il dialogo e quanto sia auspicabile la pace soprattutto nelle sale dove si curano gli interessi e il futuro dei cittadini”.

Con un lucido inquadramento dei nostri tempi inizia l’attesa relazione dell’artista che apre con le difficolta’ dei tempi moderni e il ruolo dell’arte nel denunciare determinati episodi:“Nell’epoca in cui viviamo le miserie umane sono ormai onnipresenti. Le calamità naturali sono continue e proseguono in tutto il mondo i conflitti, le violenze cieche e la crisi economica che produce sempre piu’ povertà. Parlare di arte, di bellezza sembra incongruo, fuori luogo, rispetto a questi drammi. Nonostante ciò l’arte e la cultura si pongono agli antipodi di quello che è considerato il male e si contrappongono al dolore e alla miseria. Compito dell’artista è registrare cio’ che accade attorno alla realta’ anche a costo con la tragedia e con la negatività”. Il rapporto con il proprio tempo e con le criticità che lo caratterizzano sarebbero dunque le ragioni che hanno spinto l’artista alla realizzazione dell’affresco alla maniera in cui oggi s’impone nella chiesa di Borgo Ferrovia.

Il murale della pace è stato realizzato nel 1965 e fu commissionato da Don Ferdinanzo Renzullo e dal vescovo dal vescovo di Ariano mons. Pasquale Venezia. L’opera occupa complessivamente una superficie di oltre 130 mq ed è suddivisa in due parti: sul lato destro accoglie sul lato destro il tema della guerra, sul lato sinistro quello della pace. ” Nella parte del male si percepiscono le inclinazioni del mondo che si avvertivano cinquanta anni fa. La bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki, i lager, la guerra che hanno raccontato il mondo dell’omicidio collettivo e alcune di queste ancora esistenti. E per questo motivo le scelte fatte tanti anni fa sono ancora attuali. Nella parte del bene invece compaiono forze diverse e uomini e donne di diversa estrazione sociale , religione e cultura”.

Nei 400 ritratti ci sono persone anonime , povera gente e intellettuali di diversa fede o atei come il filosofo inglese Nasser e ancora grandi personaggi della cultura come Sartre, De Sanctis, Dorso, Moravia e Pasolini, per citarne alcuni, in rappresentanza di un mondo positivo fatto di uomini di pace. Uno scenario che non si distacca molto dai nostri tempi. Ieri come oggi, infatti, gli uomini sono ancora vittime di migrazioni e di conflitti e a mezzo secolo di distanza si riprende a parlare degli stessi argomenti e la pittura riesce a farli conoscere e semplificarli. In passato , ricorda De Concillis, anche altri artisti come Picasso e Michelangelo hanno raffigurato eventi drammatici con tragiche conseguenze per l’umanità e i casi piu’ conosciuti sono la famosa ”Guernica” e il ” Giudizio universale ” . Davanti la ferocità di questi avvenimenti, che hanno spaventato il mondo, l’arte ha avuto un ruolo fondamentale per sensibilizzare, parlarne al pubblico e trasmettere attraverso le immagini, messaggi ben precisi.

Prima di salutare l’artista ha lanciato alle istituzioni e ai presenti la preparazione di un dibattito con protagonisti i sacerdoti che rischiano la vita nel casertano e in Sicilia e lottano ogni giorno contro la camorra e la mafia. Si costituisce necessario, per il pittore, la conoscenza di questi buoni esempi che possono dare un contributo forte per il rilancio della cultura, del buon senso e dell’importanza dei valori.

De Conciilis cita poi una riflessione del filosofo Aldo Masullo conosciuto qualche mese fa durante il ” Borgo dei filosofi” organizzato dal Forum dei Giovani: ” Dal palco del Teatro Carlo Gesualdo, Masullo ha insistito sul concetto che l’apatia e il nichilismo di oggi rappresentano il freno per una società che vuole progredire ed è compito di tutti combattere affinche’ si possa uscire da una dimensione negativa in cui non si sviluppano relazioni e idee per lo sviluppo”.

 Generoso Vella

 

 

 

Source: www.irpinia24.it